Il binomio Peugeot-Djokovic è vincente da circa otto anni. Da una parte, la Casa francese del Gruppo Stellantis ha puntato su un tennista di grande prestigio: ottimo testionial. Dall’altra, Novak viene pagato dal Costruttore transalpino: soldi che si sommano a tutte le entrate dovute alle altre sponsorizzazioni. Ma da qualche giorno, ci si interroga sulle future decisioni degli sponsor del tennista. In particolare, Peugeot che cosa farà?
Tutto comincia a inizio 2022. Il vaccino Covid è condizione obbligatoria per i tennisti che vogliono partecipare agli Australian Open. Viene reso noto che al campione serbo è stata concessa un’esenzione medica dal vaccino. Ma, al suo arrivo a Melbourne mercoledì 5 gennaio, si vede cancellare il Visto d’ingresso. I suoi avvocati fanno appello: udienza fissata per il 10 gennaio. Per ora, Djokovic è nel Park Hotel di Melbourne, hotel destinato ai rifugiati e ai richiedenti asilo.
La questione fa esplodere i social. Da una parte, chi è con Nole. C’è di tutto: non solo no vax. Anche intellettuali, giornalisti, persone favorevoli al vaccino, sportivi. Dall’altra, chi è contro il fuoriclasse serbo: anche in questo caso, una composizione eterogenea. Non siamo allo scontro fra sì vax e no vax. Vicenda molto più profonda e complessa, che attiene ai diritti della persona e alla privacy. Qualche suo tifosissimo lo ha abbandonato. Qualche osservatore che lo detestava (per il suo gioco noioso), ora lo adora.
Peugeot sponsor di Djokovic: e in futuro?
Pur tuttavia, inutile negarlo, la “bomba” australiana innescata dal fenomenale atleta di Belgrado (classe 1987) ha ripercussioni pesantissime. Anche fra gli sponsor, che giustamente lo ricoprono d’oro. Con un ritorno d’immagine fortissimo. Come accade a tutti i mostri sacri di qualsiasi sport.
Facciamo due conticini. Nole ha ricevuto bonifici per 96 milioni di dollari solo tra dicembre 2020 e dicembre 2021. Riuscirà a pagare mutuo e bollette, pertanto. Grazie ai montepremi delle partite e grazie agli sponsor. A questo punto, occorre capire come si svilupperà la vicenda. Indicativamente, siamo a quota 50 milioni annui di sponsorizzazioni che possono polverizzarsi. La palla passa anche a Seiko, Head, Lacoste…
In passato, mai nulla di analogo si è verificato. Non si può assolutamente fare un paragone con personaggi che hanno avuto altri problemi di natura del tutto differente.