Il 2021 della Ferrari è una conferma assoluta, sia dal punto di vista finanziario che industriale. Le crisi diversificate non hanno intaccato minimamente i riscontri messi in pratica dal Cavallino Rampante, visto che dopo un 2020 ovviamente meno interessante i riscontri sono tornati a salire fino al record assoluto di vetture consegnate: ben 11.155 immatricolazioni che surclassano il record del 2019 fissato a 10.131 unità.
Gli ultimi cinque anni hanno inoltre permesso una crescita interessante dal punto di vista dei dipendenti: il complessivo è aumentato dai 3.336 dipendenti del 2017 fino ai 4.609 dipendenti di fine 2021, col 15,2% di questi di sesso femminile. Nel 2022 Ferrari si prepara all’arrivo del nuovo Purosangue, ovvero il primo SUV della storia del Cavallino Rampante, sebbene al momento possa già contare su ben sei sportive, due GT, due serie speciali e sulle tre possibilità offerte dalla specialissima gamma Icona. Proprio in riferimento alla gamma Icona, va detto che durante il primo semestre di quest’anno le Monza SP1 ed SP2 termineranno la fase di consegna ai legittimi proprietari mentre lo scorso anno sono state anche completate le consegne dell’apprezzata Ferrari 812 Superfast.
Nel 2021 la clientela del Cavallino Rampante è stata per lo più rappresentata da possessori di vetture a marchio Ferrari. Il 59% di chi ha acquistato una Ferrari lo scorso anno disponeva già di una sportiva di Maranello, così come il 32% possedeva già più di una Ferrari. Il Cavallino Rampante ha inoltre confermato che i modelli Icona disporranno di una frequenza di lancio superiore rispetto a quanto fatto in precedenza in modo da contribuire a mantenere elevato il livello di performance finanziario associato a questa gamma specifica.
Ferrari guarda anche all’elettrico
È chiaro che il futuro del Cavallino Rampante passa necessariamente anche dall’elettrico. Nonostante ciò, il costruttore di Maranello gode ancora di una condizione privilegiata in tema di emissioni visto che adotta una deroga sui limiti previsti in merito alle emissioni di CO2 visto che Ferrari immatricola meno di 10mila vetture in tutta Europa. Se questa impostazione non potrà durare a lungo, si comprende la necessità di dotare il reparto Ricerca e Sviluppo di maggiori risorse destinate ai sistemi ibridi o elettrici.
Ci sarà però ancora spazio per i tradizionali propulsori endotermici, anche in accordo con le possibilità di ricerca dedicate ai biocarburanti. Ferrari ha ammesso che il futuro garantirà almeno tre linee in termini di elementi propulsivi: ci sarà ancora il V12, il V8 e il V6 che già dispone di “una nuova architettura, più innovativa”.
Visti i numeri in crescita in un anno comunque non semplice come il 2021, Ferrari guarda al 2022 con ovvio ottimismo puntando sull’incremento dei numeri produttivi senza andare ad intaccare l’importante concetto di esclusività che richiede un marchio come quello del Cavallino Rampante. Si comincia dalla produzione della nuova Daytona SP3 così come del Purosangue che sarà quello che incrementerà i volumi produttivi del costruttore.
Un corposo dividendo per gli azionisti
Ferrari si prepara inoltre a ragionare su un corposo dividendo da 250 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione del costruttore vuole infatti proporre agli azionisti una distribuzione di 1,362 euro per ogni azione ordinaria con un incremento del 57% rispetto a quanto messo in pratica nel 2021. Bisognerà attendere il 13 aprile prossimo, quando l’assemblea dovrà approvare o rigettare la proposta.
La cedola dovrebbe essere quindi staccata il 19 aprile per poi percepire il dividendo il giorno dopo con le azioni da negoziare all’EXM di Milano e al NYSE di New York. Il dividendo sarà poi pagato il 6 maggio. Va poi ricordato che dal primo gennaio 2022 allo scorso 18 febbraio, Ferrari ha acquistato oltre 390mila azioni ordinarie per un complessivo di oltre 80 milioni di euro: il 18 febbraio Ferrari possedeva nel complesso 10.470.922 azioni ordinarie.
Secondo Ferrari la liquidità oggi a disposizione, oltre all’utilizzo di ulteriori fondi generati dalle attività operative, permetterà al costruttore di soddisfare tutti i requisiti delle attività di investimento oltre al fabbisogno di capitale circolante utile a soddisfare gli obblighi di rimborso previsti per il proprio debito garantendo flessibilità sia operativa che strategica.