L’evoluzione tecnologica delle auto le ha rese molto più affascinanti, sicure, prestazionali e comode. Al contempo, specie con l’avvento delle vetture a batteria, i potenziali acquirenti sono disorientati dalle mille sigle elettriche: BEV, PHEV e tante altre ancora. Un mondo complicato, quello delle vetture, che può avere riflessi negativi: al momento di fare il grande passo, magari si getta la spugna.
BEV, PHEV e gli altri acronimi: l’automotive elettrificato oggi
Come chiunque di voi conosce alla perfezione, la sigla più usata è BEV: Battery Electric Vehicle. Elettrica al 100%, senza nessun aiuto di nessun genere. Per esempio, la Fiat Nuova 500 elettrica. La batteria si ricarica tramite una fonte di alimentazione esterna. Privo di emissioni a livello locale. Che poi per produrre la batteria e per smaltirla si inquini, è altro discorso. Idem la produzione di elettricità da fonti inquinanti, come i fossili.
Durante la marcia, la batteria si ricarica anche tramite l’energia recuperata. L’energia della frenata viene riconvertita in elettricità quando si stacca il piede dall’acceleratore o si preme il freno. Con autonomia variabile in base a mille fattori.
La Commissione Europea propone di imporre la produzione di BEV dal 2035. La Cop26 di Glasgow proponeva di imporre la produzione di BEV dal 2040 nel mondo.
PHEV. Plug-in Hybrid Electric Vehicle. Auto ricaricabile come uno smartphone, alla spina. Il motore a combustione ricarica la batteria se la potenza è insufficiente. La batteria può essere ricaricata da una fonte di alimentazione esterna. Se si viaggia solo a batteria, non inquina. Se si viaggia col termico, inquina, magari anche più di altre auto solo a benzina o solo diesel, in quanto porta appresso il peso della batteria. Per esempio, la Jeep Compass 4xe Plug-In Hybrid.
Spesso nell’occhio del ciclone. Per due motivi. Primo: numerosi portali sparano bufale riprendendo report fake news, che parlano di vendite e produzione delle elettriche. Quando in realtà nel calderone finiscono anche le PHEV. Secondo: c’è chi le vede come uno strumento dei Gruppi auto per stare dentro i limiti alle emissioni voluti dall’Unione Europea.
La batteria di BEV e PHEV viene ricaricata tramite cavo presso una stazione di ricarica (privata/pubblica). A casa, con wallbox, paghi non molto. Per strada, secondo la colonnina, la batteria, il prezzo al consumo, il fornitore, l’eventuale abbonamento flat, il rispetto delle tempistiche, il prezzo raddoppia: ci sono oneri fiscali e parafiscali pesantissimi in Italia. Un freno reale allo sviluppo dell’auto elettrica, di fronte al bla bla politico.
Per non parlare del fatto che ci sono solo 25.000 punti di ricarica, e che sulle autostrade le stazioni fast sono pochissime. Così, lo sviluppo della macchina a batteria era, è e sarà utopia nel nostro Paese. I fornitori non hanno nessuna colpa di fronte all’immobilismo burocratico-amministrativo. Discorso a parte per i favolosi Supercharger Tesla, che il mondo invidia a Musk.
Per YATO Dynamics, solo BEV e PHEV sono le elettrificate. Ossia le PEV: auto elettriche plug-in. Per altri, le elettrificate sono anche quelle che seguono.
Segue un elenco infinito di sigle. Ne analizziamo solo alcune.
Acronimi auto elettrificate
Mild Hybrid (mHEV). Alimentate da un motore a combustione, potenziato da un motore elettrico compatto (sotto 20 kW). fa da supporto del motore a combustione. Così, fa calare i consumi di carburante e fornisce una coppia migliorata a bassi regimi. Per esempio, la Fiat Panda Hybrid. Macchine un po’ criticate dai Gruppi auto che invece puntano solo su elettrico (BEV) o su PHEV, cioè sulle PEV.
Full / Strong Hybrid (sHEV). Mezzo con un motore a combustione e uno alimentato a batteria. Alle basse velocità (fino a 50 km/h) e nelle brevissime distanze, è possibile una propulsione solo elettrica. Chi produce l’elettricità necessaria a mettere in funzione il motore elettrico? Il motore a combustione.
Range Extender Vehicle (E-REV). Elettrica con un piccolo motore ausiliario a combustione che ricarica la batteria. Ma non fa funzionare il veicolo meccanicamente.
Fuel Cell Electric Vehicles (FCEV). Ha un motore elettrico. L’elettricità è generata da celle a combustibile idrogeno. Combinando l’idrogeno con l’ossigeno. Emissioni a livello locale? Zero.