Il contrasto allo smodato utilizzo di auto con targhe straniere ha una nuova puntata. Come si legge sul “Sole 24 Ore”, arrivano correzioni alla normativa di riferimento introdotta nel 2018 dai decreti Sicurezza.
Correzioni che non alleggeriscono le limitazioni, nonostante le recenti indicazioni della Unione Europea che spingevano ad ammorbidire la rigidità normativa.
Le novità sulle targhe straniere
Le norme introdotte per limitare l’uso eccessivo di auto a targa straniera in Italia derivano dal decreto sicurezza di Matteo Salvini.
E sono norme che hanno ottenuto un evidente successo visto come si è drasticamente ridotto il numero di veicoli di questo genere che si incrociano sulle nostre strade.
Adesso arriva una nuova stretta, che elimina tutte le scorciatoie che la stessa legge ha lasciato in campo che sono servite a qualcuno per evitare di ricadere nel blocco.
Si, perché nonostante i divieti, qualcuno ha trovato il modo di aggirare le nuove regole.
Il contrasto ai furbetti delle targhe straniere prosegue quindi e si allarga a nuove disposizioni derivanti quasi tutte dalle direttive comunitarie.
Perché targa straniera? I motivi di quella moda
Una moda, un autentico fenomeno, questo ciò che erano diventate le targhe estere. Erano davvero tante le auto a targa straniera in giro per l’Italia, a tal punto da spingere il legislatore a darci un taglio.
È dall’inasprimento della tassazione sulle auto d 2011 che si è andati sempre in crescendo come numero di soggetti che preferivano adottare lo stratagemma dell’auto targata estera.
Per non pagare il bollo auto o il superbollo, oppure per non pagare le imposte di iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (Pra). O ancora, per non pagare i salati premi assicurativi italiani. Sono davvero molteplici i motivi dell’esplosione del fenomeno.
Anche evitare le notifiche delle multe o dribblare gli indici di reddito che il Fisco controlla, una miriade di residenti in Italia sceglieva auto immatricolate all’estero.
Lo dimostra il fatto che non si poteva circoscrivere ad un determinato tipo di soggetto o di veicolo, questa moda.
Infatti per un decennio l’escamotage è stato usato da tutti, italiani e stranieri residenti in Italia. E su veicoli vecchi e nuovi, su auto di piccola o grossa cilindrata, su auto normali o su grossi SUV e Supercar.
Cosa ha fatto il decreto Sicurezza
Quando parliamo genericamente di decreto Sicurezza facciamo riferimento al decreto legge n°113 del 2018, partorito dal governo Conte uno, quello giallo-verde con Lega e Movimento 5 Stelle in maggioranza. Con questo atto normativo venne posto un blocco all’utilizzo delle auto a targa straniera correggendo l’articolo n° 93 del Codice della Strada.
In pratica fu vietato a soggetti residente in Italia da più di 60 giorni, di guidare veicoli immatricolati all’estero, sia di loro proprietà che di proprietà altrui.
Solo per il noleggio o il leasing, anche se contratti nati da aziende non italiane ma appartenenti alla UE o allo Spazio Economico Europeo, la norma poteva essere disattesa. E si tratta di una delle scappatoie previste, che consentiva a coloro che guidavano una auto su cui era dimostrabile che appartenesse ad una azienda di noleggio o leasing, di continuare ad utilizzare le auto a targa estera in Italia. Altro svincolo al decreto 113, l’uso di auto appartenenti al proprio datore di lavoro anche se con sede aziendale in paesi comunitari o dello spazio comunitario.
La rigidità delle regole, salvo queste eccezioni, era dimostrata dalla pesantezza delle sanzioni. Infatti è di 711 euro la multa comminata ai trasgressori con obbligo di nuova immatricolazione in Italia o esportazione del veicolo. Sempre pagando comunque la multa.
Ma la UE impone correttivi sulle targhe straniere
La nostra Camera dei Deputati il 21 dicembre appena trascorso ha recepito una nuova linea di indirizzo comunitario che ha corretto la normativa italiana proveniente dai decreti di Salvini. Nuove esenzioni a questi vincoli sono state introdotte, ma solo per San Marino. In pratica si torna a poter utilizzare le auto della Repubblica di San Marino anche in territorio italiano, senza incorrere nei limiti e nei rischi dei decreti sicurezza.
Un’altra novità, come si legge sul Sole 24 Ore riguarda il tempo di utilizzo dell’auto con targa estera in Italia per chi si trasferisce in territorio nostrano. Adesso possono utilizzare le targhe estere i neo residenti per 90 giorni dalla data dell’iscrizione alle nostre anagrafi.
Se non è il legittimo proprietario a guidare l’auto, ma un altro soggetto residente in Italia, occorre avere a bordo del veicolo un documento con data certa dell’intestatario, dove si evinca a che titolo l’auto è stata concessa al guidatore di quel momento e per quanto tempo. In pratica lo stesso documento che serviva per dimostrare che l’auto era in leasing, comodato o noleggio, adesso serve sempre se l’auto è guidata da un soggetto diverso dal conducente, ma residente in Italia.
Inoltre c’è obbligo di registrare al Pra il titolo e la durata della concessione del veicolo a soggetto diverso, se quest’ultimo utilizza l’auto per più di 30 giorni anche non continuativi in un anno solare.