Ed alla fine come già da tempo di sapeva, Stellantis ha deciso di chiudere un vecchio debito con lo Stato che fu FCA prima della fusione ad aprire.
Nulla di strano se una azienda restituisce un prestito, anche se stella lo sta facendo in anticipo. Nulla di particolarmente clamoroso, se non fosse per ciò che c’è dietro quel prestito.
Parliamo infatti di un prestito con garanzia statale, con tanto di pegno o impegno da parte dell’allora FCA nei confronti dello Stato. Impegni che una volta restituiti il prestito, vengono meno. Ed infatti, Stellantis restituendo il prestito si libera di qualsiasi tara che ha ereditato da FCA.
E come vedremo, questa, paradossalmente, non è una buona notizia per i lavoratori.
Stellantis salda il debito, addio vincoli con lo Stato
Stellantis restituisce un vecchio debito di FCA con Intesa San Paolo e con garanzia Sace, cioè statale. Un prestito su cui pendeva la promessa da parte dell’allora FCA, di preservare e salvaguardare i livelli occupazionali delle tante fabbriche italiane del gruppo.
Con la restituzione anticipata del prestito Stellantis non deve mantenere più nulla di quanto a suo tempo si impegnò a fare Fiat Chrysler Automobiles. Non bisogna essere sospettosi per sostenere che Stellantis ha così deciso proprio per avere mano libera e senza vincoli.
A maggior ragione se si pensa che Stellantis pare abbia riaperto linee di credito con diverse banche, a condizioni peggiori di quello che ha deciso di chiudere anticipatamente.
Le interlocuzioni con il governo
Stellantis e il governo, odio amore. Da una parte, come si legge sul Fatto Quotidiano, Carlos Tavares, CEO del colosso nato dalla fusione tra PSA ed FCA, chiede al governo una mano, un aiuto alla transizione elettrica con incentivi che nella legge di Bilancio sono venuti meno. Dall’altra contesta gli elevati costi di produzione che Stellantis registra in Italia rispetto agli altri Paesi.
Nel frattempo, un vecchio prestito (era marzo 2020) di FCA Italy con Intesa San Paolo viene rimborsato. Era un prestito per l’80% garantito dalla Sace. Garanzia statale con una condizionalità relativa alla promessa di non licenziare lavoratori.
Non ci sono notizie di riduzione di personale o di tagli al momento. Se si escludono gli incentivi all’esodo o i pre-pensionati dei contratti di espansione, Stellantis non ha certo tagliato personale. Certo, le chiusure continue degli stabilimenti, la crisi di mercato e la crisi dei microchip hanno prodotto scossoni, ma soprattutto sull’indotto. Lo dimostra cosa sta accadendo a Cassino con gli esuberi previsti a febbraio e soprattutto per la perdita del posto di lavoro di 35 lavoratori della Sde , che è una delle aziende che fabbrica componenti per Stellantis e fa parte dell’indotto di Cassino.