Ecco una nota lieta di un mercato italiano disastroso: va forte il noleggio lungo termine auto, sia per professionisti con partita IVA sia per privati. Come spiega Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia, l’unico dato positivo è costituito dalla performance del noleggio lungo, che conquista quasi 2 punti in più di market share. La sua fetta di torta aumenta parecchio quindi sul totale.
Nel cumulato dei primi 11 mesi del 2021, il comparto del noleggio a lungo termine è quello che dà il riscontro migliore: oltre 42.000 immatricolazioni in più (+21,91%), arrivando a superare le 234.000 unità. Per i privati, invece, la crescita va assottigliandosi di mese in mese: l’attivo rispetto al 2020 è ora pari a meno di 60.000 unità, dato che corrisponde a una crescita del 7,38%.
Per Saladino, questo è un segnale inequivocabile che questa formula convince sempre più utilizzatori, aziendali e privati. A fine anno saranno 250.000 le nuove immatricolazioni di noleggio lungo termine. Con un incremento sul 2020 di quasi 18 punti percentuali: 3 volte tanto il margine di miglioramento del canale vendita.
Noleggio lungo termine, motore chiave dell’elettrico
In più, chiosa Saladino, il noleggio lungo termine dà un contributo sostanziale nella transizione verso l’elettrico: un obiettivo che, stante la situazione congiunturale difficile, sembra sempre molto lontano.
Fin qui, Dataforce. Ora, le nostre considerazioni. Perché il noleggio è la chiave dell’elettrico? Perché la macchina a batteria viene assaggiata dall’azienda, dal professionista, dal privato. Se piace, chissà, magari in un secondo momento può anche esserci l’acquisto. Sempreché non ci si innamori di una formula come il noleggio. Tutto comodo: nel canone mensile c’è tutto.
Invece, disastro per il noleggio breve termine: weekend, una settimana. Per i rent-a-car, invece, il dato complessivo del 2021 è negativo: -4,63% sul 2020, con un totale delle immatricolazioni di circa 80.000 unità. In pratica questo canale ha più che dimezzato la sua consistenza rispetto al 2019 e agli anni precedenti ante-Covid. Ovvio: col coronavirus, si viaggia meno per lavoro e per piacere.