Senza tregua, senza respiro, senza pace: la vita dell’automobilista è martoriata di aumenti. Se ha un’elettrica, la corrente lievita; se ha una termica, il prezzo di benzina e diesel s’invola verso vette elevatissime. Infatti, il barile del petrolio schizza insù così in alto che un massimo del genere non si vedeva dal 2014.
Così, abbiamo in self-service un litro di benzina in Italia a 1,757 euro. Per il diesel, 1,627. Il GPL a 0,808. In kg, il metano a 1,815 euro. Chiudiamo gli occhi sul servito e sui prezzi in autostrada. Ripercussioni tremende sia sulle merci trasportate su gomma sia sul costo della vita e sull’inflazione. Su benzina e diesel, due terzi di tasse con accise più l’IVA, che è un’Imposta sulle tasse.
L’irresistibile ascesa del prezzo del petrolio
Il guaio è che il barile di petrolio Brent supera gli 88 dollari. Sui circuiti elettronici internazionali le quotazioni sono salite oltre i livelli del 2014, quando iniziò la discesa dal picco a quota 100. Ma quali le cause? Al di là delle speculazioni nascoste, le tensioni internazionali.
Uno: il fronte aperto in Yemen, dove gli Houti hanno lanciato missili contro gli Emirati Arabi Uniti attraverso droni. Occhio all’escalation possibile tra sciiti e sunniti, ossia tra Iran e Arabia Saudita. Violenza chiama violenza, in un mondo che non conosce la parola pace.
Due: Russia: Putin in disputa contro l’Ucraina sull’attacco cibernetico. Attenzione al presidente Vladimir perché non ci pensa più di 30 secondi a muovere i suoi carri armati verso i confini: una potenza micidiale cui difficilmente qualcuno potrebbe opporsi.
Tre: il dollaro debole. E, sempre in USA, le scommessa al rialzo sul barile. Si toccherà ancora 100 dollari? Possibile. Se sì, rincari al pieno e di tutta la vita in generale.
Situazione ancora più delicata se si considera che l’UE spinge per la transizione energetica: progetti ambiziosi quando i consumatori sono già sottoposti a tensioni violente. Idem le aziende, in apprensione per le bollette di luce e gas, con le linee di credito delle banche tutte da verificare. Continui shock energetici che mettono a dura prova il tessuto economico-produttivo, specie quello delle nazioni meno forti sotto il profilo finanziario e politico, magari già indebitate. La politica, al solito, pare non abbia previsto nulla. Gli strumenti compensativi sono tardivi e tutti da verificare.