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Le 3 Ferrari aspirate moderne assolutamente da collezionare

Ecco alcuni gioielli ad alimentazione atmosferica destinati ad entrare nella storia.

Ferrari Targa Florio
Ferrari ha sempre prodotto delle auto uniche e coinvolgenti. Molte di queste si sono ritagliate uno spazio di primissimo piano nel cuore degli appassionati. Il loro valore economico è spesso cresciuto oltre l’immaginazione.
Ci sono modelli, come la 250 GTO, che valgono quanto la finanziaria di un piccolo Stato. Oggi ho raccolto quelle che, a mio avviso, sono alcune delle “rosse” moderne aspirate più importanti degli ultimi 10 anni, nella prospettiva collezionistica.
Mancano gioielli come la F12 tdf o la 812 Competizione, anch’esse di straordinario interesse, ma dovendone sceglierne 3 e dovendo diversificare, ho puntato su un modello ad 8 cilindri e su due modelli molto esclusivi col 12 cilindri disposto davanti e dietro che, secondo me, potranno dare ai proprietari molte soddisfazioni economiche, oltre a quelle, ben più importanti, regalate sul piano emotivo.

Ferrari 458 Speciale

Questa vettura è stata svelata nel 2013. È la versione estrema della 458 Italia, di cui esalta i contenuti racing. Discendente ideale della 430 Scuderia, la Ferrari 458 Speciale è l’espressione più nobile della stirpe delle supercar moderne del “cavallino rampante”, spinte da un motore V8 ad alimentazione atmosferica. Oltretutto collocato nella posizione giusta, ossia alle spalle delle pilota, come impone la più nobile tradizione di questo frazionamento.
Dopo di lei sono nate auto, sempre ad otto cilindri, più potenti e prestazionali, ma con la doppia sovralimentazione. Si può dire che, salvo felici sorprese, è destinata a restare l’ultima e più raffinata discendente di una stirpe unica, in un tempo che sembra ormai proiettato verso l’elettrificazione. Per chi ha le “rosse” nel cuore, la Ferrari 458 Speciale ha un sapore unico. È una sorta di patrimonio dell’Unesco, da custodire nel proprio garage e da gustare quando si sente il bisogno di tuffarsi in un mondo di emozioni della migliore razza.
Anche se le cifre non sono quelle dei modelli attuali, c’è tutto quello che occorre per soddisfare ogni sogno energetico. Il propulsore aspirato, da 4.5 litri di cilindrata, sviluppa infatti una potenza massima di 605 cavalli a 9000 giri al minuto. Le sue musicalità meccaniche sono di ben altra pasta rispetto alle successive 488 ed F8. Notevole anche il picco di coppia, pari a 540 Nm a 6000 giri al minuto. Il tutto su un peso a secco di soli 1290 chilogrammi.
La meravigliosa bontà del telaio fa il resto, per consegnare emozioni dinamiche di riferimento, che inebriano il cuore degli appassionati (e non solo). I numeri, per quanto fuori dal comune, raccontano in minima parte l’appagamento sensoriale elargito da questa superba creatura. Li diamo per dovere di cronaca: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3 secondi, da 0 a 200 km/h in 9.1 secondi. Il chilometro con partenza da fermo viene bruciato in 19.4 secondi, per un giro sulla pista di Fiorano il cronometro si ferma sul tempo di 1’23″5. La velocità massima va oltre la soglia dei 325 km/h.
Buon sangue non mente. Questa è un’auto della migliore razza e fa sognare ad occhi aperti. Basta guardare le sue linee, pulite ed aggressive, per regalarle un posto definitivo nel cuore, in posizione centrale. Come dicono gli uomini della casa di Maranello, la Ferrari 458 Speciale presenta un insieme di innovazioni tecnologiche che rendono questa vettura unica e particolare, pensata per i clienti sportivi più esigenti che sono alla ricerca delle massime emozioni di guida.
Non si tratta di una serie limitata, ma i suoi contenuti ne fanno un prodotto talmente appetibile da rendere naturale un futuro collezionistico ai massimi livelli, specie alla luce dell’evoluzione triste e fredda che sta prendendo il comparto automobilistico. Chi vorrà vivere certe emozioni sarà costretto a guardare indietro. Questa creatura del “cavallino rampante” saprà soddisfare al meglio i bisogni sensoriali, liberando dai vincoli della freddezza imposti dai legislatori.
La Ferrari 458 Speciale è anche al top sul fronte aerodinamico, con una gestione dei flussi che concorre al suo impeccabile carattere operativo. Un vero gioiello, declinato anche in una versione a cielo aperto: la 458 Speciale A, prodotta in serie limitata di 499 esemplari. Qui il valore collezionistico diventerà ancora più alto, sia per i volumi produttivi inferiori che per la maggiore gamma emotiva, anche se le prestazioni in accelerazione e ripresa perdono qualche decimale. Ma volete mettere il piacere di ascoltare il sound del motore con il vento che accarezza i capelli?

