Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedica (poco) spazio all’automotive. In particolare, indica un obiettivo: sei milioni di auto elettriche nel 2030 in Italia. Un target raggiungibile? Qualche dubbio comincia a sorgere. Basta dare un’occhiata alla ricerca condotta dal think tank The European House – Ambrosetti per conto di BMW Italia.
Nei primi nove mesi del 2021, dice la ricerca, sono state vendute 100.000 auto elettriche, più dello stock esistente a fine 2020 (99.519). Ipotizziamo che nel quarto trimestre siano vendute, in linea con la media del periodo 2010-2019, il 22,6% delle auto totali dell’anno. Ecco la stima: una chiusura del 2021 con un totale di 129.000 auto elettriche. Totale circolante 228.000 unità. Risultato: siamo già in ritardo di 100.000 in meno rispetto allo scenario di riferimento.
Questo treno elettrico in ritardo deve recuperare. Nel 2022 dovrebbero essere vendute 300.000 auto elettriche, 1,5 volte il totale delle vendite effettuate nel triennio 2019-2021, sostiene lo studio. Sono numeri da capogiro se si considera che gli incentivi arrivano a singhiozzo.
Un tasso di ricambio più elevato permetterebbe al Paese di svecchiare il proprio parco auto e ridurre di conseguenza le emissioni attraverso la sostituzione di auto con categoria emissiva fino a Euro 5 con nuove auto appartenenti alla categoria Euro 6.
La ricerca scende nel tecnico. Se nel periodo 2021-2030 il tasso di ricambio tornasse a livelli del periodo 2005-2009 (6,7%); e se la parte incrementale fosse costituita da veicoli Euro 6 che ne sostituiscono altri fino a Euro 5; allora l’Italia potrebbe ridurre le emissioni di CO2 di 4,6 milioni di tonnellate incrementali.
Auto elettriche: il futuro passa per le stazioni di ricarica
In più, le colonnine elettriche scarseggiano. Motus-E valuta gli impegni e degli obiettivi del Governo, contenuti nel PNRR. Applica i criteri di ritorno dell’investimento, di una minima capillarità geografica da garantire in tutte le regioni. Il calcolo porta a questo punto d’arrivo al 2030: 108.000 punti di ricarica. Di cui 51% in corrente alternata, più lente, e 49% in corrente continua, più veloci. Anche la regione con minori fondi assegnati vedrà l’installazione di circa 490 nuovi punti di ricarica ad alta potenza.
Bisogna velocizzarsi su tutti i fronti per favorire la transizione elettrica e la decarbonizzazione. Una sfida importantissima per il Governo Draghi.