Quando si parla di auto come le Ferrari Daytona SP3 e LaFerrari Aperta si è nei piani più alti dell’offerta moderna della casa del “cavallino rampante“. Sono due modelli in edizione limitata, ma appartengono a famiglie molto esclusive e diverse fra loro. La prima fa parte della Serie Icona, che rende un tributo alle “rosse” più sensazionali del passato. Rientra nel filone disegnato dalla GTO, invece, la Ferrari LaFerrari Aperta, che dà continuità ad una specie di vetture al vertice prestazionale del proprio tempo, nelle cui file si annoverano anche altri gioielli, come le F40, F50 ed Enzo.
Non sono supercar (o meglio hypercar) accessibili a tutti: qui oltre ai soldi bisogna avere le credenziali giuste per rientrare nella lista dei clienti. Solo quelli più affezionati possono sperare di assicurarsene una (almeno da nuova). Ad unirle ci pensa l’eccellenza, che emerge su tutti i fronti. Impossibile non sognare simili capolavori, che esprimono al più alto livello l’arte creativa della casa di Maranello. Basta guardarne le forme per risultare ammaliati. Il corredo tecnologico è di straordinario spessore e si giova di un’esperienza inimitabile, maturata nella produzione di bolidi da corsa e di modelli stradali da sogno.
Le Ferrari Daytona SP3 e LaFerrari Aperta si giovano della stessa struttura base, ma sono auto profondamente diverse fra loro. Il look segna già una netta differenza. Cambia anche la collocazione temporale nell’albero genealogico del marchio, trattandosi di modelli non contemporanei fra loro. Cinque gli anni di scarto. Il divario cresce se si considera che LaFerrari Aperta altro non è che la declinazione en plein air della coupé LaFerrari, il cui arrivo in società risale al 2013.
Non si può certo dire che il peso degli anni si veda o si senta. Comunque, a Maranello stanno lavorando sulle loro eredi, che spingeranno ancora più alto l’asticella. La Ferrari Daytona SP3, invece, inizierà ad essere consegnata alla fine del 2022. Sold out tutta la produzione prevista. Agli acquirenti delle Monza SP1 ed SP2 è andato una sorta di diritto di prelazione.
Si può dire che c’è stata una corsa all’accaparramento. Pare che al primo incontro dal vivo con la nuova fuoriserie, sugli occhi di alcuni clienti siano spuntate le lacrime per l’emozione. Le linee e i contenuti della Ferrari Daytona SP3 hanno fatto colpo. Oggi abbiamo deciso di mettere a confronto, per voi, le due splendide espressioni dell’ingegno italico di cui ci stiamo occupando. Se lo gradite, seguiteci in questo esaltante cammino.
La storia delle due auto
La Ferrari Daytona SP3 ha fatto il suo debutto in società nel mese di novembre dello scorso anno. Questa vettura scrive una nuova ed esaltante pagina nella famiglia Icona, che rende omaggio ai migliori gioielli ruotati della tradizione aziendale. Ad aprire la serie ci avevano pensato le Monza SP1 ed SP2. Ora è il turno di questo terzo atto, richiamato anche nella sigla, che onora il trionfo conseguito dalla casa di Maranello alla 24 Ore di Daytona del 1967. La nuova hypercar, già entrata nel cuore della gente, prenderà forma in serie limitata di 599 esemplari, andati letteralmente a ruba. Chi l’ha vista dal vivo alle Finali Mondiali 2021, sul circuito del Mugello, ne è rimasto affascinato.
