Il 2 febbraio del prossimo anno, nella suggestiva cornice di Parigi, sarà battuta all’asta una preziosa Ferrari 550 GTC del 2003. L’esemplare, con telaio numero 2102 e con motore identificato dal codice 0303 550, si offre allo sguardo con una vistosa livrea gialla e rossa. Una miscela molto gradevole, dove si coniugano i due colori più rappresentativi delle auto del “cavallino rampante”.
La vendita sarà curata dagli esperti di RM Sotheby’s, quindi tutto si svolgerà nel segno dell’eccellenza. Al momento non si hanno notizie dettagliate sul lotto. In attesa che venga diffusa la scheda di vendita, abbiamo fatto una ricerca storica su altri canali, per avere in anticipo alcune notizie. Aggiorneremo il post quando l’auto all’asta avrà una descrizione ufficiale.
C’era lo zampino ufficiale
La Ferrari 550 GTC destinata a passare sotto il martello del banditore prese forma con l’intervento di N-Technology. Si tratta di uno dei due esemplari sviluppati direttamente per la Ferrari. Notevoli le modifiche apportate al telaio, che è stato irrobustito per la missione agonistica. Diversa la collocazione del motore, posto più in basso, per migliorare il baricentro della vettura.
Si tratta di un V12 derivato da quello della granturismo stradale, ma reso più corposo. La sua potenza massima sfiorava i 600 cavalli, pur in presenza dei limitatori. Questa energia veniva scaricata a terra con l’ausilio di un cambio sequenziale Hewland. L’albero di trasmissione era in fibra di carbonio. Stesso materiale usato quasi totalmente per la carrozzeria della vettura da corsa messa all’asta da RM Sotheby’s. Il risultato? Una bella cura dimagrante, funzionale alla tela prestazionale.
Il compito di portare in gara questa “rossa” fu affidato al team francese JMB Racing, che le fece disputare alcune sfide del Campionato FIA GT nel 2003. L’esemplare con telaio n. 2102 entrò in scena soltanto in quattro appuntamenti di quella stagione sportiva. Pur pagando due anni di gap, in termini di sviluppo sul campo, rispetto alla 550 GTS di Prodrive, seppe mettere in mostra un buon profilo prestazionale.
Ferrari 550 GTC: sfortunata in gara
Purtroppo i risultati non premiarono le sue qualità. Avrebbe meritato di più, alla luce della tempra messa in mostra. Da segnalare la performance alla 24 Ore di Spa, con Philipp Peter, Fabio Babini e Boris Derichebourg al volante. I tre guadagnarono il decimo in griglia di partenza. Dopo 6 ore il loro esemplare si trovò in testa alla classifica assoluta. Dopo 12 ore di battaglia, la loro Ferrari 550 GTC era seconda. Poi dei problemi meccanici la condussero al ritiro. Questo quando già 326 giri erano stati messi in archivio.
Le altre sfide disputate furono la 3 Ore di Donington, la 3 Ore di Anderstorp e la 3 Ore di Oschersleben. All’inizio del 2005 l’auto fu venduta da AF Corse a Piero Nappi. Con lui affrontò le insidie del Campionato Italiano della Montagna, vincendo di tutto. La Ferrari 550 GTC ha riportato in pista fra le Gran Turismo il marchio di Maranello, con una vettura a motore anteriore, circa tre decenni dopo la 365 GTB/4 Daytona Gruppo 4.
Per lei non ci fu alcuna benedizione ufficiale della casa di Maranello. Ecco perché, almeno nelle fasi iniziali, fu sviluppata privatamente. Ma poi i vertici del “cavallino rampante” decisero di rivedere questa posizione, almeno in parte, con un coinvolgimento più diretto. Forse lo spessore delle performance palesate in pista fu un incentivo alla svolta. La Ferrari 550 GTC di cui ci stiamo occupando è una figlia di questa revisione strategica. Ora la vettura rossa e gialla di N-Technology andrà all’asta, a Parigi. Le stime della vigilia, secondo le prime indiscrezioni, ballano in un range da 2 milioni a 2.5 milioni di euro.
Discendente racing della Maranello
Base di lavoro fu il telaio della 550 Maranello, ma il propulsore derivava dalla 575 M Maranello. La prima delle due fu prodotta a partire dal 1996. Il suo arrivo sul mercato giunse in sostituzione dell’iconica Testarossa, al vertice del listino commerciale della casa emiliana. Rispetto a quella, segnava il ritorno al motore disposto anteriormente, quindi con i buoi davanti al carro. In essa si respiravano le note della 365 GTB/4 Daytona, alla quale pare chiaramente ispirata.
Pininfarina, con la 550 Maranello, fece un eccellente lavoro stilistico, ma la personalità esuberante della Testarossa non le ha permesso di sostituirla nel cuore degli appassionati. Dopo di lei, tutte le berlinette V12 del normale listino hanno seguito la stessa impostazione, fino all’attuale 812 Superfast, sua discendente contemporanea.
Le prestazioni della 550 Maranello segnavano un grande progresso su quelle dell’auto che andava a sostituire, nonostante l’indole più confortevole messa sul piatto. Il suo motore di nuova generazione era plasmato in lega leggera, con bielle in titanio, come i bolidi di Formula 1. La trazione era posteriore. Perfetta la distribuzione dei pesi garantita dallo schema transaxle, con cuore anteriore e cambio in blocco col differenziale sull’asse posteriore. Notevoli le performance, valida la sua ingegneria. I risultati in pista lo confermarono. Chapeau!