Ferrari 458 Speciale
Ferrari Monza SP1 ed SP2
Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 del 2018 si riallacciano alla migliore storia del marchio, proiettando al futuro gli elementi chiave dei modelli sportivi che hanno scritto la storia del “cavallino rampante”. Il codice numerico che differenzia le sigle fa riferimento al numero di posti: un solo sedile per la prima, due sedili per la seconda.
Si tratta di modelli “barchetta“, perché riprendono lo spirito della 166 MM, così chiamata da Gianni Agnelli quando la vide per la prima volta al Salone di Torino del 1948, per sottolineare l’impressione che gli aveva prodotto il suo look.
Su entrambe le auto manca il parabrezza, per una guida en plein air nel senso letterale del termine. Qui il casco si impone, almeno oltre certi limiti. Un modo entusiasmante di vivere l’arte e la passione automobilistica. La tiratura complessiva della coppia di gioielli in esame è di 499 esemplari, destinati a clienti facoltosi e dai gusti molto raffinati.
Ovvio che auto del genere siano destinate a un futuro collezionistico radioso, sia per i ridotti numeri produttivi, sia per la forte identità caratteriale, sia per la spinta garantita da un motore con l’architettura più nobile, messo a trainare il carro, come piaceva ad Enzo Ferrari. Questo cuore propulsivo aspirato a 12 cilindri regala un sound inebriante, senza filtri diversi da quello dell’aria che accarezza la vettura durante la marcia.
Ferrari Monza SP1 ed SF90 Stradale in Targa Florio | Foto e video
La potenza massima tocca quota 810 cavalli a 8500 giri al minuto. Con un simile scuderia, chiamata a trainare un peso nell’ordine dei 1500 chilogrammi, le cifre prestazionali non possono che essere al top: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.9 secondi, da 0 a 200 km/h in 7.9 secondi. La velocità massima supera quota 300 km/h. Mai, come in questo caso, i numeri, per quanto al vertice, raccontano solo una parte delle verità, in ordine all’appagamento sensoriale.
Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono dei capolavori. Queste vetture si ispirano alla nobile tradizione delle barchette di Maranello. I loro riferimenti concettuali sono le auto da gara degli anni ’50, come la 750 Monza e la 860 Monza. Qui c’è lo spirito più puro della tradizione del “cavallino rampante”. Si tratta di sculture a quattro ruote, che meriterebbero un posto al Louvre, accanto alla Gioconda. Ai fortunati proprietari regalano emozioni uniche e preziose.
Questi “giocattoli” per adulti sono un distillato della migliore essenza delle “rosse”. Basta guardarle da ferme per innamorarsene perdutamente: Flavio Manzoni, con esse, ha espresso al meglio la sua vena creativa. Sono delle vetture di sublime armonia, che reggono il paragone con le migliore proposte firmate da Pininfarina. Il sinuoso incedere dei tratti e le raffinate alchimie dei volumi disegnano un quadro espressivo da museo d’arte.
In entrambi i casi si può parlare di capolavori, ma le mie preferenze vanno alla versione a due posti, che permette di condividere le sensazioni da sogno copiosamente elargite dal modello. Come mettono in evidenza gli uomini del “cavallino rampante”, le Ferrari Monza SP1 ed SP2 hanno dato vita a un nuovo concept, denominato “Icona”, che collega le serie speciali in edizione limitata di questa famiglia alle vetture più evocative della storia del marchio. Così si reinterpreta secondo i canoni moderni uno stile senza tempo, accompagnandolo a contenuti altamente tecnologici ed alle più elevate prestazioni.
Ferrari Daytona SP3
È il sogno più recente uscito dal cappello dei maghi di Maranello ed è una delle “rosse” più esaltanti di tutti i tempi. Negli scorsi giorni ha vinto il premio di “Supercar più bella dell’anno 2022” al Festival Automobile International di Parigi. Facile immaginare che la lista dei riconoscimenti per il suo stile e per le sue doti tecniche sia destinata a crescere in modo importante. Del resto stiamo parlando di un gioiello che sviluppa al massimo livello i temi della bellezza estetica, della qualità ingegneristica, dell’efficienza dinamica, del piacere sensoriale. Un vero capolavoro, su tutti i fronti.
Sua fonte di ispirazione sono state le Sport degli anni sessanta, in particolare la 330 P4, anche se molto marcati sono gli influssi della 250 P5 Berlinetta Speciale di Pininfarina. Il risultato è un’auto proiettata al futuro, una specie di astronave, che però ha le sue buone connessioni concettuali con la tradizione più nobile della casa di Maranello.
Impossibile resistere al richiamo magnetico dei suoi volumi sensuali, che riportano la memoria alle “rosse” giunte in parata alla 24 Ore di Daytona del 1967. Così si spiega una parte del nome. La parte finale della sigla rimarca il fatto che si tratta del terzo modello di quei progetti speciali che appartengono alla Serie Icona, nata per celebrare le migliori vetture storiche del “cavallino rampante”, in chiave moderna ed altamente emotiva. Opere per pochi eletti, dai gusti particolarmente raffinati.
Qui non bastano solo le credenziali economiche: per averla bisogna far parte della cerchia dei migliori clienti della casa di Maranello. L’impegno economico richiesto per entrare in possesso di uno dei 599 esemplari previsti è davvero importante, ma sono soldi spesi bene, anche perché un gioiello del genere ricompensa alla grande. Intanto perché, come dice qualcuno, il miglior investimento è comprare ciò che piace, e qui il piacere è ai massimi livelli.
Ferrari Daytona SP3 in pista con le 330 P3/P4 | Video
Poi perché, nella prospettiva collezionista, questa vettura potrà dare grandi soddisfazioni. Non solo perché evoca i ricordi del prototipo del “cavallino rampante” più bello di tutti i tempi, ma perché rischia di essere l’ultima “rossa” col V12 aspirato posto alle spalle del pilota. E che motore. Un capolavoro assoluto, dove si sublima la magia di questa formula. La sua raffinatezza tecnologica, il suo vigore energetico, le inimitabili alchimie musicali che regala all’udito sono qualcosa di indescrivibile. In questo caso, poi, possono essere anche vissute a cielo aperto. Basta asportare il tettuccio rigido asportabile.
La cosa è resa possibile dal fatto che questa vettura nasce sulla base strutturale della Ferrari LaFerrari Aperta. Lanciata sul finire del 2011 e offerta alla visione di quanti hanno preso parte alle Finali Mondiali del Mugello, la Ferrari Daytona SP3 offre la sua esclusività in modo concettualmente diverso rispetto alle precedenti Monza SP1 ed SP2. Anche in questo caso Flavio Manzoni ha partorito un capolavoro assoluto, ma con una tensione maggiore verso l’aggressività.
Al telaio monoscocca in fibra di carbonio è ancorato, tramite delle strutture ausiliarie, un V12 ad alimentazione atmosferica, da 6.5 litri di cilindrata, che eroga la bellezza di 840 cavalli. Si tratta dello stesso cuore, ulteriormente affinato, che muove le danze della Ferrari 812 Competizione. Il tutto su un peso a vuoto di 1485 chilogrammi. Le prestazioni sono al vertice: scatto da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi e da 0 a 200 km/h in 7.4 secondi. La velocità massima si attesta sui 340 km/h. Anche in questo caso le emozioni sono superiori ai numeri, nettamente superiori al loro valore espressivo.