LaFerrari Aperta ha fatto il suo debutto al Salone dell’Auto di Parigi del 2016. Come già scritto, deriva dalla coupé LaFerrari, che declina in versione “targa”. Solo il tetto asportabile e minimi dettagli stilistici scrivono la tela delle differenze. Per il resto il quadro è lo stesso: motore e meccanica sono quelli della vettura chiusa. Cresce, ovviamente, il peso, ma le infinitesimali rinunce sul piano delle performance vengono ripagate da una gamma emotiva più ampia. Anche la presenza scenica, senza l’hard top, guadagna dei punti. Solo 210 gli esemplari plasmati nel sito produttivo di Maranello. Impossibile non farsi sedurre dalle sue alchimie. Quando si vede un esemplare in giro è sempre festa.
Estetica a confronto
Ferrari LaFerrari Aperta
Lo stile della Ferrari LaFerrari Aperta si concede alla vista con note di grande presa emotiva. Nella sua carrozzeria si coglie una miscela di linee avveniristiche e molto efficienti sul piano della gestione dei flussi. Qui l’identità espressiva non si lega a riferimenti del passato, se non in forma molto generica. In ogni caso, è impossibile non riconoscerne la paternità. Gli uomini del centro stile interno, diretto da Flavio Manzoni, hanno fatto un incredibile lavoro. L’abitacolo a goccia concorre all’immagine da prototipo scappato dalla pista.
Nessun eccesso, però, nei suoi tratti che, pur se complessi, si concedono allo sguardo con flussi scorrevoli, in una tela per certi versi minimale, ma altamente vigorosa in termini di impatto scenico. Molto intrigante il sistema di apertura “a farfalla” delle portiere. Nel frontale si nota la presenza di un’ala sospesa che ricorda quella delle monoposto di Formula 1. Il profilo laterale sembra quello di un caccia militare: impossibile non esaltarsi alla sua vista. Dietro i due gruppi ottici circolari chiudono uno specchio di coda assolutamente favoloso. L’accurato studio del sottoscocca e il ricorso all’aerodinamica attiva ha evitato l’uso di vistose appendici deportanti, che avrebbero inficiato la purezza del suo lessico. Chapeau!
Ferrari Daytona SP3
Nelle linee della Ferrari Daytona SP3, disegnata da Flavio Manzoni, ci sono elementi di ispirazione provenienti dalle 330 P4 e 250 P5 Berlinetta Speciale, ma l’insieme guarda al futuro. Questa hypercar sembra un’astronave giunta dalla spazio, ma la connessione con le Sport più belle dei tempi romantici si coglie in pieno. Qui il design si è ritagliato un ruolo prioritario, senza che ciò abbia avuto ripercussioni negative sugli aspetti funzionali. Tutt’altro. Basta citare l’efficienza aerodinamica guadagnata senza vistosi alettoni o appendici attive per averne conferma. Incredibile il livello di deportanza sviluppato dalla trama dei suoi volumi.
La bellezza è nel DNA della Ferrari Daytona SP3. Al cospetto di questa hypercar si resta sbalorditi. Forse dai tempi della F40 non si vedeva un’auto con questa straordinaria personalità, che sprigiona energia da tutti i pori. Il suo vigore espressivo è contagioso. Gli appassionati del “cavallino rampante” volevano un modello così sfacciato ed iconico. Giusto parlare di un capolavoro, che emoziona in modo incredibile. Come riferito in un’altra circostanza, qui i richiami al passato si respirano nell’aria, ma in un quadro avveniristico: c’è un grande rispetto della tradizione, ma fuori dal recinto della nostalgia. Il tributo naviga soprattutto sulle onde concettuali.
Motori e prestazioni a confronto
La Ferrari LaFerrari Aperta è un’auto da sogno ad alimentazione ibrida. Il suo sistema propulsivo nasce dall’abbinamento fra un motore endotermico ed un cuore elettrico. La principale fonte di energia è il V12 aspirato da 6262 centimetri cubi di cilindrata, che eroga una potenza massima di 800 cavalli a 9000 giri al minuto, con un picco di coppia di 700 Nm a 6750 giri al minuto. Da qui giungono anche le sublimi musicalità meccaniche del modello. A questo cuore a combustione interna è affiancato il sistema di recupero di energia HY-KERS, che aggiunge altri 163 cavalli alla scuderia.
