Tiene banco la Gigafactory di Termoli (Provincia di Campobasso, in Molise) che Stellantis potrebbe far nascere, cuore pulsante per produrre batterie destinate alle auto elettriche. Interrogazione parlamentare (alla Camera) rivolta al ministro dello Sviluppo Economico: sta effettivamente discutendo della Gigafactory molisana? Si può davvero ipotizzare la riconversione dello stabilimento di Termoli in fabbrica per la produzione di batterie?
Gigafactory di Termoli: quale futuro
Lo chiede la deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero. Il decreto ministeriale per avviare la realizzazione della Gigafactory di Termoli da 11 GWh l’anno figura tra le scadenze del Piano di ripresa per il secondo trimestre 2022.
In parallelo, il Consiglio comunale di Termoli ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato come primo firmatario dall’esponente di maggioranza Vincenzo Sabella. Col quale si impegna il sindaco Francesco Roberti a fare pressione sul Governo e sulla Regione Molise. Obiettivo: far sì che Stellantis realizzi l’impianto a Termoli. E non altrove.
Per creare occupazione, che ormai in tutta Italia è ossigeno per i connazionali, visti i chiari di Luna.
I timori partono dalle parole del big boss di Stellantis, Carlos Tavares, che ha messo in dubbio la realizzazione a Termoli della fabbrica di batterie. Con la quale dovrebbe essere riconvertito lo stabilimento ex Fiat di Rivolta del Re.
Dopodiché, il super manager portoghese è stato a Termoli e ha incontrato anche i sindacati. A cui non ha dato conferma dell’effettiva realizzazione della Gigafactory. Questo ha spinto Sabella a presentare l’ordine del giorno discusso e approvato all’unanimità, davanti a una delegazione di dipendenti dell’azienda presenti in aula.
Auto elettriche: profonda trasformazione
Il futuro automotive è pieno di incognite. Per il sindaco Roberti, il vero problema è se Stellantis rimarrà in Italia. Se non verranno trovate soluzioni l’azienda metterà una croce sopra all’Italia perché siamo 30 anni indietro dal punto di vista energetico. Tavares ha detto infatti che il motore elettrico in Italia gli costa molto di più e se non verranno dati incentivi la classe media non potrà comprare le auto elettriche.
Morale, per il sindaco: siamo davanti al fatto che la politica sta imponendo all’industria di riconvertire la propria produzione, salvare posti di lavoro e oltretutto non essere certa che il prodotto verrà venduto.