Un tuffo nel futuro: il Gruppo Bosch ha creato una nuova business unit per sviluppare il business dei sensori quantistici per auto e non solo. Obiettivo, partecipare alla forte crescita prevista per questo mercato. La nuova startup metterà insieme i risultati delle ricerche fatti finora e li tradurrà in prodotti.
Per Jens Fabrowsky, il vicepresidente esecutivo di Bosch Automotive Electronics, responsabile del business dei semiconduttori, la tecnologia quantistica sta spingendo i confini di ciò che è possibile nell’elaborazione dei dati e nei sensori. Target: aumentare il grande beneficio pratico degli effetti quantistici nelle varie possibili applicazioni come i sistemi di trazione per autoveicoli. Ovviamente, tutto è estendibile: vedi la medicina nella diagnosi neurologica.
Sensori quantistici: quale futuro
I sensori quantistici usano i singoli atomi di un gas o i difetti nei solidi come strumenti di misurazione atomica. Grazie al modo speciale in cui vengono inizializzati prima della misurazione e alla loro capacità di rilevare i singoli stati quantici dopo la misurazione, questi sensori raggiungono una precisione senza precedenti.
Attraverso la tecnologia quantistica questo permetterà presto di effettuare misure che sono quasi 1.000 volte più precise di quelle fatte dai sensori MEMS (micro-electro-mechanical system) di oggi. I sensori quantistici saranno, per esempio, in grado di aiutare a diagnosticare condizioni neurologiche come l’Alzheimer e il Parkinson in modo più accurato e semplice.
Possono anche essere usati per registrare gli impulsi nervosi e dunque, un domani, per controllare gli arti artificiali. Questi sensori possono anche rilevare i più piccoli cambiamenti di posizione di un oggetto. Bosch ha condotto ricerche sul rilevamento quantistico per sette anni e ha costruito dei dimostratori completamente funzionali come un magnetometro quantico e un girometro quantico.
I magnetometri quantistici possono, per esempio, essere utilizzati per rilevare i minuscoli campi magnetici generati dai processi fisiologici, mentre i giroscopi quantistici permettono il rilevamento ad alta precisione delle rotazioni per la navigazione dei sistemi autonomi. L’obiettivo a lungo termine è quello di raggiungere un’ulteriore miniaturizzazione e di integrare la tecnologia in un singolo chip.
Chi è il big boss
Il CEO della nuova startup è Katrin Kobe. Con un dottorato in fisica, porta in Bosch oltre 25 anni di esperienza manageriale di diverse aziende tecnologiche. Durante questo periodo ha sviluppato anche nuove aree di business. Attualmente 15 collaboratori stanno già lavorando nella nuova business unit. Il team, che è destinato a crescere nei prossimi mesi, sta cercando di attrarre, in particolare, ingegneri specializzati.