I soggetti che grazie a cavilli e deroghe erano riusciti ad aggirare l’ostacolo imposto dalla modifica dell’articolo 93 del Codice della Strada relativamente all’utilizzo di auto con targhe straniere, hanno i giorni contati. Naturalmente parliamo di giorni contati per utilizzare l’auto come hanno fatto fino ad oggi, cioè con le targhe straniere.
Dal primo febbraio prossimo si cambia, perché arriva l’ennesima stretta contro chi utilizza le auto con targhe estere per motivi vari. Dopo la stretta dei decreti Sicurezza del governo Conte uno, introdotta nel 2018, arriva un altro giro di vite ai cosiddetti furbetti delle targhe estere. Ciò che prima era concesso, tra mille polemiche e pure tra mille difficoltà degli organi accertatori, dal primo febbraio non lo sarà più.
Targhe straniere, arrivano nuove regole dal primo febbraio 2022
Tutto parte dal decreto Sicurezza di Matteo Salvini che all’epoca era Ministro dell’Interno di un esecutivo Conte che aveva in maggioranza solo la Lega ed il Movimento 5 Stelle. La novità partorì un sostanziale cambiamento dell’articolo n°93 del Codice della Strada. Novità che andò a correggere le regole relative all’utilizzo di auto immatricolate all’estero per italiani e stranieri che però risiedevano stabilmente i Italia.
Nel dettaglio fu introdotto il limite all’utilizzo di questo genere di auto, che vietava ai residenti da più di 60 giorni di guidarle se si trattava di veicoli immatricolati all’estero. Un intervento normativo che mirava a detonare quell’autentico fenomeno delle auto estere appartenenti a cittadini italiani o residenti in Italia. Una pratica utile a pagare meno tasse, meno imposte, ad essere invisibili per le multe per infrazioni al Codice della Strada e a risparmiare sulle polizze di assicurazione.
Perché il nuovo giro di vite alla auto a targa estera
Dopo l’intervento del 2018, almeno statisticamente, il numero di auto straniere in circolazione si è ridotto. Lo sostengono gli esperti. Ad occhio però, sono sempre tante queste auto che si incrociano per le strade. Ecco perché si arriva a nuove regole che come detto entreranno in vigore dal primo febbraio prossimo.
Infatti nel 2018 il decreto Sicurezza, limitando la circolazione di queste auto, aveva lasciato alcune deroghe relative alle auto prese a noleggio o con contratti di leasing. A prescindere dalla sede di provenienza di queste società di auto noleggio o di leasing, se rientravano nell’area UE o SEE, garantivano la non applicabilità di queste limitazioni.
Con buona pace di chi invece ha dovuto esportare la propria auto, riportandola nel Paese di origine o ha dovuto spendere soldi per immatricolare ex novo l’auto in Italia. E con buona pace pure per Carabinieri, Polizia ed altri organi accertatori che di fronte a documenti di questo genere dovevano stabilire se era ammessa la deroga o meno, con documenti spesso in lingua straniera e senza gli strumenti utili a capire la loro veridicità.
Cosa succede alle auto straniere e come fare per regolarizzare il tutto
Un vero problema per chi non è stato capace o non aveva nulla per poter ovviare alle restrizioni. Per molti automobilisti in queste condizioni infatti, si è dovuto operare una scelta radicale. O si riportava l’auto nel Paese di provenienza, o si immatricolava di nuovo l’auto in Italia.
Soldi da spendere in ogni caso, senza considerare che una nuova auto immatricolata prevede una nuova polizza di assicurazione (la precedente era collegata alla vecchia targa e appartenente ad una compagnia straniera). Polizza RCA obbligatoria, già più salata rispetto a quella che si pagava nel Paese di origine, e vessata da una classe di ingresso nel mondo delle assicurazioni italiane legata al meccanismo Bonus Malus, alta, cioè la 14.
E poi, oltre al costo della nuova immatricolazione, tra bollo e imposte di trascrizione, anche il pagamento della tassa di proprietà, cioè il bollo auto. Ed anche per chi ha deciso di rispedire nel Paese di provenienza l’auto, la sua permanenza in Italia determinava la necessità di procurarsi una nuova auto. Con tutte le spese annesse, oltre alle prima citate relative a tasse ed assicurazione, anche l’acquisto.
