In questi giorni ha fatto scalpore la notizia che a Melfi, nello stabilimento di Stellantis in Provincia di Potenza, in Basilicata, si passa ai 20 turni. Circa 160 lavoratori dello stabilimento lucano ex FCA, passeranno a lavorare sui 20 turni, compresa quindi la domenica.
Una notizia che ha due punti di vista, uno positivo ed uno negativo. Il primo è evidente che riguarda l’incremento della produzione, ovvero la risalita dei regimi produttivi nella fabbrica, che da mesi era ai minimi termini, tra fermate collettive, casse integrazioni e così via.
Dal punto di vista dei lavoratori però, inevitabile pensare ad un incremento delle ore di lavoro, alle domeniche di turno e così via. E le novità riguarda a questa nuova organizzazione del lavoro sono state oggetto dell’incontro tra sindacati e direzione aziendale oggi nella sede dello stabilimento di località San Nicola di Melfi. Vediamo nello specifico cosa è emerso dall’incontro e perché, almeno stando alle dichiarazioni a margine del summit, l’ottimismo è sembrato diffuso.
Gli obbiettivi aziendali di Stellantis parlano di 30.000 auto al mese a Melfi
Risaliranno i regimi produttivi, con un obbiettivo altisonante e sicuramente ambizioso. Parliamo di un incremento notevole delle auto che verranno prodotte nello stabilimento di Località San Nicola di Melfi. Una notizia che dovrebbe far tornare il sorriso a quanti vedevano cupo il futuro e pensavano a riduzioni progressive di produttività e di occupazione.
Lo stabilimento ex FCA di Melfi resta sempre quello in cui il Gruppo, anche prima della fusione tra FCA e PSA (Fiat Chrysler Automobiles si è unita al Gruppo Peugeot), ha prodotto più della metà delle auto che ogni anno si “sfornavano” in Italia.
Nel summit odierno, ottimistiche le previsioni dei sindacati, con la Fim Cisl che anche se con cautela, guarda ad una netta ripresa per quanto riguarda il futuro dello stabilimento.
Una notizia quella dei nuovi piani, che verranno però ufficializzati solo il primo marzo quando Tavares presenterà il piano aziendale di Stellantis, che fa ben sperare tutta la Regione Basilicata.
Va detto che Stellantis e lo stabilimento di Melfi, rappresentano per il tessuto sociale della Regione, la principale o almeno una delle principali fonti di Pil e redditi.
I dettagli della futura organizzazione del lavoro a Melfi per Stellantis
Nel summit di oggi sono emersi i dettagli della futura organizzazione del lavoro a Melfi. Confermati i 20 turni, per il momento per alcuni reparti e per circa 160 operai. Ma se davvero Stellantis vorrebbe produrre a regime 30.000 auto al mese, inevitabile arrivare alla conclusione che i 20 turni potrebbero diventare una costante in tutti i settori dello stabilimento.
Dopo il passaggio dai 15 ai 17 turni confermato pochi giorni fa, che già era un segnale, Stellantis ha anticipato ai sindacati la volontà di passare a 20 turni. Si tratterebbe di una nuova organizzazione lavorativa. E come detto, tutto basato su 20 turni e con 4 squadre. Si partirà, come indiscrezioni dicevano, da fine febbraio. Secondo i vertici aziendali dello stabilimento lucano, già a marzo Stellantis conta di arrivare a produrre ben 30.000 auto al mese. Ma già per febbraio si parla di incrementi, anche se ci si fermerà a 24.000)
Cosa accade ai lavoratori dello stabilimento di Melfi
Oggi il problema potrebbe essere il ritorno ad una organizzazione che prevede lavoro anche nel fine settimana. Ieri però si parlava di tagli, delocalizzazione e esuberi. Proprio la questione esuberi potrebbe diventare cosa del passato, se è vero che adesso si aumenta esponenzialmente la produttività. Potrebbero immediatamente essere chiusi i contratti di solidarietà recentemente attivati.
Tutto lascia presupporre un cambio di direzione quindi. La cautela secondo i sindacati, deve restare alta. Una cosa sono i progetti e le ambizioni, un’altra cosa sono la realtà dei fatti. Nessuno può dimenticare la motivazione da cui sono partite spesso le fermate degli stabilimenti e le casse integrazioni.
I semiconduttori e cosa pensano di fare in Europa adesso
La crisi dei microchip, per stessa ammissione dei vertici di tutti i colossi mondiali dell’industria automobilistica, Stellantis compresa, hanno parlato di crisi dei semiconduttori ancora lunga.
Il fatto che l’approvvigionamento di questi piccoli componenti elettronici dipenda dall’Asia, è una aggravante che potrebbe minare progetti e ambizioni, anche di Stellantis. Anche su questo aspetto però,i sindacati si dicono ottimisti.
Tutto nasce dalla notizia che la settimana scorsa la Commissione Europea ha confermato il via al Chip Act, una sorta di progetto che mira a portare in Europa la produzione di microchip, slegandosi dalle forniture asiatiche che tanti grattacapi hanno dato alle case costruttrici in questi mesi.
Produrre in casa questi microchip, soprattutto alla luce di questo progetto che mira anche ad eliminare gli ostacoli degli aiuti statali, porterebbe un discreto vantaggio e potrebbe dare man forte a progetti di espansione produttiva come quelli di cui abbiamo appena trattato per Melfi.
Progetto che i sindacati hanno battezzato come assolutamente positivo, anche se si dicono intenti a monitorare il tutto. Questo perché l’aumento di turni e produzioni deve fornire le giuste e dovute garanzie anche dal punto di vista produttivo e occupazionale.