Puntata numero mille della telenovela superbollo. Il capitolo più recente della vicenda vede una proposta di abolizione della sovrattassa per le auto potenti. In commissione Bilancio, nell’ambito della discussione sulla finanziaria, c’è un emendamento che vuole far fuori per sempre il superbollo. Nei giorni scorsi, le commissioni Finanze e Lavoro di Palazzo Madama avevano respinto un emendamento per la cancellazione dell’odioso balzello.
Morale: oggi il superbollo c’è, si paga. Se e quando l’ennesima proposta verrà discussa, si vedrà il destino di questa sovrattassa. In passato, nelle altre puntate della telenovela, altre proposte analoghe per cancellare la stangata sono state bocciate.
La triste e stucchevole storia del superbollo inizia col Governo Berlusconi, nell’estate del 2011: sovrattassa sulle auto con più di 225 kW di potenza, con € 10 per ogni kW in più. Una legnatina che si somma al bollo auto, da versare alla Regione di residenza.
La mazzata letale arriva col Governo dei tecnici di Monti, pochi mesi dopo. Primo: viene abbassata la soglia d’ingresso a 185 kW. Secondo: si raddoppia l’importo da 10 a 20 €/kW.
Perché piovono critiche da ogni parte ai tecnici di Monti? Anzitutto, questa è una tassa da 113 milioni di euro l’anno. Pochissimo. In rapporto a quanti soldi e a quante risorse si impiegano per il microprelievo. Poi, il superbollo bastona le auto potenti che creano un notevole business in termini di IVA per lo Stato, Imposta provinciale di trascrizione per le morenti Province, bollo auto per le Regioni affamate di quattrini. E ancora: accise sui carburanti e IVA sulla manutenzione, ossia sempre denaro allo Stato.
Superbollo poco efficace: auto potenti in fuga
Inoltre, si è assistito a un fenomeno drammatico: le auto potenti esportate all’estero, in Paesi dove vengono invece coccolate. Bizzarria: le macchine che escono dalla culla dei motori, ossia l’Italia, per andare ad abbellire le strade chissà dove.
Solo l’automotive è contro il superbollo? Si tratta di una presa di posizione faziosa? No. La scorsa primavera, il Parlamento (e non un consorzio di Gruppi automobilistici) ha inserito il superbollo nell’elenco dei microprelievi. Questi sono le tasse che garantiscono lo 0,01% delle entrate tributarie dello Stato, e lo 0,1% di quelle delle Regioni e dei Comuni. Una goccia nell’oceano. Da cancellare e sostituire con imposte più mirate e convenienti per lo Stato.
Fatto sì è che dal 2011 a oggi, siamo ancora a discuterne. Fino alla prossima puntata di questa orribile serie tv. Peccato: una volta eliminata quella tassa, sarebbe auspicabile parlare di incentivi strutturali da miliardi di euro per le vetture pulite e la transizione elettrica.