La Ferrari 360 Barchetta donata nel 2000 da Gianni Agnelli a Luca di Montezemolo, in occasione delle nozze di quest’ultimo con Ludovica Andreoni, è esposta attualmente al museo di Modena dedicato a Enzo Ferrari. Si tratta di una vettura esclusiva, che profuma dei gusti dell’Avvocato, grande amante del bello. Il prestigioso committente, infatti, diede delle indicazioni molto precise a Pininfarina, per tradurre in materia la sua visione.
L’esito degli sforzi creativi fu eccellente, grazie all’abilità del maestro carrozziere torinese, che seppe interpretare al meglio i suggerimenti di Gianni Agnelli. Immagino l’emozione provata da Luca di Montezemolo al cospetto di questo regalo davvero speciale, nato a sua insaputa, nonostante in quegli anni il manager bolognese fosse al vertice della casa di Maranello.
Ferrari 360 Barchetta: come prese forma
La Ferrari 360 Barchetta è un esemplare unico, nato dalla trasformazione di una “comune” 360 Spider F1. Il telaio utilizzato fu quello identificato dal codice numerico 120020. L’elemento stilistico più appariscente, diventato il simbolo distintivo dell’esclusivo “giocattolo”, era il bassissimo parabrezza, raccordato alla fiancata da un avvolgente labbro che circondava i passeggeri. Nessuna capote, ovviamente, perché una barchetta non contempla la presenza di una copertura del genere.
Pininfarina intervenne in modo vistoso sulla parte alta della carrozzeria, dando forma a un modello di grande fascino e personalità espressiva. Sul piano cromatico, l’Avvocato scelse un Grigio Alloy, capace di esaltare la plasticità delle forme dell’auto. Il risultato? Una barchetta da sogno, connessa ad una tradizione di storica importanza per la casa di Maranello, che ha sposato questa impostazione già a partire dalla 125 S, prima “rossa” di sempre.
Come abbiamo riferito in precedenti occasioni, sul piano tecnico la Ferrari 360 Barchetta non differisce dall’auto donatrice, ma la sua personalità è molto distintiva. La mancanza di qualsiasi sovrastruttura, ad eccezione del piccolo parabrezza, consente di gustare al meglio il sound sprigionato dal motore V8 da 3.6 litri, che regala fantastiche melodie alle orecchie, da godere al meglio en plein air. Nessun cambiamento di natura tecnica è stato apportato.
400 cavalli col vento tra i capelli
La potenza resta quella della donor car, con 400 cavalli di razza pronti a regalare scariche di adrenalina di eccellente livello. Oggi la gran parte delle supercar in listino possono solo sognare quel livello di coinvolgimento sensoriale, anche se sono molto più efficaci, vigorose e prestazionali. Immagino che su questo esemplare unico la ricompensa emotiva sia ancora superiore rispetto a quella, già al vertice, della 360 Spider.
Le note del cuore, infatti, dovrebbero risultare più godibili, almeno alle andature da codice della strada. Poi i flussi d’aria, per forza di cose meno curati che sulla vettura di partenza, potrebbero disturbare l’esecuzione, richiedendo anche l’uso del casco. Del resto qui stiamo parlando di un’autentica barchetta, di cui ha il corpo e lo spirito. Netta la connessione con le opere iniziali del “cavallino rampante” e con quelle vetture senza tetto che un peso rilevante ebbero nel disegnare la storia sportiva (e non solo) della casa di Maranello.
Onore al merito alla fantasia dell’avvocato Gianni Agnelli, che seppe inventarsi un regalo così speciale. Solo a una persona del suo calibro e con i suoi gusti raffinati poteva venire in mente una fuoriserie del genere, destinata a lasciare traccia nella storia. Solo un uomo elegante come Luca di Montezemolo poteva riceverla in dono. Oggi, come dicevamo, la Ferrari 360 Barchetta può essere ammirata al Museo Enzo Ferrari di Modena.
Foto | Profilo Facebook Musei Ferrari