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Le 3 Alfa Romeo più veloci sul circuito della Targa Florio

Ecco i modelli del “biscione” che hanno segnato i tempi più bassi nella gara madonita.

Alfa Romeo 33/3
Il 3/4 posteriore dell'Alfa Romeo 33/3

Il rapporto fra Alfa Romeo e Targa Florio è stato molto intenso. La casa milanese ha guadagnato dieci vittorie nella mitica gara siciliana. Solo Porsche ha fatto meglio, con undici successi. Terzo posto, nell’albo d’oro della corsa voluta da Vincenzo Florio, per la Ferrari, con sette sigilli. La prima affermazione Alfa Romeo prese forma nel 1923, su 4 giri del Medio Circuito delle Madonie. A salire sul gradino più alto del podio fu, in quella circostanza, la RL 3200 di Ugo Sivocci, che mise in riga gli avversari alla media di 59,177 km/h. Il giro più veloce fu del compagno di squadra Antonio Ascari.

Poi tante altre pagine luminose nel segno del “biscione”. Il tutto in una cornice agonistica di riferimento su scala planetaria, perché la Targa Florio è stata una delle corse automobilistiche più esaltanti di tutti i tempi, un’icona del motorsport.

Questa gara seppe richiamare in Sicilia il meglio dell’automobilismo mondiale. Un successo sulle strade dell’isola valeva quasi quanto un campionato. Per i piloti e per i costruttori era una prova straordinariamente dura, in un campo operativo ricco di insidie. Una sorta di università sportiva, che metteva continuamente alla prova, con esami molto difficili da superare. Alfa Romeo si è laureata con un ottimo punteggio. Scopriamo insieme i modelli della casa lombarda che hanno girato più velocemente sul percorso della Targa Florio, con riferimento alla planimetria più nota: il Piccolo Circuito delle Madonie.

L’Alfa Romeo 33/3 vittoriosa alla Targa Florio del 1971

In quell’anno, Alfa Romeo mise a segno, con merito, un altro successo alla Targa Florio: il nono della serie. Gli onori della gloria andarono all’idolo di casa Nino Vaccarella, già vincitore della sfida siciliana nel 1965, con la Ferrari 275 P2. Facile immaginare l’entusiasmo del pubblico di casa. Ad alternarsi al posto guida col “Preside Volante” c’era Toine Hezemans.

16 maggio – 11 giri del Piccolo Circuito Madonie (lunghezza giro 72 km)

1 – Nino Vaccarella / Toine Hezemans – Alfa Romeo 33/3 (2993 cm³) – 6h 35’46″2 – media km/h 120,055
2 – Andrea De Adamich / Gijs Van Lennep – Alfa Romeo 33/3 (2993 cm³) – a 1’11″7
3 – Richard Attwood / Joakim Bonnier – Lola-Ford Cosworth T212 (1790 cm³) – a 24’19″0

Alfa Romeo 33/3

Questo prototipo, dalle forme coinvolgenti, godeva della spinta di un motore V8 da 3 litri di cilindrata, capace di sviluppare una potenza massima di 425 cavalli. Nel corso del tempo, alcuni affinamenti portarono ancora più in alto il valore numerico prima esposto. Splendide le alchimie sonore dell’unità propulsiva, che regalavano emozioni di alta gamma ai piloti e al pubblico.

L’Alfa Romeo 33/3 pesava meno di 700 chilogrammi ed era una vettura sana sul piano progettuale, ma nei primi due anni di attività faticò a trovare il suo equilibrio. Il debutto in gara, avvenuto alla 12 Ore di Sebring del 1969, non fu proprio felice in termini di classifica. Una specie di cartina di tornasole di quello che sarebbe successo nel resto del campionato. Anche nel 1970 la vettura del “biscione” dovette arrendersi ai risultati migliori guadagnati sul campo dalle rivali più quotate dell’epoca: la Porsche 917 e la Ferrari 512.

