Le Ferrari sono nate scoperte. Era una barchetta la prima “rossa”, la 125 S del 1947. Molte delle opere iniziali della casa del “cavallino rampante” non avevano il tetto. Analoga la natura di alcune delle auto di Maranello più belle di sempre. Gran parte sono da gara, ma anche le stradali da vivere en plein air sono state (e sono) delle autentiche opere d’arte.
Oggi non vogliamo spingerci troppo indietro con le lancette del tempo e preferiamo concentrarci su modelli di più fresca attualità. Tra questi abbiamo voluto stilare una lista dei più potenti. Non sono “soltanto” le “rosse” aperte con più cavalli dell’era moderna, ma le auto stradali del marchio più vigorose di sempre fra quelle godibili a cielo aperto. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta. Quando siete pronti, premete sul tasto “Start Engine” e iniziate a snocciolare l’articolo.
Ferrari SF90 Spider
A questa supercar va il primato di auto stradale più potente fra le scoperte del “cavallino rampante”. Mai nella gamma commerciale del marchio di Maranello c’era stata una “rossa” più generosa di questa in termini di energia propulsiva. Si tratta anche della prima vettura ibrida con tetto rigido ripiegabile (RHT) della line-up Ferrari. I numeri sono da brivido. La Ferrari SF90 Spider eroga infatti 1000 cavalli. Il merito dello straordinario risultato è in gran parte ascrivibile al motore endotermico biturbo V8 da 4 litri di cilindrata, che mette sul piatto 780 cavalli. Sono quelli rombanti, amati dagli appassionati, sempre molto sensibili alle musicalità meccaniche.
I 220 cavalli residui giungono dalle tre unità elettriche della power unit, orientata alle performance estreme. Basti dire che l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 2.5 secondi, mentre dopo 7 secondi dalla partenza da fermo i 200 km/h sono già un ricordo. La velocità massima si spinge nel territorio dei 340 km/h.
Sono cifre pazzesche, ma ancora più impressionante è il tempo sul giro ottenuto sulla pista di Fiorano, dove la Ferrari SF90 Spider ferma il cronometro su 1’19″5. Nessuna scoperta di serie del “cavallino rampante” si era spinta a questo livello tra i cordoli del circuito di casa. I dati sono al top, ma ancora più esaltanti sono le emozioni regalate ai fortunati ospiti del suo abitacolo. Questa supercar è un vulcano, da cui sgorgano immensi getti di lava fatti di piacere puro.
Sulla Ferrari SF90 Spider, come sulla coupé, viene proposto in opzione l’Assetto Fiorano, che si differenzia dall’allestimento standard per una serie di contenuti esclusivi, orientati a un quadro prestazionale ulteriormente affinato. Anche così, però, cede qualcosa in termini prestazionali alla versione chiusa, a causa del peso più alto, ma lo scarto è quasi insignificante. In compenso c’è il piacere di guida a cielo aperto, che amplia la gamma emotiva, consegnando sensazioni a più largo raggio.
Come abbiamo evidenziato in altre occasioni, il look della Ferrari SF90 Spider, pure da chiusa, migliora quello della SF90 Stradale. La cosa non è ricorrente per le auto scoperte, ma qui è successo. Secondo me, infatti, l’area del lunotto è più snella e meno tormentata che sulla coupé. Potendo scegliere, comprerei lei. La Ferrari SF90 Spider è un gioiello tecnologico, dove sono affrontati al meglio tutti i temi legati alla dinamica del veicolo.
I tecnici della casa di Maranello si sono giovati del loro invidiabile know-how per confezionare un prodotto di riferimento, con performance fuori dal comune. Il pacchetto tecnico di questa “rossa” si giova del cambio DCT a 8 rapporti con Ediff, dell’assale anteriore RAC-e dotato di due macchine elettriche indipendenti, dell’unità MGUK posizionata tra motore e cambio. Grande l’armonia fra le componenti tecniche ed aerodinamiche, per una miscela preziosa, che conquista in tutte le dimensioni sensoriali.
Ferrari LaFerrari Aperta
Fino all’arrivo in listino della SF90 Spider, la Ferrari LaFerrari Aperta era la “rossa” più potente fra quelle stradali godibili en plein air. Ancora oggi resta la regina, in termini di prestazioni, fra le hypercar in tiratura limitata del marchio, in attesa della sua erede, che darà continuità a una stirpe i cui nomi fanno tremare i polsi: GTO, F40, F50, Enzo. La F50 è l’unica fra queste ad essere fruibile in modalità scoperta.
Nata per celebrare i 70 anni della casa di Maranello e destinata ai clienti più appassionati, la Ferrari LaFerrari Aperta ha preso forma in 210 esemplari. L’ultimo della famiglia fu consegnato alla moglie di Bernie Ecclestone. Recentemente è stato messo all’asta. La sua vendita si è chiusa in un baleno. Del resto, la Ferrari LaFerrari Aperta è una vera calamita per gli appassionati e per i collezionisti.
