Eppure si tratta di una delle fabbriche Stellantis che fin dai tempi di FCA ha dimostrato di essere immune o quasi alle crisi. Parliamo della Sevel di Atessa, fabbrica in cui Stellantis costruisce i furgoni Ducato.
Società europea veicoli leggeri, questa è la Sevel, stabilimento che da vita ai richiestissimi veicoli commerciali.
Adesso però anche lì si avverte forte la crisi. Anche in Abruzzo, a Val di Sangro in Provincia di Chieti, i nodi vengono al pettine.
La crisi dei semiconduttori infatti sta producendo non pochi scompensi anche nella fabbrica abruzzese. Dove da tempo i sindacati tutti chiedevano di stabilizzare i lavoratori interinali che da anni venivano impiegati restando sempre precari.
Alla Sevel tagli di fine anno?
Sono i sindacati a gridare all’allarme per quanto concerne la situazione lavorativa alla Sevel di Atessa. Stando a ciò che si legge su diversa stampa locale e non, sarebbero 200 i lavoratori a cui il contratto non sarà rinnovato.
Si parla di lavoratori precari, di lavoratori somministrati. La forza lavoro che alla Sevel è stata sempre utile nei periodi di massimo regime produttivo. Laboratori delle agenzie di lavoro interinale che per via della crisi dei semiconduttori adesso restano a casa.
Alla Sevel, società del gruppo Stellantis, la riduzione non si arresta. E da qui alla fine del 2021 200 interinali non verranno riconfermati. Un vero e proprio terremoto per il tessuto economico della zona che nella Sevel vede una delle principali fabbriche dell’area.
La crisi dei semiconduttori non fa sconti
Prima della pandemia la Sevel di Atessa viaggiava a pieno regime produttivo. Sembrano passati secoli e invece sono solo un paio di anni. Un periodo in cui la Sevel ha perduto già 900 lavoratori in servizio, tra somministrati lasciati a casa senza contratto e lavoratori Stellantis messi in cassa integrazione. E adesso gli altri 200, a cui si aggiungeranno come prassi 1.700 in cassa integrazione a rotazione. Ma poi, si parla anche di una pausa natalizia di circa tre settimane, ovvero più lunga del solito.
E la Fiom Cgil lancia l’allarme, criticando la situazione attuale dello stabilimento abruzzese.
“Ragazze e ragazzi saranno mandati a casa. Tra fermi produttivi dichiarati da un minuto all’altro, cassa integrazione senza rotazione, programmazione della produzione con personale ridotto, chiusura natalizia dal 23 dicembre al 10 gennaio 2022 e la Polonia che inizierà a produrre il Ducato, sempre dal 2022. E noi della Fiom saremmo dei catastrofisti? Cos’altro deve accadere per prendere coscienza della situazione e decidere che è ora di agire?”
Questo ciò che ribadiscono dalla segreteria regionale della Fiom. La preoccupazione dei sindacati è evidente, ed a poco sono servite le rassicurazioni dei vertici aziendali nell’ultimo vertice al Mise con il Ministro Giorgetti e i sindacati.
AL titolare del dicastero dello Sviluppo Economico Stellantis ha “giurato” che la produzione dei furgoni di Val di Sangro non verrà spostata in Polonia (a Gliwice dove Stellantis ha convertito una fabbrica Opel in una fabbrica di veicoli commerciali). Il Fiat Ducato quindi resterà alla Sevel di Atessa, ma i sindacati alla pari dei lavoratori, chiedono sicurezze maggiori che non siano solo le semplici promesse dei vertici aziendali, anche se fatte in sede istituzionale al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma.
Serve la garanzia che Stellantis voglia investire in Abruzzo e nella Sevel
Tempo fa, il fatto che la Sevel di Atessa dopo le vacanze estive riaprì in ritardo, si scontrò con il fatto che in Polonia, la stessa Stellantis, aveva deciso di anticipare i tempi della riconversione dello stabilimento di Gliwice.
Sembrava il preludio ad una dislocazione della produzione dall’Italia alla Polonia. Infatti la fabbrica PSA di Gliwice, oggi Stellantis, dove storicamente si producevano le Opel Astra, da febbraio 2022 si costruiranno furgoni, tra cui un Fiat Ducato (ma quello a passo lungo). Doveva partire ad aprile, ma Stellantis ha deciso di accelerare di un paio di mesi. E i sindacati di questo sono seriamente preoccupati perché tra le righe leggono il rischio di smobilitazione verso la Polonia.
“Questa situazione non coinvolge solo la Sevel, ma inizierà a coinvolgere in modo pesante anche l’indotto. Come Fiom auspichiamo che le altre organizzazioni sindacali decidano seriamente e concretamente di costruire insieme un percorso unitario. Ora più che mai c’è bisogno di un confronto unitario con l’azienda per capire come si deve gestire questa situazione e soprattutto iniziare ad affrontare il problema del futuro dello stabilimento a partire dall’intenzione di Stellantis di investire sul nostro territorio”.
Questo un altro spaccato delle dichiarazioni provenienti dalla Fiom Cgil, che tra le altre cose ha deciso di convocare una assemblea in fabbrica, preludio di una vertenza.