Una Ferrari F40 del 1988, utilizzata nel campionato giapponese JGTC, è in vendita a trattativa privata su BH Auctions. Questa vettura da gara nasce da una rivisitazione in chiave agonistica del modello di serie. La cosa singolare è che è disponibile con targa, per circolare su strada. La serie Gran Turismo dove ha trovato impiego è iniziata nel 1994 ed ha posto le basi per quella che sarebbe diventata la massima categoria di corse nel paese del Sol Levante, il Super GT.
A puntare sulla “rossa” di Maranello fu il Team Taisan, incentivato nella scelta dallo splendore della supercar del “cavallino rampante”, impegnata nel Campionato Italiano GT. Il primo impegno agonistico di questa Ferrari F40 prese forma al Fuji Speedway. Nonostante si trattasse in sostanza di una vettura di serie, seppe tenere il passo di bolidi ben più elaborati per la prospettiva sportiva. Nel suo curriculum anche pole position e vittorie. All’attivo dell’esemplare in vendita ci sono 13876 chilometri. La richiesta è di 200 milioni di yen, pari a circa 1.560.000 euro.
La storia e le caratteristiche della Ferrari F40
Questo modello, prodotto dal 1987 al 1992, ha preso forma in poco più di 1300 esemplari, contro i 400 inizialmente previsti. Il fascino delle forme e del suo carattere scatenò infatti una corsa all’accaparramento, che fece saltare gli schemi iniziali della casa del “cavallino rampante“. Impossibile non farsi contagiare dal fascino inebriante della Ferrari F40, che si concede allo sguardo con linee mozzafiato, da antologia.
Il merito dello stile va a Pininfarina, la cui vena creativa si è espressa in modo straordinariamente efficace su questa opera d’arte a quattro ruote. L’esito degli sforzi progettuali è stata una supercar da sogno, che ha messo in ombra tutte le auto nate dopo di lei. Si tratta, certamente, della vettura sportiva più bella dell’era moderna e di una delle macchine più affascinanti di tutti i tempi.
La vista frontale ricorda i meravigliosi prototipi dell’era romantica. Il muso è semplicemente fantastico. Magnifica la presenza scenica dell’alettone posteriore, che conferisce un’identità unica allo specchio di coda, anch’esso esaltante. Non meno seducente è il profilo laterale. Nelle viste diagonali, specie nel 3/4 anteriore, si ha l’impressione di avere a che fare con un bolide scappato dalla pista della Sarthe, alla fine della 24 Ore di Le Mans.
In mezzo al traffico di tutti i giorni, la Ferrari F40 fa lo stesso effetto di una navicella spaziale fra gli alianti. Anche il suo sound è di un altro pianeta. Sembra il canto di Pavarotti in mezzo alle voci stonate di chi abbozza dei brani sotto la doccia. A sviluppare la sublime melodia vocale ci pensa un motore V8 biturbo da 2936 centimetri cubi, che eroga una potenza massima di 478 cavalli a 7000 giri al minuto, su un peso a vuoto di 1100 chilogrammi. Il picco di coppia, pari a 577 Nm, viene raggiunto a 4000 giri al minuto. Sono cifre che, al momento della commercializzazione, erano di riferimento assoluto sul mercato. Roba da best in class.
Un gioiello unico e inimitabile, entrato nella leggenda
Oggi anche auto meno nobili ottengono gli stessi risultati, ma le emozioni suscitate non sono nemmeno lontanamente paragonabili. La Ferrari F40 è un’auto viva, una scultura dinamica i cui tratti entrano nel cuore. Può essere vista, metaforicamente, come una sorgente da cui sgorgano emozioni purissime, elargite al sistema sensoriale. Le scariche di adrenalina consegnate a chi siede nel suo abitacolo sono indescrivibili. Solo vivendole è possibile capirle. I numeri, per quanto eccezionali per il suo tempo, raccontano solo in parte il quadro.
Li riportiamo per convenzione, ma credetemi: sulla Ferrari F40 si esprimono con un vigore non ben comunicato dalle cifre. L’accelerazione da 0 a 200 km/h viene liquidata in 12 secondi secchi, mentre in 21 secondi la pratica del chilometro con partenza da fermo viene archiviata. Alcuni tester delle riviste specializzate hanno fatto pure meglio. La velocità massima tocca quota 324 km/h. Ciò che non emerge dai dati è l’intensità della forza con cui si viene schiacciati al sedile quando le turbine scatenano il loro apporto. Roba da imprimere sullo schienale la morfologia delle vertebre.
Suggestive anche le musicalità meccaniche, non smorzate dalla doppia sovralimentazione. Qui ci sono gli acuti di un aspirato e i giochi pirotecnici prodotti dal moto vorticoso delle giranti. Splendido il bilanciamento dinamico, che permette una grande precisione di guida, anche se bisogna stare attenti alle corpose scariche di coppia, che possono tradire i conducenti meno preparati. Portare al limite la Ferrari F40 è un esercizio per pochi eletti, ma non bisogna cercare le prestazioni estreme per vivere emozioni uniche e irripetibili. Il merito del progetto della vettura va all’ingegnere Nicola Materazzi, che ha creato un sistema armonico, nato sotto la regia di un’unica mente pensante.
Qui tutto è coerente, senza nessuna nota stonata. Anche questo rende la Ferrari F40 una vettura iconica, che tutti vorrebbero in garage, ma il sogno è per pochi eletti, dalle possibilità economiche indubbiamente grandi. Tra le particolarità della vettura, merita di essere citato l’ampio uso di materiali compositi. La F40 fu l’ultima “rossa” ad essere presentata quando Enzo Ferrari era ancora in vita. Lui l’amava. Considerarla il suo testamento spirituale è più che corretto. Chi gestisce oggi le sorti della casa di Maranello ha un bel riferimento.
Fonte | BH Auctions
Foto d’apertura | Da profilo Facebook Challenge and GT – Historic/Classic