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Ferrari Daytona SP3, come è nata la nuova hypercar

Un sogno ad occhi aperti come la Ferrari Daytona SP3 non poteva che nascere dalla libertà assoluta.

Ferrari Daytona SP3

La Ferrari Daytona SP3, svelata in occasione delle Finali Mondiali Ferrari 2021 del Mugello, ha conquistato il cuore di tutti. Si tratta della terza opera della Serie Icona (dopo le Monza SP1 ed SP2) e celebra la tripletta ottenuta dalla casa di Maranello alla 24 Ore di Daytona del 1967. Nel suo look ci sono elementi di ispirazione provenienti dalle 330 P4 e 250 P Berlinetta Speciale, ma l’insieme guarda al futuro, come si vede dal video che abbiamo pubblicato ieri.

Questa hypercar sembra un’astronave giunta dalla spazio, ma la connessione con le Sport più belle dei tempi romantici si coglie in pieno. A spiegare le origini della Ferrari Daytona SP3 ci pensa Enrico Galliera, direttore marketing e commerciale della casa di Maranello. Queste le sue parole:

“Abbiamo anzitutto cercato un concetto cui ispirarci. Poi abbiamo cercato di traslarlo nel presente, con uno sguardo verso il futuro. Per Ferrari, infatti, la vettura deve riuscire a comunicare sempre qualcosa di nuovo. Infine abbiamo dato priorità al design, che di solito viene a valle della funzionalità. Qui il processo è stato ribaltato e Flavio Manzoni ha potuto lavorare senza vincoli”.

La bellezza è nel DNA della Ferrari Daytona SP3

Ferrari Daytona SP3
Screen shot da video Ferrari Challenge

Il risultato si vede, sin dal primo colpo d’occhio. Non c’è dubbio sul fatto di trovarsi al cospetto di un capolavoro, che emoziona in modo incredibile. Da tempo non si vedeva qualcosa del genere. I richiami al passato si respirano nell’aria, ma in un quadro avveniristico. Quindi coerenza e rispetto della tradizione, ma senza finire nel recinto della nostalgia.

“Siamo un’azienda – prosegue Galliera – le cui vetture devono generare emozioni. Per questo abbiamo voluto trovare elementi d’ispirazione che potessero accompagnare il marchio e la sua gamma nel futuro. Icona c’è servita molto per raggiungere questo obiettivo”.

Questa serie punta ad una clientela esclusiva, con uno spiccato senso del gusto. La Ferrari Daytona SP3 è entrata subito nel cuore dei collezionisti del “cavallino rampante”.

“Pensate – dice Galliera – che questa settimana (la scorsa, ndr.) abbiamo fatto vedere la vettura ai nostri selezionati owner del programma Icona e abbiamo visto persone piangere dall’emozione. Non ce l’aspettavamo nemmeno noi. La parola più ricorrente era ‘speachness’, cioè senza parole”.

Una hypercar da sogno, che si aspettava da tempo

Ferrari Daytona SP3

Tutti sono rimasti incantati, anche dai più piccoli dettagli di questa vettura. Il progetto ha fatto colpo, oltre le più rosee aspettative. Ricordiamo che la Ferrari Daytona SP3 prenderà forma in 599 esemplari, venduti al prezzo di 2 milioni di euro ciascuno. Le prime consegne inizieranno alla fine del 2022.

“Si tratta – conclude Galliera – di un’opera d’arte emozionante. Non è un salto indietro nel passato, ma l’espressione di un concetto iconico reso attuale”.

Il ragionamento viene ripreso da Flavio Manzoni, autore del suo design:

“L’estetica prende spunto dal passato, seppure in chiave moderna. Per la prima volta abbiamo avuto l’opportunità di ragionare al contrario, partendo dal design. Il risultato? Un oggetto d’arte. Sono molto affezionato a quest’auto, forse è la più bella di sempre”

Ferrari Daytona SP3: merita un posto al MoMA

Ferrari Daytona SP3

Giusto parlare di un gioiello che restituisce il piacere della bellezza, del coinvolgimento sensoriale e dell’emozione di guida. La spinta fa capo a un motore V12 aspirato da 6.5 litri, derivato da quello della 812 Competizione, che segna il nuovo riferimento assoluto per questa architettura motoristica.

Al suo attivo la bellezza di 840 cavalli di potenza massima, su un peso a secco di appena 1485 chilogrammi. Il suo sound è da pelle d’oca, le prestazioni anche. Per passare da 0 a 100 km/h bastano 2.85 secondi, mentre dopo 7.4 secondi i 200 km/h sono già un ricordo. La velocità massima è di oltre 340 km/h.

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