Cosa succede dal primo febbraio prossimo
Va detto che la modifica introdotta dall’articolo 93-bis del Codice della Strada estendeva il divieto pure ai rimorchi con targhe straniere. La novità più rilevante che entrerà i funzione nel 2022, precisamente da febbraio prossimo è il termine entro cui regolarizzare la propria posizione rispetto alla propria auto estera.
Per chi si trasferisce i Italia la prima volta, ci sono 90 giorni per mettersi in regola con le soluzioni di cui accennavamo nel paragrafo precedente. I altri termini, dal primo febbraio prossimo i veicoli con targa estera di proprietà di persone con residenza in Italia, potranno circolare nel nostro territorio per tre mesi da quando è stata ottenuta la residenza in territorio italiano.
Più tempo ma anche sanzioni e regole più pesanti per le auto con targa straniera
Sale il lasso di tempo offerto per mettersi in regola quindi, perché fino ad oggi si parlava di 60 giorni (due mesi). Ma se da un lato si allarga il tempo utile alla regolarizzazione, dall’altro si inaspriscono regole e relative sanzioni. L’auto estera non può essere utilizzata, se di proprietà del cittadino residente in Italia, nemmeno da uno straniero.
Ciò che conta è il proprietario, e quindi se un amico di un Paese straniero viene in vacanza in Italia e guida il nostro veicolo con targa straniera, non conta il fatto che chi guida non ha residenza in Italia, conta che la abbia il proprietario del veicolo. Allo stesso modo un cittadino residente in Italia non può utilizzare l’auto dell’amico che invece è residente all’estero.
Resta fondamentale avere a bordo del veicolo la documentazione necessaria per circolare, ovvero un documento sottoscritto con data certa dall’intestatario che dimostri il titolo e la durata della disponibilità del veicolo. Lo stesso documento necessario fino ad oggi per le auto in leasing, a noleggio o in comodato, adesso diventa necessario per tutti.
Le nuove regole segnano un netto inasprimento
In pratica, le regole anche se sembra siano complicate da capire, sono abbastanza intuitive.
Chi risiede in Italia e guida il veicolo per oltre 30 giorni in un anno solare, a prescindere che siamo continuativi o meno si applicano le stesse regole delle auto immatricolate in Italia e utilizzate da chi non è proprietario. Occorre registrare al Pubblico Registro Automobilistico la durata della disponibilità e lo deve fare il soggetto che usa il veicolo.
L’obbligo si estende pure ai lavoratori che prestano servizio in Stati che confinano con il nostro Paese. La novità proviene dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha pubblicato la relativa norma in Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 gennaio.
Documenti obbligatori a bordo del veicolo
Va da sé che la parte più importante è quella che specifica come, a bordo di un veicolo immatricolato in uno Stato estero, ma guidato da soggetto che ha la residenza anagrafica in Italia, diverso dal proprietario del veicolo stesso, ci vuole il documento con firma certa. L’obbligo del documento a bordo comunque, per evidenti questioni temporali e per dare tempo di adeguarsi, slitta al 18 marzo 2022, cioè come prassi, 60 giorni dopo l’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto.
Per i frontalieri stesse regole perché chi esercita una attività professionale nel territorio di uno Stato confinante con l’Italia, che circolano con il loro veicolo di proprietà, ma immatricolato nello Stato sede dell’attività professionale, ha gli stessi obblighi.
Deroghe e sanzioni
Poche le deroghe rimaste, che riguardano i residenti a Campione d’Italia per esempio, o per i veicoli immatricolati a San Marino.
Per chi non adempie alle nuove direttive, multa da 400 a 1.600 euro con annesso ritiro del documento di circolazione. Questo quindi per coloro che guidano un veicolo a targa straniera per più di tre mesi dalla data in cui hanno trasferito la residenza in Italia o per i frontalieri che non provvedono a registrare il tutto al PRA. L’assenza a bordo del veicolo del documento con firma certa invece espone a una multa da 250 a 1.000 euro. Multa che sale fino a 3.558 euro per chi quel documento non lo trasmette per la registrazione, al PRA.
Ultima novità riguarda veicoli stranieri di persone straniere senza la residenza in Italia. Potranno circolare solo per la durata massima di un anno in base al certificato di immatricolazione dello Stato di origine. In questo caso multe da 400 a 1.600 euro e contestuale ritiro della carta di circolazione.