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Incentivi auto: Draghi non vuole più perdere

Il Governo piazza 800 milioni per l’auto nel 2022 fra incentivi e sostegni alle Case. Più un miliardo l’anno fino al 2030

incentivi auto

Svolta improvvisa dopo la sfuriata di Draghi contro il Parlamento, come annunciato da ClubAlfa qui. Il Governo piazza 800 milioni per l’auto nel 2022 fra incentivi e sostegni alle Case. Più un miliardo l’anno fino al 2030. C’è il via libera del Consiglio dei ministri al decreto Bollette, con mille altre misure. Per ora, si sa solo questo. Il decreto entrerà in vigore tra sabato 19 e lunedì 21 febbraio: poi, entro 30 giorni, arriveranno i decreti attuativi interministeriali. Adesso Draghi non abbia più voglia di perdere facendo troppo i conti con una politica si mette di traverso: servono provvedimenti per modernizzare il Paese.

Incentivi auto: possibile schema

Può darsi che si segua lo schema solito. Per auto 0-20 g/km: 10.000 euro con rottamazione. Di cui 8.000 euro (+2.000 euro di contributo del concessionario). Oppure 6.000 euro. Di cui 5.000 euro (+1.000 euro di contributo del concessionario).

Macchine 21-60 g/km: con rottamazione, 6.500 euro. Di cui 4.500 euro (+2.000 euro di contributo del concessionario). Oppure 2.500 euro senza rottamazione (+1.000 euro di contributo del concessionario).

Vetture 61-90 g/km: 1.750 euro con rottamazione (+2.000 euro dalla Casa), 1.000 euro senza rottamazione (+1.000 euro dalla Casa).

Veicoli 91-110 g/km: 1.500 euro con rottamazione (+2.000 del concessionario), 750 euro senza rottamazione (+1.000 del venditore).

Ecobonus preziosi

Come dice l’Unrae, nell’ultimo anno, grazie agli incentivi per l’acquisto dei nuovi veicoli a zero e a basse emissioni, le auto cosiddette elettrificate (full-electric, plug-in hybrid e hybrid) sono aumentate del 116% (più che raddoppiando i volumi immatricolati). Inoltre, sono state rottamate 350.000 vetture, più del 90% con oltre 10 anni di vita e quindi altamente inquinanti e poco sicure, consentendo all’ambiente un risparmio di circa 215.000 tonnellate di CO2 l’anno.

Per fortuna, l’Esecutivo s’è mosso. Un’assenza di strategia, o forse proprio una strategia, avrebbe fatto inevitabilmente ricadere i costi sociali ed economici della transizione esclusivamente su consumatori, lavoratori e imprese. Rischiando di relegare l’Italia a una sorta di mercato di “serie B” – in Europa – per diffusione di nuove tecnologie e per anzianità e obsolescenza del parco circolante.

Draghi in prima linea

Il Governo interviene in maniera strutturale per aumentare la produzione di gas italiano e per velocizzare e semplificare l’installazione di impianti di energia rinnovabile, ha detto il premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa. Nessuno scostamento di bilancio per l’intervento sul caro bollette. In campo ci sono 8 miliardi.

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