Pasticcio istituzionale. Le continue promesse di incentivi auto sono disastro per le vendite: i consumatori attendono i bonus, e non comprano niente. Questo è quanto accaduto a fine 2021, con molti politici a parlare di possibili sconti statali, mai arrivati. Adesso, tocca al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: nonostante le difficoltà, si dice ottimista sul fatto che nelle prossime settimane arriveranno proposte per incentivi al settore dell’automotive.
Ovvio che, giustamente, il potenziale acquirente si paralizza. Attende i bonus prima di comprare pentendosi: se avessi acquistato ora anziché due mesi fa, avrei comprato risparmiando 10.000 euro grazie ai bonus rottamazione.
Il punto è che gli incentivi si fanno, non si dicono. Gli incentivi si introducono, non si promettono.
Niente incentivi auto: che guaio
Infatti, anche per le promesse non mantenute in passato, la situazione del mercato auto italiano è drammatica. Per Paolo Scudieri, presidente Anfia (filiera nazionale industria auto), non sono ulteriormente procrastinabili la definizione e l’avvio di un piano di politica industriale. Dedicato alla transizione della filiera automotive.
Un processo che, se non adeguatamente gestito, potrebbe costare al nostro Paese oltre 70.000 posti di lavoro persi.
Rischi per la nazione senza politica auto
Diventa ogni giorno più concreto il rischio che, in assenza di strumenti che accompagnino la riconversione, molte aziende si trovino costrette a rimodulare investimenti e piani produttivi sul nostro territorio. A danno della sopravvivenza di un settore trainante dell’economia italiana. E della competitività dell’intero sistema Paese, dice Scudieri.
Con guai per sicurezza stradale, ambiente. E polizze Rc auto in aumento causa più vetture vecchie in circolazione.
Per Scudieri, alle misure di politica industriale occorre, inoltre, affiancare interventi strutturali. Target: sostenere la domanda di autovetture elettrificate e veicoli commerciali a basso impatto ambientale.
Nella logica di trainare la produzione e instradare le scelte d’acquisto di consumatori e imprese nella direzione degli obiettivi di decarbonizzazione della mobilità in via di definizione a livello europeo, Come, peraltro, stanno facendo tutti i maggiori Paesi UE, lasciandoci in ultima posizione in questo sfidante percorso.