Come dicono gli uomini dell’azienda emiliana, l’intenso sviluppo condotto dai tecnici, con interventi mirati nelle aree del telaio e dell’aerodinamica, ha permesso di creare una vettura roadster che, a parità di prestazioni, vanta le stesse caratteristiche di rigidità torsionale e flessionale e lo stesso coefficiente di resistenza aerodinamica della coupé. La Ferrari LaFerrari Aperta dispone di hard top in fibra di carbonio e soft top. Offre le stesse doti meccaniche e prestazionali de LaFerrari.
Identico il powertrain, composto da un motore termico V12 da 6.3 litri con 800 cavalli di potenza, accoppiato a un sistema HY-KERS, che aggiunge i cavalli mancanti per raggiungere la quota complessiva di 963 cavalli. Il modo in cui si esprimono questi purosangue di razza è entusiasmante, in termini di erogazione e di sonorità. Impossibile resistere al fascino del suo sound, che entra nel cuore dalla porta principale.
Davvero inebriante questo coro di elementi meccanici. Si starebbe giorni interi ad ascoltarlo, ininterrottamente. Il privilegio della sue note, nel mondo reale, appartiene a pochi eletti, che possono gustarle quando gli pare. Sono dei soggetti molto ricchi. Beati loro. Nella versione Aperta, questa orchestra a dodici cilindri si può vivere ancora meglio, per scariche di adrenalina di assoluto riferimento. Qui c’è la migliore arte di Maranello. Il modello fa sognare ad occhi aperti, per il fascino delle sue forme e per i contenuti tecnologici espressi.
Splendido l’handling e straordinarie le performance, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 3.0 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 7.0 secondi, da 0 a 300 km/h in 15 secondi. La velocità massima supera i 350 km/h. Ciò che le cifre non raccontano è però la qualità sublime del coinvolgimento emotivo regalato dalla Ferrari LaFerrari Aperta. Qui si vola davvero alto. Ora si è in attesa della sua erede. Speriamo che sia sempre con lo stesso frazionamento e con un cuore sonoro come il suo, perché le performance dinamiche non sono tutto in un giocattolo del genere.
Ferrari Daytona SP3
Il nuovo gioiello della serie Icona scrive una nuova pagina di splendore nella storia della casa del “cavallino rampante”. Questa hypercar in tiratura limitata fa sognare ad occhi aperti, con il fascino delle sue forme, meno fluide di quelle delle Monza SP1 ed SP2, ma coinvolgenti in modo straordinario. Qui si respirano le atmosfere delle gare di durata dei tempi romantici, ma il look è proiettato al futuro.
La Ferrari Daytona SP3 sembra un’astronave giunta da un pianeta più evoluto del nostro, ma scivolando con lo sguardo sui lineamenti della carrozzeria emerge la connessione con alcune delle più nobili espressioni dell’arte a quattro ruote del pianeta Terra. I manager dell’azienda emiliana hanno voluto rimarcare la cosa, anche alle Finali Mondiali Ferrari 2021 del Mugello. Qui hanno fatto sfilare la nuova auto sportiva in compagnia delle Ferrari 330 P3/4, P4 e 412 P. Sono i modelli che tagliarono in parata la linea di arrivo della 24 Ore di Daytona del 1967. A quella magnifica tripletta rende onore il nome della nuova “rossa”.
La 330 P4 ha dato alla Ferrari Daytona SP3 l’ispirazione concettuale, in parte connessa anche alla 250 P5 Berlinetta Speciale. Il trattamento stilistico dello specchio di coda, infatti, si lega a questa concept car, pensata nel 1968 da Leonardo Fioravanti per Pininfarina come evoluzione di quel prototipo da gara. Impossibile resistere al fascino della più recente creatura del “cavallino rampante”: un modello che gli appassionati aspettavano con ansia, altro che la Purosangue. Qui c’è un omaggio alla migliore tradizione del marchio e al suo spirito più nobile.
Come su ogni “rossa”, anche sulla Ferrari Daytona SP3 il cuore di tutto è il motore, che celebra al meglio la magia delle unità aspirate a combustione interna. Roba da meritare la salvaguardia dell’Unesco. Si tratta di un V12 aspirato da 6.5 litri, nato dall’affinamento di quello della 812 Competizione, che segna il nuovo riferimento assoluto per questa architettura motoristica, con 840 cavalli di potenza all’attivo.
Il sound è da pelle d’oca, specie quando ci si spinge in alto, verso i 9500 giri. Non c’è niente di paragonabile nell’universo automobilistico. Poesia allo stato puro. Una vera orchestra alle spalle di chi ha la fortuna di occupare i due sedili. Le prestazioni sono all’altezza del quadro: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi, da 0 a 200 km/h in 7.4 secondi, velocità massima di oltre 340 km/h. Ancora più incisive sono le scariche di adrenalina: quelle non possono essere raccontate dai numeri.
Come già evidenziato in altre circostanze, la Ferrari Daytona SP3 è la seconda opera della serie Icona, destinata ad una clientela ricca, competente e di grande gusto estetico. Si tratta di una vettura targa, derivata dalla struttura base della Ferrari LaFerrari Aperta. Rispetto a questa, però, guadagna un’identità completamente diversa. Nel progettarla, Flavio Manzoni ha dato sfogo alla sua vena creativa, dando il giusto riguardo al tema aerodinamico. Ne deriva un’auto incantevole, che assicura un alto carico deportante senza sporcare la plasticità delle sue linee e senza fare appello ad elementi attivi.