Ferrari Monza SP1 ed SP2

Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 del 2018 si riallacciano alla migliore storia del marchio, proiettando al futuro gli elementi chiave dei modelli sportivi che hanno scritto la storia del “cavallino rampante”. Il codice numerico che differenzia le sigle fa riferimento al numero di posti: un solo sedile per la prima, due sedili per la seconda.

Si tratta di modelli “barchetta“, perché riprendono lo spirito della 166 MM, così chiamata da Gianni Agnelli quando la vide per la prima volta al Salone di Torino del 1948, per sottolineare l’impressione che gli aveva prodotto il suo look.

Su entrambe le auto manca il parabrezza, per una guida en plein air nel senso letterale del termine. Qui il casco si impone, almeno oltre certi limiti. Un modo entusiasmante di vivere l’arte e la passione automobilistica. La tiratura complessiva della coppia di gioielli in esame è di 499 esemplari, destinati a clienti facoltosi e dai gusti molto raffinati.

Ovvio che auto del genere siano destinate a un futuro collezionistico radioso, sia per i ridotti numeri produttivi, sia per la forte identità caratteriale, sia per la spinta garantita da un motore con l’architettura più nobile, messo a trainare il carro, come piaceva ad Enzo Ferrari. Questo cuore propulsivo aspirato a 12 cilindri regala un sound inebriante, senza filtri diversi da quello dell’aria che accarezza la vettura durante la marcia.

Ferrari Monza SP1 ed SF90 Stradale in Targa Florio | Foto e video

La potenza massima tocca quota 810 cavalli a 8500 giri al minuto. Con un simile scuderia, chiamata a trainare un peso nell’ordine dei 1500 chilogrammi, le cifre prestazionali non possono che essere al top: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.9 secondi, da 0 a 200 km/h in 7.9 secondi. La velocità massima supera quota 300 km/h. Mai, come in questo caso, i numeri, per quanto al vertice, raccontano solo una parte delle verità, in ordine all’appagamento sensoriale.

Le Ferrari Monza SP1 ed SP2 sono dei capolavori. Queste vetture si ispirano alla nobile tradizione delle barchette di Maranello. I loro riferimenti concettuali sono le auto da gara degli anni ’50, come la 750 Monza e la 860 Monza. Qui c’è lo spirito più puro della tradizione del “cavallino rampante”. Si tratta di sculture a quattro ruote, che meriterebbero un posto al Louvre, accanto alla Gioconda. Ai fortunati proprietari regalano emozioni uniche e preziose.

Questi “giocattoli” per adulti sono un distillato della migliore essenza delle “rosse”. Basta guardarle da ferme per innamorarsene perdutamente: Flavio Manzoni, con esse, ha espresso al meglio la sua vena creativa. Sono delle vetture di sublime armonia, che reggono il paragone con le migliore proposte firmate da Pininfarina. Il sinuoso incedere dei tratti e le raffinate alchimie dei volumi disegnano un quadro espressivo da museo d’arte.

In entrambi i casi si può parlare di capolavori, ma le mie preferenze vanno alla versione a due posti, che permette di condividere le sensazioni da sogno copiosamente elargite dal modello. Come mettono in evidenza gli uomini del “cavallino rampante”, le Ferrari Monza SP1 ed SP2 hanno dato vita a un nuovo concept, denominato “Icona”, che collega le serie speciali in edizione limitata di questa famiglia alle vetture più evocative della storia del marchio. Così si reinterpreta secondo i canoni moderni uno stile senza tempo, accompagnandolo a contenuti altamente tecnologici ed alle più elevate prestazioni.

