Settore automotive a bocca asciutta. Per questo comparto vitale, per questo pilastro dell’economia, non c’è neppure un centesimo di euro nella legge Bilancio 2022. Niente incentivi per le vetture a basso impatto ambientale, nessuna spinta a favore dell’auto elettrica, zero accenni a stazioni di ricarica super veloce, che servono come ossigeno.
La legge Bilancio assegna al ministero delle Infrastrutture 32 miliardi di euro per nuovi investimenti sulla mobilità. C’è da chiedersi cosa possa andare all’auto elettrica. Per la precisione, 16 miliardi di euro destinati al trasporto ferroviario; 9 miliardi al miglioramento delle infrastrutture stradali; 7 miliardi a interventi per la mobilità sostenibile; un miliardo per altre finalità, tra cui risorse per opere idriche e per le Olimpiadi Milano-Cortina.
Alla fine, restano 7 miliardi che potenzialmente potrebbero essere dedicati all’auto elettrica: incentivi strutturali per lanciare finalmente la macchina a batteria. Perché, questo va ricordato, il veicolo a pila era e resta fenomeno di nicchia, con numeri bassissimi. Seppure in forte crescita.
Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha detto: “La maggior parte delle risorse assegnate al Mims in conto capitale è destinata a investimenti per migliorare la sicurezza, la sostenibilità e la resilienza di strade, ferrovie e strutture idriche”. E per favorire la mobilità nei grandi centri urbani. Nonché per colmare alcuni ritardi storici della rete nazionale dei trasporti.
Fondo italiano per il clima: la “revolving” per l’auto elettrica?
Volendo, ci sarebbe l’articolo 128 della legge Bilancio. Istituisce, presso la Cassa depositi e prestiti, il Fondo italiano per il clima, gestito dal ministero della Transizione ecologica di Cingolani. Ossia un Fondo rotativo (da riempire quando si svuota, come fosse una carta revolving) con una dotazione di 840 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.
Questo Fondo è destinato al finanziamento di interventi a favore di soggetti privati e pubblici. Volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali sul clima e tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito. Qui, l’auto elettrica ci starebbe bene.