Parliamoci chiaro, probabilmente mai più l’Italia sarà centrale negli interessi di Stellantis come lo era una volta con FCA. Nessuna penalizzazione per il bel Paese, nessun oltraggio o discriminazione.
È la natura di Stellantis ad essere differente da Fiat Chrysler Automobiles.
Inevitabile visto che di parla di un colosso dell’industria automobilistica. Una multinazionale che ha avuto i natali a seguito di fusione tra i francesi di Peugeot, Citroen e Opel, e gli Italiani di Fiat Chrysler Automobiles.
Una grande azienda che adesso dimostra di voler guardare al Mezzogiorno della penisola per investire.
Stellantis e il progetto Italia
C’è attesa, e tanta per la presentazione del piano industriale di Stellantis che dovrebbe avvenire il 1° marzo prossimo. Almeno stando alle recenti dichiarazioni di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, cioè quello che per FCA era il compianto Sergio Marchionne.
Il manager portoghese, amministratore delegato del quarto produttore mondiale di auto, è uomo di provenienza Peugeot. E sull’Italia ha usato fin dal primo giorno post fusione, una specie di bastone e carota. Parole critiche ma anche buoni propositi. Questo ciò che Tavares ha detto in questi mesi, tra una visita e l’altra presso gli stabilimenti nostrani del gruppo.
Il somigliare il più possibile alle fabbriche transalpine. La linea inizialmente intrapresa da Tavares, presto ha lasciato il campo ad altre prerogative.
Le differenze tra Francia e Italia sono notevoli
Va detto infatti che già solo per l’indotto, le differenze sono sostanziali. In Francia l’indotto è formato da aziende di dimensioni piuttosto grandi. In Italia la maggior parte sono piccole realtà imprenditoriali. Aziende che vivono pressoché totalmente sulle commesse di Stellantis.
Per questo, più che rivoluzionare questo quadro, Tavares ha deciso di cambiare registro, chiedendo aiuti al governo. Ma non si tratta solo di contributi, perché si parla pure di interventi sulle infrastrutture. Intervenire in miglioramento della logistica, dei trasporti e intervenire sul contenimento delle spese come dell’energia elettrica.
Va ricordato infatti che in Francia i salari e quindi il costo del lavoro sono superiori rispetto all’Italia. Il maggior costo di produzione in Italia non parte da lì quindi.
Fabbriche italiane, cosa hanno detto i vertici di Stellantis in questi mesi
“In Italia non si può mantenere lo status Quo”. Parole dure quelle di Tavares che recentemente ha parlato pure di spiacevoli conseguenze per le fabbriche italiane del gruppo qualora il governo continuasse sulla linea intrapresa nell’ultima legge di Bilancio. Una manovra che alla voce “incentivi per auto elettriche” è stata colpevolmente vuota di provvedimenti.
Ma su grandi marchi del gruppo, compresi quelli italiani, Carlos Tavares ha sempre usato parole buone. Lancia e Alfa Romeo sono fuori all’occhiello di Stellantis secondo il suo amministratore delegato. Nessuna delocalizzazione, nessun taglio di personale, niente licenziamenti. Sono tutte cose che i vertici di Stellantis hanno sempre ribadito a chi paventava qualche rischio in questo senso.
Cosa è successo in questo primo anno di Stellantis
La verità è che la riduzione di personale, se si considera questo, nel senso stretto della parola, non si è verificata. Ma occorre dire che sono stati introdotti gki incentivi all’esodo, con accordi tra azienda e sindacati che di fatto nascondono tagli di personale piuttosto evidenti.
E poi, rispetto al 2020, Stellantis ha una fabbrica in meno, una linea di produzione in meno ed ha usato a macchia d’olio numerosi periodi di cassa integrazione.
In Piemonte hanno chiuso la fabbrica ex Bertone di Grugliasco, quella della Maserati.
La produzione della fabbrica che fu acquistata dalla Fiat per mano di Sergio Marchionne, si è trasferita nella vicina Mirafiori.
A Melfi invece hanno cessato la linea di produzione dedita alle Jeep Compass. Il SUV adesso viene prodotto sull’unica linea aperta, quella dive si producono anche le Fiat 500 X e la Jeep Renegade. Il tutto con un discutibile mix produttivo.
I progetti futuri del gruppo e il nuovo piano industriale
Al momento niente di nuovo è emerso per Stellantis in Italia. Come dicevamo, il primo marzo prossimo Stellantis presenterà il piano produttivo. Nel frattempo rimaniamo in attesa che il Gruppo metta a terra, come si dice in questi casi, i progetti che ha già messo in cantiere, con promesse che riguardano diversi stabilimenti italiani.
Recente il via libera con annesso accordo con il governo, per la Gigafactory di Termoli. La terza fabbrica di batterie per auto elettriche del Gruppo in Europa, la prima in Italia, sorgerà in Molise. Dopo Douvrin e Kaiserslautern adesso Termoli, e dal governo 370 milioni di euro di aiuto, questo ciò che ha spuntato Stellantis. In totale 2,5 miliardi di euro l’investimento per la nuova fabbrica di batterie elettriche del Gruppo.
E Stellantis ha scelto la piccola regione del Molise come sede, in un progetto che mira a confermare la centralità del Mezzogiorno nelle politiche del Gruppo. Qualcuno però crede che l’orientamento sudista di Stellantis nasce dalla maggiore facilità che l’azienda ha nel chiedere sostegno al governo, essendo le aree del Mezzogiorno evidentemente bisognose di aiuti.
Melfi e Pomigliano, la politica del Sud è quella che sta seguendo Stellantis
In Piemonte come dicevamo, la fabbrica di Grugliasco è stata chiusa (sono rimaste ancora alcune attività che però si è già deciso di trasferire entro il 2024). Tutto trasferito in quel di Mirafiori, dove sorgerà il Turin Manifacturing Center, vero centro innovativo e votato all’elettrificazione di Stellantis. A Mirafiori si produrranno pure le Maserati, oltre naturalmente alla Fiat 500 Bev che già è il fiore all’occhiello di Stellantis.
Ma è nel Mezzogiorno che si punta forte. In Basilicata, dove sorge lo stabilimento ex FCA di Melfi, in località San Nicola in Provincia di Potenza, tra 2024 e 2025 si andrà a produrre ben 4 nuovi veicoli elettrici. La fabbrica lucana resta quella dove Stellantis produce più della metà delle auto che in totale vengono prodotte in Italia. Un trend che proseguirà anche in futuro questo. Lo dimostra il fatto che già in queste ore è giunta conferma di un passaggio ai 20 turni che per gli operai significa più giornate di lavoro e per Stellantis più auto prodotte. Si produrranno nuove auto a Melfi sulla piattaforma STLA.
Un progetto importante per lo stabilimento della Basilicata, che come detto, conferma l’interesse di Stellantis per le aree del Mezzogiorno.
Sempre delle ultime giornate la notizia del lancio, finalmente, del SUv Tonale, nuovo modello Alfa Romeo che dovrebbe ridare lustro allo stabilimento di Pomigliano d’Arco e a tutta la casa del Biscione. Il calo di mercato di Alfa Romeo è uno degli elementi che Stellantis ha deciso di risolvere, partendo proprio dal nuovo veicolo che dovrebbe smuovere il mercato stagnante della casa di Arese.