Ne deriva una potenza combinata di 963 cavalli, con oltre 900 Nm di coppia. Per anni sono stati i numeri di riferimento nella gamma della casa emiliana. Solo in tempi recenti sono stati superati dalle SF90 Stradale e Spider, che raggiungono quota 1000 cavalli. Tanto vigore viene scaricato a terra con l’ausilio di un cambio F1 a doppia frizione, con 7 rapporti al servizio di chi sta al volante. Le prestazioni sono spaventose: accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi, da 0 a 200 km/h in meno di 7 secondi, da 0 a 300 km/h in 15 secondi. Varca la soglia dei 350 km/h la velocità massima. Il peso a secco è di 1280 chilogrammi, un soffio più alto della versione coupé. Queste le dimensioni: 4702 millimetri di lunghezza, 1992 millimetri di larghezza, 1116 millimetri di altezza.
La Ferrari Daytona SP3, come dicevamo, nasce sullo stesso telaio monoscocca in fibra di carbonio della Ferrari LaFerrari, ma per il resto è sostanzialmente diversa. Pure qui la carrozzeria ha preso forma in materiali compositi, ma il taglio stilistico è del tutto originale. Il tema della spinta fa capo a un motore V12 aspirato da 6496 centimetri cubi di cilindrata. Si tratta dello stesso cuore della 812 Competizione, ulteriormente affinato. La potenza massima cresce a 840 cavalli, erogati a 9000 giri al minuto, ma il limitatore è fissato a 9000 giri. Tocca quota 700 Nm a 7250 giri al minuto la coppia massima. Sono numeri di riferimento per un’unità propulsiva ad alimentazione atmosferica. Roba che solo dalle parti di Maranello sanno fare.
Qui ribadiamo un concetto da noi già espresso in una precedente sede: il dodici cilindri della Ferrari Daytona SP3 rappresenta l’espressione più nobile dell’architettura meccanica simbolo della casa di Maranello, la sublimazione della sua eccellenza. Un capolavoro assoluto. Magnifiche e inebrianti le sue note sonore. Roba da meritare la tutela dell’Unesco. La potenza giunge a terra con il supporto di un cambio Getrag a 7 marce. Il peso a vuoto, di 1485 chilogrammi, agevola il tenore prestazionale, di grande eccellenza, che questa “rossa” esprime: lo scatto da 0 a 100 km/h viene liquidato in 2.85 secondi, mentre dopo 7.4 secondi i 200 km/h, sempre con partenza da fermo, sono già in archivio. La velocità massima tocca quota 340 km/h. Queste le dimensioni: 4680 millimetri di lunghezza, 2050 millimetri di larghezza, 1140 di altezza.
Numeri esclusivi per queste due Ferrari
Come dicevamo, la Ferrari LaFerrari Aperta è nata in tiratura limitata di 210 esemplari, mentre per la Ferrari Daytona SP3 sono previste 599 unità, già tutte vendute. Il prezzo era di 1.86 milioni di euro per la prima, mentre la vettura della serie Icona ha un prezzo base di 2 milioni di euro. Entrambe avranno un futuro luminoso nell’universo dorato del collezionismo, dove le loro quotazioni sono destinate a crescere.
Con le credenziali messe sul tavolo non può che essere così. L’ideale sarebbe averle entrambe in garage. Molti fortunati proprietari si troveranno in questa condizione, quando le consegne dell’hypercar più recente saranno completate. Nelle due “rosse” di cui ci siamo occupati oggi si condensa lo spirito migliore delle Ferrari moderne. La Daytona SP3, a dispetto dei numeri produttivi più alti, potrebbe ritagliarsi uno spazio migliore nel cuore degli appassionati, per la sua natura di auto non elettrificata. Un valore aggiunto di non poco conto, sul piano storico, emotivo e culturale.