La guerra è una brutta cosa. Coinvolge tutto e tutti, spezza le vite, fa vittime innocenti, morti, feriti e gente che perde tutto. Anche l’economia, il settore dell’Automotive con Stellantis in prima fila pagheranno dazio.
Parlare di economia durante un conflitto può essere considerato fuori luogo, visto che è la vita umana la cosa più importante. Ma anche l’economia viene colpita duramente da un conflitto. E questo conflitto tra Russia e Ucraina non è da meno . Anzi, le ricadute anche nel settore dell’industria dell’auto sono davvero pericolose.
Sono le sanzioni internazionali contro la Russia a minare anche le industrie dell’auto. E tra queste anche la nostra Stellantis. Certo, non è solo il colosso del settore nato dalla fusione italo francese tra PSA ed FCA, perché anche altri colossi dell’industria automobilistica come Renault e Volkswagen saranno pesantemente penalizzati. Resta la preoccupazione per le cose di casa nostra, perché anche Stellantis nella Russia ha visto un mercato molto importante il cui calo potrebbe mettere in difficoltà l azienda.
Le sanzioni contro la Russia fanno male anche alle industrie occidentali
Per carità, nessuna critica ai provvedimenti del Mondo Occidentale contro Vladimir Putin e la sua Russia. Le sanzioni contro la Russia sono un’arma che secondo l’Occidente funge da deterrente contro la Russia nel proseguire l’invasione in Ucraina.
Ma le sanzioni, se da un lato mirano a depotenziare l’economia russa, rischiano di avere inevitabili effetti anche sull’economia di quegli Stati che hanno avallato le sanzioni. E diversi settori industriali, tra cui l’Automotive, rischiano grosso.
Le sanzioni andranno inevitabilmente a limitare il settore industriale automobilistico in Russia. E diversi grandi gruppi automobilistici nella Russia hanno un mercato importante. Renault, Volkswagen e anche Stellantis, da tempo utilizzano la Russia come mercato di espansione.
Inevitabile uno stravolgimento dei piani industriali di queste case costruttrici.
Cosa accade adesso anche per Stellantis
Anche se non è certo il mercato che fa sbancare le case costruttrici, resta pur sempre un mercato fondamentale per le case costruttrici, considerato importante per le vendite dei gruppi automobilistici europei e del resto del Mondo.
Le sanzioni imposte alla Russia adesso sono il blocco della transazioni finanziarie e lo stop ai normali collegamenti commerciali tra Russia e Resto d’Europa per esempio. Sembra di essere tornati ai tempi dell’Urss, della Cortina di Ferro. Ma in Russia le imprese costruttrici contano circa 34 stabilimenti tra produzioni di auto e componentistica.
Parliamo di un mercato importante, anche se per Stellantis non è uno dei mercati di punta. Infatti il Gruppo KIa-Hyundai è quello che ha esportato più veicoli in Russia nel corso del 2021. Come si legge sulla pagina motori della “Gazzetta dello Sport”, circa 380mila sono i veicoli della Kia e della Hyundai.
Avtovaz-Lada con 351 mila esemplari commercializzati interessano il colosso francese Renault. Infatti si tratta di auto di produzione russa, ma è una casa costruttrice controllata da Renault, che controlla anche Dacia. Non sono da escludere prese di posizione particolari di Renault che per esempio, quando scattarono le sanzioni per l’Iran nel 2018, smobilitò disimpegnandosi con IDRO, colosso industriale di Teheran.
Gli interessi di Stellantis in Russia e quelli dei tedeschi di Volkswagen
È a Kaluga, piccolo centro a sud ovest di Mosca, che è vivo e vegeto il principale centro russo dell’industria dell’auto. Un esempio dell’importanza della cittadina industriale russa richiama ai tedeschi di Volkswagen.
Le Volkswagen Polo e le Tiguan sono auto prodotte a Kaluga. Ma in quel polo industriale si sfornano pure le Skoda Rapid, e si cura l’assemblaggio degli Sport Utility dei Suv Audi come Q7 e Q8. Per Volkswagen è molto importante il centro di Kaluga, dal momento che si contano oltre un miliardo di euro di investimenti, per una produzione 2021 che ha toccato la rilevante cifra di 118.000 auto prodotte e di ben 150.000 motori.
Ma i tedeschi di Volkswagen hanno pure uno stabilimento Novgorod. Sempre a Kaluga è operativa Stellantis, coni marchi francesi Peugeot, Citroen e la tedesca Opel. Non è importante come per Volkswagen ma anche Stellantis ha investito in Russia, per la produzione di veicoli commerciali leggeri quali il Peugeot Expert, l’Opel Vivaro e la Citroën Jumpy. Auto che per via di quello che a tutti gli effetti è un embargo da e per la Russia, evidente che tutti ci rimetteranno.
Qualcuno si era già allontanato dalla Russia, come Ford e BMW
Nessuna casa costruttrice tra le più importanti uscirà indenne da questa guerra, almeno dal punto di vista economico. Solo dal 2019 in Russia aveva investito anche Mercedes. La Classe E della Mercedes infatti è prodotta proprio a Nord di Mosca, in uno stabilimento che il colosso Mercedes ha rilevato spendendo qualcosa come e 250 milioni di euro proprio nel 2019.
Già ufficializzata inoltre la cessazione della partnership tra i tedeschi di Daimler e la Kamaz, per le produzioni di veicoli pesanti. Forse BMW si è salvata per via del blocco nel 2020 ai piani di investimento in Russia. Adesso la BMW con Mosca ha in piedi solo una collaborazione con Avtotor per l’assemblaggio di motori a Kaliningrad. Stesso discorso per la Ford. Gli americani nel 2019 lasciarono la Russia, disimpegnandosi cedendo uno stabilimento a San Pietroburgo che era aperto dal 2001.