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Melfi: 20 turni, ma nuove fermate Stellantis

Prima la notizia del passaggio a 20 turni, poi le nuove fermate da oggi 18 febbraio, un assurdo tutto italiano.

Stabilimento Stellantis

Probabilmente un unicum vero questo di Stellantis per lo stabilimento di località San Nicola di Melfi.
In Basilicata, nella fabbrica di Melfi, Stellantis sta vivendo un periodo di chiaroscuro. Da un lato si parla di incrementare la produzione e i turni di lavoro. Dall’altro lo scontro con la dura realtà e con le chiusure e le fermate continue dello stabilimento.
E i sindacati non stanno certo a guardare. Anzi, come si legge sul sito Basilicata24.it, la Fiom Cgil parla di beffa.

Cosa sta accadendo adesso a Melfi nella fabbrica Stellantis

Stabilimento Stellantis di Melfi
Se pochi giorni fa a Melfi si discuteva di 20 turni, di incremento della produzione, di più lavoro e più auto da sfornare, adesso si torna a parlare dell’esatto opposto.
Oggi 18 febbraio, lo stabilimento di Melfi si ferma. E sarà così dalle 6 di oggi alle 6 di lunedì 21 febbraio.
Ma si parla già di dubbi riguardo al mantenimento dei soliti regimi produttivi per tutta la settimana dal 21 al 27 febbraio.
Una doccia fredda se si pensa al fatto che la settimana scorsa l’argomento era il passaggio da 15 e 17 e poi a 20 turni compresi sabato e domenica.
Perché la fermata produttiva? Il problema sempre il solito. La carenza di microchip di provenienza asiatica, di quei semiconduttori che tanti guai hanno prodotto è la causa della fermata di oggi 18 febbraio. Ed è la causa dei dubbi che sono evidenti per la settimana lavorativa che scatterà lunedì.

La Fiom di lamenta della nuova fermata per lo stabilimento Stellantis di Melfi

Ricapitolando, da venerdì 18 febbraio, dalle ore 6, a lunedì 21 febbraio, sempre alle ore 6, nuovo stop produttivo allo stabilimento Stellantis di Melfi.
Motivo, i già citati microchip e la loro carenza annosa e ormai da troppo tempo tristemente continua.

“Oltre il danno la beffa”

È ciò che fanno sapere quelli della Fiom, a margine di un incontro urgente svoltisi a Melfi la sera del 16 febbraio. Argomento, il nuovo stop produttivo.

“I lavoratori non possono subire i 20 turni e fermarsi continuamente magari pagando le fermate con ulteriori perdite salariali”

Anche per la Fiom Cgil la situazione è strana con questa evidente  contraddizione che si materializza a Melfi, nello stabilimento Stellantis.
Per via di una nuova carenza di approvvigionamento dei semiconduttori, si ripiomba nella cassa integrazione a Melfi nella fabbrica Stellantis.
Non c’è pace per i lavoratori dello stabilimento lucano del colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra i francesi di PSA e gli italiani di FCA.

La Fiom Cgil chiede un confronto con Stellantis

Strana la situazione di Melfi per gli operai dello stabilimento del quarto produttore mondiale di auto. Solo lo scorso 2 febbraio, come dicono dalla Fiom Cgil su Basilicata24.it, Stellantis annunciò una netta ripresa produttiva con il passaggio dagli attuali 15 turni, ai 17 e poi 20 turni.
Una decisione che videa Fiom contraria perché serviva un confronto sui contenuti.

Per i metalmeccanici Cgil, non si può ridurre tutto semplicemente ad una rimodulazione dei turni.
Occorre verificare se ci sono condizioni diverse dal semplice aumento dei turni.
Il dubbio adesso è che da un lato si chiede agli operai, un cambio di turni, di lavorare pure la domenica, dall’altro invece, si continua a indire stop e fermate. E si continua con la cassa integrazione che a conti fatti riduce i salari di questi lavoratori.

Nel frattempo sempre per Melfi, resta la promessa di Stellantis di produrre in Basilicata 4 nuovi veicoli elettrici con la piattaforma STLA. Una promessa che dovrebbe preservare la capacità produttiva e i livelli occupazionali dello stabilimento in provincia di Potenza.

Il primo marzo prossimo quando il CEO di Stellantis, Carlos Tavares presenterà il piano industriale pluriennale del Gruppo, molta attesa sarà proprio su ciò che si farà a Melfi.

Lo stabilimento lucano di Stellantis resta quello da dove escono statisticamente, più auto di qualsiasi altro stabilimento italiano del quarto produttore mondiale di auto. E l’attesa per le novità del piano industriale riguardano anche l’indotto dello stabilimento.

 

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