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Alfa Romeo 33.2 Pininfarina: la Ferrari 250 P5 del biscione

Uno slancio creativo col marchio milanese, ma l’Alfa Romeo 33.2 è stata ispirata da una “rossa” emiliana.

Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale concept car
Screen shot da video YouTube di Pietro Pecco

L’Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale è una dream car del 1969, che riprende le linee della carrozzeria della Ferrari Pininfarina 250 P5 Berlinetta Speciale. Quest’ultima ha ispirato lo stile dello specchio di coda (e non solo) della nuova hypercar del “cavallino rampante” della serie Icona: la Daytona SP3.

Come sulla 250 P5, anche sull’Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale (nota anche come 33.2) il design porta la firma di Leonardo Fioravanti. La connessione fra i due modelli è molto marcata e nessuno fa mistero del fatto che l’auto del “biscione” sia, nel look, una sorella (quasi gemella) della proposta creativa che Pininfarina aveva gestito per il “cavallino rampante”.

Quella fuoriserie era stata pensata nel 1968 come evoluzione concettuale della 330 P4, ma non ebbe seguito. Così prese forma l’idea di riutilizzare il suo codice espressivo per una delle 6 auto da salone realizzate dai più noti carrozzieri italiani partendo dal telaio e dal motore dell’Alfa Romeo 33 Stradale. Il modello firmato Pininfarina fece il suo debutto in società al Salone dell’Auto di Parigi del 1969.

Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale: i dati tecnici

Queste le sue dimensioni: 4000 mm di lunghezza, 1800 mm di larghezza, 2350 mm di passo, 980 mm di altezza. Basso il valore del peso registrato alla bilancia, pari a 720 chilogrammi, Il compito della spinta era affidato a un motore V8 da 1995 centimetri cubi, con 230 cavalli all’attivo, erogati a 8800 giri al minuto. La potenza veniva scaricata a terra con l’ausilio di un cambio manuale a 6 marce. Si ipotizza una velocità massima nell’ordine dei 260 km/h, ma non è nei dati prestazionali che va letto lo spirito di questo progetto.

Stiamo parlando, infatti, di una dream car in esemplare unico, oggi custodita al Museo Storico Alfa Romeo di Arese. La chiave interpretativa dell’Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale è nello stile, di cui è frutto di ricerca. I tratti sono abbastanza fedeli a quelli della Ferrari Pininfarina 250 P5 Berlinetta Speciale, ma ci sono diverse modifiche sul frontale e, soprattutto, sulla coda, qui priva di quelle griglie orizzontali oggi riprese dalla Daytona SP3.

Sul modello del “biscione”, al loro posto, ci sono dei più convenzionali gruppi ottici a sviluppo orizzontale. Spuntano anche dei piccoli paraurti sdoppiati e un alloggiamento per la targa. Dettagli che fanno pensare al desiderio di realizzarne una piccola serie, non andato però a frutto. Anche i fari a scomparsa e le luci di posizione testimoniano questa velleità. Rispetto al prototipo di Maranello, qui cambia anche la fisionomia delle prese d’aria laterali. Per il resto, le due auto sono quasi sovrapponibili.

Un mix di forme, con molta cura dei dettagli, anche dentro

A dominare la scena ci pensa la miscela fra tratti tesi e curvilinei, fra volumi concavi e convessi. Il padiglione è dominato dalle superfici vetrate, che alleggeriscono la tela grafica. Molto interessante la soluzione del lunotto posteriore che lascia ben in vista il corpo propulsivo. L’apertura ad ali di gabbiano delle portiere aumenta l’impatto scenografico di questo prezioso modello.

Nell’abitacolo si respira la fascinosa semplicità espressiva dei bolidi da corsa, che badano al sodo, ma con qualche leziosità in più, sia sul piano del design che sul fronte dei materiali, qui decisamente più sfiziosi che sulle Sport. Molto riuscito l’abbinamento fra i rivestimenti in pelle marrone e la moquette beige, in perfetto pendant fra loro.

L’Alfa Romeo 33 Pininfarina Coupé Prototipo Speciale è sicuramente una dream car piena di appeal. Il suo look, oggi, torna di attualità, perché in qualche modo imita quello della Ferrari Pininfarina 250 P5 Berlinetta Speciale. Quest’ultima ha ispirato una parte del progetto stilistico dell’ultima “rossa”: la Daytona SP3. Diversi gli elementi che ne sottolineano la marcata parentela, specie nella vista posteriore.

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