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Stellantis, FIOM: “Alto il rischio della prevalenza francese”

Il segretario piemontese della FIOM ha diversi dubbi sulle prospettive future di Stellantis: vede un predominio della metà francese.

Centro Stellantis

Tra gli argomenti più caldi del momento in Stellantis nel settore delle quattro ruote spicca senz’altro la messa al bando delle vetture spinte da motore termico in Italia a partire dal 2035. Uno scenario che si avvia sempre più verso l’ufficialità, con il principale promotore costituito dal Ministero della Transizione ecologica. Eppure, una fetta consistente della filiera industriale nazionale contesta tuttora la decisione, poiché prematura e inattuabile nel contesto attuale. Si parla di oltre 70 mila posti di lavoro a rischio con il processo preannunciato: numeri non trascurabili, così come non lo è la riduzione del 50% del ramo della componentistica.

Stellantis: l’addio al motore termico non può essere rimandato

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Secondo quanto riferisce oggi Il Fatto Quotidiano, accampano opinioni divergenti riguardo allo stop del motore termico. Ad esempio, il numero uno piemontese della Fiom, Giorgio Airaudo, è certo che rimandare l’ineluttabile lungo la nostra penisola costituisca una mossa scellerata. Non è fermando la storia che – ha dichiarato – si salvano quei 70 mila posti. Starebbero già precipitando e allungare il brodo della transizione non risolverebbe il problema. Gli altri Costruttori avrebbero già tempestivamente dato un’accelerata e gli stessi azionisti francesi di Stellantis, con il supporto del Governo d’oltralpe, starebbero facendo altrettanto: il 2035 è dietro l’angolo. Qui all’esecutivo si chiede di intervenire, con azioni concrete fin qui non ravvisate e non fatte da nessun Governo italiano in passato.

Secondo Airaudo nei comportamenti italiani c’è una schizofrenia assoluta: non esiste un tavolo unico dove tengono banco le discussioni sull’intero, bensì uno per la componentistica, privo dell’unico produttore del Belpaese, vale a dire Stellantis.

Prevalenza d’oltralpe

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Non si tratta di una questione di campanilismo – ha proseguito il segretario Fiom -, ma di realtà. Se da Tavares non arrivano comunicazioni sulle prospettive in Italia, i modelli e le produzioni in programma, tutto perde di significato. La fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot dovrebbe garantire risparmi per 5 miliardi. Al momento, Draghi e Giorgetti non avrebbero dato l’impressione di riempire il vuoto della scomparsa di FCA e degli Agnelli, non avrebbero preso la responsabilità di interloquire in prima persona con Tavares.

Il timore manifestato da Airaudo è che la prevalenza dei francesi sia netta, nello stile di Fincantieri e degli stabilimenti di Saint-nazaire. Nel mentre, i segnali che arrivano circa il mantenimento della progettazione in Italia sarebbero poco incoraggianti. La fuga dei cervelli da Mirafiori, i tecnici e gli ingegneri, non si fermerebbe: chi ne ha la possibilità leverebbe le tende. L’azienda aveva già definito 800 esodi incentivati, adesso se ne sono aggiunti altri 400, ha concluso Airaudo.

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