Toccarla piano, ma anche no. Negli scorsi giorni sono fuoriuscite delle indiscrezioni circa il possibile ritorno di Jean Todt in Ferrari. Dopo aver occupato per 12 anni la poltrona di presidente della FIA, l’ex direttore generale del Cavallino Rampante potrebbe compiere un salto nel passato. Stando ad alcune voci di corridoio, il team di Maranello gli avrebbe sottoposto un contratto, nella speranza di rinverdire i fasti del passato. Quando a bordo della Rossa sedeva un certo Michael Schumacher.
Todt: la stroncatura di Briatore
Di recente, il team principal Mattia Binotto ha espresso commenti favorevoli all’approdo di Todt, sebbene avesse parlato di semplici speculazioni. Chi è profondamente contrario al comeback è Flavio Briatore. In un’intervista concessa al quotidiano Libero, l’imprenditore ha manifestato notevole scetticismo: i consulenti sono figure che non servono a nessuno, fanno perdere giusto tempo, ha tuonato. E poi con la carriera di Todt non crede possa accettare un ruolo simile. La squadra di lavoro non è un ambiente semplice, adatto ai consulenti: occorre viverlo.
Secondo il manager cuneese, il contributo di Todt non potrebbe essere accostato alle mansioni svolte da Marko alla Red Bull. Il secondo lo considera qualcosa in più di un consulente. È sul pezzo, è sempre lì. Assieme a Chris Horner coordina, amministra.
Le parole per Michael Schumacher
A margine del Gala della FIA a Parigi, Todt non è intervenuto sulla questione. Tuttavia, ha approfittato dell’occasione per spendere bellissime parole verso Michael Schumacher, con il quale ha vissuto una delle epoche più memorabili nella storia del motorsport. Gli manca parecchio Michael, perché è e sarà sempre parte della sua esistenza. Sono riusciti a costruire tanto, in quanto hanno sofferto insieme, e ciò li ha rafforzati.
Dodici anni fa, nel momento dell’investitura di numero uno della FIA, era invitato ad avere sei persone accanto per sostenere la propria elezione. Ricorda di averne chieste tre: la moglie, il figlio e Michael. Non lo scorderà mai. Cede il testimone a Mohammed Ben Sulayem, 60enne emiro ex pilota, primo non europeo a ottenere la carica.
Ai microfoni Todt si è detto abbastanza felice di aver chiuso il capitolo. Ha portato avanti la presidenza per un lungo periodo. Ed è stato impegnativo ottemperare al compito nel modo in cui se ne è preso cura. Sente che la FIA avrà di che beneficiare da una squadra rinnovata e fresca. Lascia in eredità un gruppo incredibile, capace di portare avanti l’attività pure con il team appena eletto, ha concluso il 75enne.