La lunga vita del Duetto passa da una storia lunga quasi come una vita, dal 1966 al 1993. Ovvero passa anche dall’ultima sua derivata in un arco temporale ampio quasi un trentennio che nel 1990 introduce la quarta serie dell’Alfa Romeo Spider: ultima trattazione stilistica, apprezzatissima anche oggi.
Alzi la mano chi non può fare a meno di innamorarsi dell’Alfa Romeo Spider nella sua ultima trattazione cronologica. Le sue forme perfette, con volumi allungati, rappresentano schemi stilistici destinatari di un fascino che ancora oggi non passa inosservato. Chiunque negli Anni Duemila incontra un’Alfa Romeo Spider, anche nella sua elegante caratterizzazione ultima, si gira per guardarla abbassando gli occhiali da sole e sollevando il cappello allo stesso tempo.
L’ultima evoluzione dell’iconico Duetto conclude un ciclo di Spider di gran classe, quello scaturito con la splendida “Osso di Seppia” comparsa ne Il Laureato fra le mani di un giovane Dustin Hoffman. La quarta serie dell’Alfa Romeo Spider si riprende la scena della guida col vento fra i capelli abbandonando appendici e profili aerodinamici in plastica che avevano caratterizzato la precedente “Aerodinamica”. Nel 1990 si ritorna alla purezza stilistica in accordo con un design ragionato ancora da Pininfarina, che forniva anche lo stabilimento produttivo a San Giorgio Canavese.
La quarta generazione dell’Alfa Romeo Spider possiede uno stile più ricercato
Quando la quarta generazione dell’Alfa Romeo Spider viene presentata nel 1990 si intuisce subito un ritorno ad uno stile più elegante. Ci sono nuovi paraurti integrali, ora in tinta col resto della carrozzeria: su quello anteriore viene introdotto uno Scudetto “in negativo” annegato nell’elemento protettivo al di sopra di una sottile presa d’aria orizzontale utile a ridefinire l’idea di Trilobo. Gli specchietti retrovisori introducono un nuovo design e sono ora regolabili elettricamente.
Guardando al posteriore, la “nuova” Alfa Romeo Spider introduce un comparto illuminotecnico con gruppi ottici a sviluppo orizzontale uniti fra loro da un elemento orizzontale: viene quindi reinterpretato in questo modo quanto fatto vedere dall’Alfa Romeo 164 tre anni prima, in accordo con un family feeling rispettato appieno.
Rimane relegata al passato l’offerta dei propulsori disponibili in accordo col 1.600 AR01563 a due carburatori a doppio corpo Weber, quindi col 2.000 AR01590 ad iniezione elettronica e accensione digitale Motronic e variatore di fase. Buona parte della produzione finisce negli Stati Uniti, dove l’unica unità a disposizione è la 2.0i cat dotata di catalizzatore e sonda lambda che portava la potenza ad un valore più basso: da 126 cavalli a 117 cavalli erogabili. Con l’imposizione della normativa anti inquinamento Euro 1, nel 1992 il 1.6 viene messo da parte e l’unica motorizzazione a disposizione rimane la 2.0i cat. La trazione era posteriore con differenziale autobloccante al 25%.
Ricercatezza ed eleganza d’altri tempi
Il minuscolo abitacolo della quarta generazione di Alfa Romeo Spider introduce rivestimenti in Sky per i sedili che adottano una sezione centrale in Alcantara beige o anche nera a partire dal 1992. Si poteva però avere anche il rivestimento in pelle pregiata beige o nera, mentre per preservare gli occupanti si poteva scegliere un hardtop in tinta con la carrozzeria e volante con corona in pelle.
La carrozzeria si poteva scegliere nell’irrinunciabile Rosso Alfa, ma anche in Nero, Grigio Chiaro Metallizzato e Bianco Freddo. Nel 1991 arrivano anche l’elegantissimo Verde Inglese e il Rosso Micalizzato. L’anno successivo arriva anche il Giallo Ginestra che si può abbinare solamente con gli interni neri, sebbene si possa ottenere la pelle rossa solamente con vernice in Nero o Bianco Freddo.
In ogni caso l’abitacolo, che ospitava gli essenziali comandi necessari a quell’epoca, disponeva di una posizione di guida sicuramente non particolarmente sportiva anche in virtù di una conformazione del pianale più datata. La capote si azionava manualmente, come sulle più pure spider di sempre. Oggi come allora della quarta generazione dell’Alfa Romeo Spider si apprezza la guida riferibile a qualcosa di lontano dagli schemi moderni, quando nel ’90 l’unica concessione in termini di modernità era rappresentata dal servosterzo.
La produzione dell’Alfa Romeo Spider, nella sua quarta serie, si ferma nel 1993. Tuttavia fino a metà 1994 se ne trovano ancora: gli esemplari prodotti, comprese le ricche Spider Veloce per gli Stati Uniti e le versioni per Canada e Giappone, sono in tutto 21.447 e rappresentano una fetta delle oltre 125mila unità prodotte in tutto dal 1966 in poi. Capitolo a parte per la Spider quarta serie a.6 a carburatori prodotta fino al 1992: di questa se ne contano 2.951 unità destinate al solo mercato europeo.
Due le edizioni speciali: la 2.0i Beauté del 1991, verniciata in bianco e blu, destinata al mercato francese, e la 2.0i cat CE (Commemorative Edition) Special Edition del 1994 riservata invece al mercato americano.