In casa Exor è tempo di Investor Day e il presidente della holding di casa Agnelli, John Elkann, ha illustrato quelle che saranno le effettive prospettive in accordo con le richieste proposte dagli analisti. Ne deriva una possibilità di investimento decisamente impressionante visto che nel breve termine subirà un rialzo di circa 8 miliardi di euro: da 1 miliardo passerà a 9 miliardi di euro.
Ciò poiché John Elkann ha confermato che entro fine anno sarà firmata la vendita della società americana PartnerRe al Gruppo Covea per un valore di quasi 8 miliardi di euro. In questo modo Exor potrà utilizzare una parte del miliardo di euro per abbassare il debito di mezzo miliardo, fino al valore di 4 miliardi, mentre l’altra metà sarà utile per remunerare gli azionisti mediante un’operazione di buyback che Exor ritiene più vantaggiosa del canonico dividendo.
Settori specifici per differenziare l’investimento di Exor
In questo modo Exor punterà sul comparto del lusso, della tecnologia e anche della sanità (in accordo con la condizione che si è creata in questi ultimi anni, legata alla Pandemia). Allo stesso tempo John Elkann ha anche definito quella che sarà la mission di Iveco che sarà effettivamente scorporata da CNH Industrial puntando a prospettive utili a farne un’effettiva società autonoma. Ipotesi di fusione come già fatto nel caso di Stellantis dovrebbero essere attualmente escluse, ma allo stesso tempo Elkann ha ammesso che l’acquisizione di Oto Melara dal Gruppo Leonardo è da escludere al momento: viene mantenuta la proficua collaborazione che comunque al momento intercorre fra le parti.
John Elkann ci ha tenuto anche ad escludere le voci che volevano Exor interessata ad Armani, ammettendo che non si tratta di un’azienda in vendita. Pare chiaro invece che i 9 miliardi di investimenti plausibili non saranno destinati a Stellantis, e quindi non al comparto dell’automotive. Il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA viaggia su piani di sviluppo autonomi.
Si comprende quindi che Exor continua oggi come ieri a ragionare su utili e risultati decisamente positivi. Parte di questi elementi derivano da Ferrari, che ha garantito ai soci un ritorno superiore al 61%, e FCA che è stata in grado di garantire un interessante 44,1%.