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Poche auto nuove vendute: voragine IVA di 5,5 miliardi

Lo Stato perde una montagna di denaro: poche auto nuove vendute, voragine IVA di 5,5 miliardi. Servono incentivi importanti

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Il mercato auto va a picco in Italia. Un po’ per la crisi dei chip, un po’ per l’assenza di incentivi, e un po’ perché i consumatori sono legittimamente disorientati da una politica oscillante. In tutto questo, ci perde tantissimo anche lo Stato. Infatti, c’è una voragine IVA di 5,5 miliardi di euro per le mancate immatricolazioni.

Stando a quanto Andrea Cardinali (direttore generale Unrae, Unione Case estere) dice a fleetmagazine.com, si sta trascurando l’impatto che il collasso del settore sta avendo sull’Erario. La stima nel triennio dal 2020 al 2022 per il solo buco di IVA sulle vetture nuove sarà di 5 miliardi e mezzo abbondanti.

Soluzione? Cardinali auspica un rinsavimento di chi ha in mano le leve, che sia il Governo o le forze di maggioranza. Serve che qualcuno capisca l’importanza del mondo automotive per il nostro Paese. Siamo in tempo, a fine 2021? In zona Cesarini, con un emendamento governativo, potrebbe essere inserito qualcosa nel disegno legge Bilancio 2022.

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Incentivi auto importanti per rinascere

L’ideale è un miliardo di euro l’anno di ecoincentivi. Per tre anni. Se no, le cose si mettono malissimo. Quest’anno chiuderemo sotto il milione e mezzo di vetture immatricolate in Italia, mentre prima del Covid eravamo a 2 milioni. Per l’anno prossimo, non è lecito attendersi nulla di meglio, continua Cardinali.

Altro problema: ci sono strutture di vendita dimensionate per un mercato che non c’è più. Prima o poi l’impatto occupazionale, anche se frammentato su tante realtà diverse, ci sarà.

Dato che in questo Paese il 90% delle persone e delle merci viaggia su gomma e il parco veicolare è una spina dorsale, non considerarlo è un grosso errore, chiosa Cardinali.

Gli fa eco Michele Crisci, presidente Unrae: non si può accompagnare in modo efficace e sostenibile la transizione verso la decarbonizzazione se non si interviene sostenendo la domanda con un piano strutturale e pluriennale. Anche per il ricambio del parco circolante. Per una maggiore diffusione delle nuove tecnologie, sono necessari incentivi anche a fronte di rottamazione, altrimenti vanificheremo gli effettivi benefici ambientali.

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