Ferrari Daytona SP3

È il sogno più recente uscito dal cappello dei maghi di Maranello ed è una delle “rosse” più esaltanti di tutti i tempi. Negli scorsi giorni ha vinto il premio di “Supercar più bella dell’anno 2022” al Festival Automobile International di Parigi. Facile immaginare che la lista dei riconoscimenti per il suo stile e per le sue doti tecniche sia destinata a crescere in modo importante. Del resto stiamo parlando di un gioiello che sviluppa al massimo livello i temi della bellezza estetica, della qualità ingegneristica, dell’efficienza dinamica, del piacere sensoriale. Un vero capolavoro, su tutti i fronti.

Sua fonte di ispirazione sono state le Sport degli anni sessanta, in particolare la 330 P4, anche se molto marcati sono gli influssi della 250 P5 Berlinetta Speciale di Pininfarina. Il risultato è un’auto proiettata al futuro, una specie di astronave, che però ha le sue buone connessioni concettuali con la tradizione più nobile della casa di Maranello.

Impossibile resistere al richiamo magnetico dei suoi volumi sensuali, che riportano la memoria alle “rosse” giunte in parata alla 24 Ore di Daytona del 1967. Così si spiega una parte del nome. La parte finale della sigla rimarca il fatto che si tratta del terzo modello di quei progetti speciali che appartengono alla Serie Icona, nata per celebrare le migliori vetture storiche del “cavallino rampante”, in chiave moderna ed altamente emotiva. Opere per pochi eletti, dai gusti particolarmente raffinati.

Qui non bastano solo le credenziali economiche: per averla bisogna far parte della cerchia dei migliori clienti della casa di Maranello. L’impegno economico richiesto per entrare in possesso di uno dei 599 esemplari previsti è davvero importante, ma sono soldi spesi bene, anche perché un gioiello del genere ricompensa alla grande. Intanto perché, come dice qualcuno, il miglior investimento è comprare ciò che piace, e qui il piacere è ai massimi livelli.

Ferrari Daytona SP3 in pista con le 330 P3/P4 | Video

Poi perché, nella prospettiva collezionista, questa vettura potrà dare grandi soddisfazioni. Non solo perché evoca i ricordi del prototipo del “cavallino rampante” più bello di tutti i tempi, ma perché rischia di essere l’ultima “rossa” col V12 aspirato posto alle spalle del pilota. E che motore. Un capolavoro assoluto, dove si sublima la magia di questa formula. La sua raffinatezza tecnologica, il suo vigore energetico, le inimitabili alchimie musicali che regala all’udito sono qualcosa di indescrivibile. In questo caso, poi, possono essere anche vissute a cielo aperto. Basta asportare il tettuccio rigido asportabile.

La cosa è resa possibile dal fatto che questa vettura nasce sulla base strutturale della Ferrari LaFerrari Aperta. Lanciata sul finire del 2011 e offerta alla visione di quanti hanno preso parte alle Finali Mondiali del Mugello, la Ferrari Daytona SP3 offre la sua esclusività in modo concettualmente diverso rispetto alle precedenti Monza SP1 ed SP2. Anche in questo caso Flavio Manzoni ha partorito un capolavoro assoluto, ma con una tensione maggiore verso l’aggressività.

Al telaio monoscocca in fibra di carbonio è ancorato, tramite delle strutture ausiliarie, un V12 ad alimentazione atmosferica, da 6.5 litri di cilindrata, che eroga la bellezza di 840 cavalli. Si tratta dello stesso cuore, ulteriormente affinato, che muove le danze della Ferrari 812 Competizione. Il tutto su un peso a vuoto di 1485 chilogrammi. Le prestazioni sono al vertice: scatto da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi e da 0 a 200 km/h in 7.4 secondi. La velocità massima si attesta sui 340 km/h. Anche in questo caso le emozioni sono superiori ai numeri, nettamente superiori al loro valore espressivo.

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