Ghiotta opportunità per gli amanti delle auto da corsa, che potranno concorrere all’aggiudicazione di uno splendido gioiello: l’Abarth 2000 Sport (Tipo SE010) del 1969 proposta all’asta da RM Sotheby’s. Le vendita dell’esemplare (con telaio SE010/0018) è prevista per il 2 febbraio 2022, a Parigi. Al momento non si hanno informazioni sul lotto destinato a passare di mano. La sola notizia della cessione, però, basta a creare un certo fermento nell’universo collezionistico.
Avere in garage una Sport del genere è, infatti, un privilegio, che gli intenditori sanno apprezzare. In attesa di scaldare i motori, per immergerci nelle atmosfere dell’asta, dove non si può escludere una lotta serrata a suon di rilanci, facciamo un ripasso delle caratteristiche del modello.
Storia del prototipo voluto da Carlo Abarth
L’Abarth 2000 Sport risale al 1968. Il suo debutto in gara avvenne alla cronoscalata dell’Ampus, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, in Francia. Nell’universo agonistico ottenne molti risultati luminosi, anche fuori dalla tela delle sfide in salita, suo terreno d’elezione. Da segnalare, nel palmares del modello, la tripletta messa a segno alla 500 Km del Nurburgring, nell’anno del suo esordio. A dividersi il podio furono i piloti Peter Shetty, Johannes Ortner e Arturo Merzario, che lasciarono le briciole agli avversari, costretti ad alzare bandiera bianca.
Questa vettura Sport Prototipo nacque, sul finire degli anni Sessanta, dal desiderio di Carlo Abarth di proporre ai piloti privati dei modelli da corsa in grado di dare forti soddisfazioni anche in pista. Una scelta connessa ad una nuova visione strategica del marchio. La spinta dell’Abarth 2000 Sport (Tipo SE010) giungeva da un motore a quattro cilindri in linea da 2 litri di cilindrata, in grado di erogare la bellezza di 250 cavalli.
Qui si coglieva tutta la sua esperienza nel mondo delle elaborazioni, perché il valore della potenza specifica è davvero encomiabile, considerato che si tratta di un cuore aspirato. Notevoli le prestazioni, con una punta velocistica di 270 km/h e un’accelerazione di grande tempra, resa possibile anche dal peso particolarmente contenuto. L’indice della bilancia, infatti, non andava oltre quota 575 chilogrammi.
Abarth 2000 Sport: miscela di bellezza ed efficienza
La sete dell’unità propulsiva veniva soddisfatta da una coppia di carburatori Weber 58 DC03, che la irroravano di liquido energetico. Un cambio manuale a cinque marce aiutava a scaricare a terra la potenza, in un quadro di adeguata robustezza strutturale. Notevole il fascino della carrozzeria, che vestiva con grazia il telaio in traliccio di tubi di acciaio. L’impressione era quella di trovarsi al cospetto di un gioiello da gara firmato dai marchi più iconici dell’automobilismo.
Bassa e tagliente, l’Abarth 2000 Sport era una spider destinata all’universo racing, che appagava gli occhi con lineamenti di grande fascino. Il suo scopo, però, non era la ricerca della bellezza. Diciamo che il gradevole risultato estetico fu il frutto, non ricercato, di un progetto orientato all’efficienza. Qui trovò conferma quel detto aeronautico secondo cui ciò che funziona viene anche bene nello stile. Agli uomini dello Scorpione, forse, questo non interessava troppo, ma penso che il fascino del modello non dispiacque loro.
Se il look dell’auto dava soddisfazione, il comportamento dinamico non era meno. Il baricentro basso e il buon bilanciamento delle masse facevano bene il loro compito nella prospettiva dell’handling. Al resto ci pensavano la robustezza dello chassis e la bontà dell’assetto.
Dinamiche di adeguato tenore
Le sospensioni anteriori erano a trapezi oscillanti, con molle elicoidali, barre stabilizzatrici e ammortizzatori idraulici telescopici. Dietro c’erano dei bracci oscillanti, con molle elicoidali, barre stabilizzatrici e ammortizzatori idraulici telescopici. Queste le dimensioni della vettura: 3850 millimetri di lunghezza, 1780 millimetri di larghezza, 970 millimetri di altezza, 2085 millimetri di passo.
Con l’Abarth 2000 Sport (Tipo SE010), la casa dello Scorpione scrisse un nuovo capitolo della sua brillante storia. In essa si coglie un salto in avanti rispetto alla produzione di accessori racing e all’elaborazione di sportive di piccola cilindrata, che avevano segnano il percorso precedente del marchio.
Qui l’estro e la competenza si proiettavano in un’altra dimensione, senza tradire i valori fondanti. Carlo Abarth conosceva il comparto e sapeva come muoversi. A lui va il merito di questa creatura. Ora un esemplare del modello si prepara a fare la gioia di un altro proprietario, grazie alla sessione di vendita di Parigi, gestita con la solita professionalità dalla rinomata casa d’aste RM Sotheby’s. I collezionisti sono pronti a staccare il cospicuo assegno. Gli altri sperano in una vincita alla lotteria prima dell’appuntamento con il martello del banditore alla Ville Lumière.
Fonte | RM Sotheby’s
Foto | Profilo Facebook di RM Sotheby’s