Tutti voi conoscono perfettamente la vicenda del Titanic: un transatlantico britannico della classe Olympic, naufragato nel 1912, durante il suo viaggio inaugurale. Per una collisione con un iceberg nella notte. Nel mentre che l’orchestra suonava. In Italia, caso unico fra i grandi mercati, l’auto elettrica va a picco senza incentivi di € 10.000. Mentre l’orchestra suona, con una politica che persevera nel parlare di elettrificazione e transizione. Magnificando la mobilità elettrica.
Qui il serio rischio è che le vendite di auto elettriche in Italia colino a picco. Con ricadute su innumerevoli aspetti, fra cui l’immagine della nazione, patria dei motori, e con i cittadini sempre più innamorati dell’auto, in fuga dai mezzi pubblici: paradossale.
Peccato, perché il pubblico è maturo e appassionato: l’italiano medio è pronto a compiere il grande passo, come dimostrano i numeri Unrae (Case estere). Nel 2021, grazie agli incentivi per l’acquisto dei nuovi veicoli a zero e a basse emissioni, le auto cosiddette elettrificate (full-electric, plug-in hybrid e hybrid) sono aumentate del 116% (più che raddoppiando i volumi immatricolati). Inoltre, sono state rottamate 350.000 vetture, più del 90% con oltre 10 anni di vita e quindi altamente inquinanti e poco sicure, consentendo all’ambiente un risparmio di circa 215.000 tonnellate di CO2 l’anno.
Ma i listini delle elettriche sono altissimi: solo € 10.000 di sconto rendono quelle macchine appetibili.
Auto elettrica: incubo colonnine
In più, c’è il disastro colonnine. Siamo indietrissimo rispetto al Piano di rilancio che prevede l’invasione di stazioni di corrente, anche veloce. Viaggiamo attorno a 12.500 infrastrutture per 25.000 punti di ricarica. Un’impresa assurda trovarne una.
E ancora: Secondo gli obblighi derivanti dalla Direttiva 2014/94/UE “DAFI” (Direttiva sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi) e relativo recepimento nella legislazione italiana con il Decreto Legislativo 16 dicembre 2016 n. 257, i Comuni sono tenuti a adeguare i propri regolamenti in modo da garantire la predisposizione all’allaccio per la ricarica dei veicoli elettrici. Gli spazi auto dotati di colonnina devono essere non inferiore al 20% dei totali.
Qualcuno monitora i Comuni? Qualcuno sanziona i Comuni inadempienti? Dopo che i Comuni hanno fatto piazzare le colonnine, queste sono subito attive? Vengono vandalizzate?
Servirebbe modernizzarsi, rendersi davvero europei: un miliardo l’anno di incentivi, installazione di colonnine veloci, controllo che gli Enti locali facciano la loro parte come in un qualsiasi Paese civile.
Intanto, l’orchestra suona.