Ai nostri giorni i rendering vanno di moda. Spesso consentono di immaginare come potrebbero essere delle auto storiche riviste in chiave moderna. Oggi è il turno della mitica Alfa Romeo 1900 C52 “Disco Volante”, che un designer indipendente ha voluto interpretare secondo i canoni contemporanei. Non è la prima volta che qualcuno si cimenta sul tema.
Alcuni anni fa si era mossa addirittura la Carrozzeria Touring, che aveva dato forma e materialità, fra le altre, all’Alfa Romeo Disco Volante del 2013, poi declinata in versione Spyder nel 2016, anch’essa basata sulla 8C Competizione. Cuore pulsante era un V8 da 4.7 litri con 450 cavalli, proveniente da Maranello e condiviso con alcune Maserati. Un motore di natura ben più nobile del 4 cilindri in linea da 2 litri dell’Alfa Romeo 1900 C52 “Disco volante” delle origini.
Ispirato sia dalla versione moderna che dall’auto storica, il designer automobilistico Bekin Ajvazi ha voluto dare sfogo alla sua fantasia, per rendere un personale omaggio creativo alla prestigiosa stirpe. La connessione stilistica con quei modelli è evidente. Del resto, quando si interviene su certe opere d’arte, concedersi troppe licenze creative può non rivelarsi una scelta felice. Anzi, spesso, non lo è affatto.
Forse la parte più originale della sua opera è il frontale, con i grandi fari circolari e le vistose prese d’aria nella parte bassa, che danno ulteriore risalto alla calandra Alfa Romeo, rivista secondo canoni diversi. Meno marcate sembrano, invece, le modifiche nello specchio di coda e nel profilo laterale, le cui linee si esprimono con grande armonia.
L’impressione, guardando le immagini, è che abbia prevalso un approccio prudenziale, per il doveroso rispetto verso una storia così nobile. Sul piano propulsivo, Ajvazi, per quest’auto dei suoi sogni, vorrebbe che ad alimentarne le danze fosse l’iconico motore V6 Busso costruito tra il 1979 e il 2005. Questo, nella versione più spinta, da 3.2 litri di cilindrata, raggiunge una potenza massima di 250 cavalli, rotondi e sonori come pochi altri.
L’Alfa Romeo Disco Volante originale
Fonte di ispirazione primaria per questi rendering, come abbiamo già evidenziato, è stata l’Alfa Romeo 1900 C52, nota anche come “Disco Volante“. Un soprannome azzeccato, che racconta molto bene le sensazioni trasmesse agli astanti da questo modello, prodotto in cinque esemplari, tra il 1952 e il 1953, nello stabilimento del Portello. Il fatto che abbia preso forma in una ristretta serie di esemplari non ha inficiato la sua natura di concept car.
Come già riferito in un’altra circostanza, lo stile firmato dalla Carrozzeria Touring evocava il mondo alieno. Anche oggi trasmette sensazioni marziane, figuriamoci ai suoi tempi. Questo look mette in risalto pure la liaison col mondo delle corse tipica del marchio del “biscione”. La C nella sigla lo conferma senza mezzi termini e sta per Competizione. Fanno riferimento alla stagione le due cifre numeriche.
L’Alfa Romeo 1900 C52 si concede alla vista con forme scultoree, dense di carattere. Per questo sono entrate nella storia. Non si può parlare di bellezza in senso stretto, ma di esuberanza espressiva, in una tela comunque armonica. Il suo progetto vide scendere in campo alcuni personaggi di primo piano dell’universo a quattro ruote: Gioachino Colombo e Carlo Chiti, con la supervisione di Orazio Satta Puliga.
Base di lavoro fu la 1900C Sprint, ma non sforzatevi di trovare delle connessioni stilistiche che vadano oltre la dimensione del vago. Cuore pulsante del modello era un motore da 1997 centimetri cubi di cilindrata, con 158 cavalli di potenza all’attivo. Questa energia si esprimeva in un quadro telaistico completamente diverso da quello dell’auto donatrice degli altri organi meccanici. Al pilota il compito di scaricarla a terra, con il supporto di un cambio manuale a quattro marce.
Notevoli le performance, ben testimoniate dalla velocità massima di 220 km/h nella versione aperta. Penso che la versione coupé facesse anche meglio, ma il fascino dell’altra era nettamente superiore: uno scarto prestazionale minimo non bastava a compensare il suo vantaggio sul fronte emotivo.
Dall’Alfa Romeo 1900 C52 a “fianchi larghi” furono derivati due esemplari più prestazionali, dotati del motore a 6 cilindri di Giuseppe Busso, da 3 litri di cilindrata. Qui la potenza cresceva a 230 cavalli e la velocità massima si spingeva oltre i 240 km/h. Cambiava, ovviamente, la sigla: ora 6C 3000 Disco Volante. Nella scelta motoristica di questa coppia di modelli c’è la sirena che ha ammaliato il designer autore del progetto grafico che vi abbiamo presentato oggi.
Nel video sopra, l’interpretazione moderna di Touring
Fonte | Carscoops