Durante un question time alla Camera, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha detto che il Governo Draghi considera prioritario il settore dell’automotive. Non è quindi da sottovalutare la possibilità che l’Esecutivo appoggi la proposta di inserire nella legge Bilancio 2022 una misura di rifinanziamento degli incentivi auto, tenendo conto delle ultime evoluzioni di mercato.
Per Giorgetti, gli incentivi auto hanno un obiettivo: produrre benefici ambientali e sostenere il comparto. E quindi si tratta di una misura rivolta alla riduzione delle emissioni inquinanti e parzialmente impattante sul sistema produttivo nazionale, sostiene il ministro.
Un trust di ministeri per gli incentivi auto
Sono tre ministeri ad agire in materia. Un trust. Come spiega Giorgetti, gli incentivi auto sono misure gestite in sinergia con il ministero della Transizione ecologica e con il ministero dell’Economia. Va infatti rammentato che il comparto automotive è messo a dura prova dalla transizione a nuove tecnologie e dalla carenza di materie prime e semiconduttori: la crisi dei chip.
Sì, ma quanti soldi nel nuovo eventuale fondo ecobonus auto? Per quali vetture? Il problema è grosso. In passato, sono arrivati incentivi col gontagocce. Spiccioli finiti subito. Che hanno disorientato i consumatori. E hanno reso impossibili le campagne delle Case auto.
L’auspicio è che si segua la linea di altre nazioni dell’Unione Europa. Servono fondi di miliardi di euro, in un momento così difficile. Una svolta per uscire da vecchi discutibili bonus e sussidi dannosi in altri settori, per favorire invece l’industria, l’economia, l’occupazione. A beneficio dell’ambiente, della sicurezza stradale, dei costi sociali dei sinistri, e di un abbassamento dei prezzi Rc auto.
Resta un grave problema. Ossia la mancata previsione di un intervento strutturale si somma all’assenza di misure specifiche nel PNRR (Piano nazionale) nella componente “transizione energetica e della mobilità sostenibile”. Urgono colonnine elettriche veloci. Stando alla filiera auto, in questo modo l’Italia diventa l’unico Paese europeo, con un’importante vocazione manufatturiera automotive, che non sostiene il consumatore auto. Verso l’acquisto di mezzi a zero e bassissime emissioni.