Paolo Colangelo, il presidente della Confarca (Confederazione che rappresenta le scuole guida e gli studi di consulenza italiani), è scatenato: “Si sono messi davanti gli interessi di qualcuno rispetto a quelli della collettività”. Con chi ce l’ha? Nel mirino, la futura riforma del Codice della Strada. Che riguarda molto da vicino chi va in auto.
In Commissione Trasporti, è stato discusso un emendamento al decreto Infrastrutture. Diceva: obbligo di targa, casco, assicurazione, patente a chi va su monopattino elettrico. A tutela dei monopattinisti e di tutti gli altri utenti: chi va in auto, in moto, in bici, a piedi. Nella giungla urbana che vede un morto su monopattino al mese in Italia (una strage) e addirittura 13.000 feriti gravi da inizio 2021, col coinvolgimento spesso delle auto. Questa è un’emergenza nazionale.
Invece, alla fine, dovrebbero arrivare novità marginali. Limite massimo da 25 a 20 km/h per chi va su monopattino elettrico. E magari obbligo di indicatori di direzione. Chissà, forse obbligo di casco solo per i minori, come ora. Ora il provvedimento andrà in discussione e in votazione in Aula alla Camera dei Deputati per poi passare al Senato per la definitiva conversione in legge che dovrebbe avvenire ai primi di novembre.
Riforma del Codice della Strada: cosa non quadra
Sentiamo Colangelo: senza targa, “vorrei sapere come faranno a identificare i trasgressori che non parcheggeranno i monopattini elettrici in modo corretto o a rivelarne la velocità”. La riduzione della velocità a 20 km/h “è inutile, poiché i controlli in alcune aree urbane è come se non ci fossero. Da cittadino mi sento deluso ancora una volta dalla politica”.
Non solo. Questa decisione che va a discapito degli utenti deboli, come i portatori di handicap e le persone anziane, già danneggiate dall’uso incontrollato di questi mezzi elettrici, attacca Colangelo. Sarà impossibile controllare i monopattini elettrici se non è previsto un contrassegno identificativo sui mezzi.
Colangelo è un fiume in piena. Non avere accolto la richiesta di inserire un titolo abilitativo alla guida per coloro che non sono titolari di patente, significa dare la possibilità a chiunque, anche ai soggetti con interdizione, di poter guidare un veicolo a elevate prestazioni su strada.