Dei buoni piazzamenti, però, lasciarono aperte le porte verso prospettive migliori. Nel 1971, grazie ad alcune modifiche tecniche che ne migliorarono la resa, il prototipo del “biscione”, seppe conseguire dei risultati di grande prestigio. Su tutti il successo di Nino Vaccarella e Toine Hezemans alla Targa Florio. A fine stagione, l’Alfa Romeo fu seconda in campionato, con 51 punti, contro i 72 della Porsche, leader della serie.

La 33 TT3 fa il giro record alla Targa Florio del 1972

Questa volta nessun successo per il “biscione”, ma un secondo posto con giro più veloce della gara, ottenuto da Helmut Marko, in 33’41″00 alla media di 128,253 km/h.il suo prototipo giunse al traguardo con un ritardo di soli 17 secondi sulla Ferrari 312 PB dei vincitori. Quattro le 33 TT3 al via. Le altre erano affidate a Elford-Van Lennep, Vaccarella-Stommelen, De Adamich-Hezeman.

21 maggio – 11 giri del Piccolo Circuito Madonie (lunghezza giro 72 km)

1 – Arturo Merzario / Sandro Munari – Ferrari 312 PB (2995 cm³) – 6h 27’48″0 – media km/h 115,464
2 – Nanni Galli / Helmut Marko – Alfa Romeo 33 TT3 – a 16’09″0
3 – Andrea De Adamich / Toyne Hezemans – Alfa Romeo 33 TT3 – a 18’24″2

Alfa Romeo 33 TT3

Le lettere presenti nella sigla di questo modello stanno ad indicare la presenza di un telaio tubolare. Il nuovo space frame in acciaio prese il posto della monoscocca in lamiera di alluminio della precedente 33/3. La spinta giungeva dal classico motore V8, ripreso dall’antesignana, ma sviluppato con accuratezza per renderlo ancora più graffiante nella sua missione prestazionale. In tale prospettiva va letto anche il nuovo disegno delle testate.

La potenza massima erogata da questo cuore da 3 litri a quattro valvole per cilindro toccava quota 440 cavalli a 9800 giri al minuto. Il dodici cilindri usato dalla Ferrari sulla 312 PB non si portava molto oltre sul fronte del “bagaglio energetico”, a riprova dell’ottimo lavoro messo a frutto dai tecnici motoristi della casa milanese.

Tanto vigore veniva scaricato a terra con l’ausilio di un cambio a 5 marce, di nuova progettazione, che assecondava bene i piloti nelle loro dinamiche di guida. Ad agevolare le danze tra le curve dell’Alfa Romeo 33 TT3 ci pensava il peso contenuto, con un dato alla bilancia di soli 650 chilogrammi. Rispetto alla 33/3 i serbatoi di sicurezza avevano una nuova configurazione. Il passo risultava maggiorato, per garantire maggiore stabilità.

L’Alfa Romeo 33 TT12 si impone alla Targa Florio del 1975

Un’altra vittoria per Alfa Romeo sulle insidiose strade del Piccolo Circuito delle Madonie. Ad imporsi, con grande autorevolezza, la 33 TT12 di Nino Vaccarella e Arturo Merzario. Per il primo dei due fu il terzo successo nella sfida di casa: un primato festeggiato con il solito entusiasmo dal pubblico siciliano, che strinse in un forte abbraccio l’idolo di casa.

20 luglio – 8 giri del Piccolo Circuito Madonie (lunghezza giro 72 km)

1 – Nino Vaccarella / Arturo Merzario – Alfa Romeo 33 TT12 (2995 cm³) – 4h 59’16″7 – media km/h 115,464
2 – Armando Floridia / Eugenio Renna – Chevron-Ford Cosworth B26 2000 – a 19’30″7
3 – Raffaele Restivo / Alfonso Merendino – Porsche Carrera 911 RSR (2993 cm³) – a 21’51″4

Alfa Romeo 33 TT12

Il prototipo di cui ci stiamo occupando nacque sotto la regia creativa di un nome che non ha certo bisogno di presentazioni: quello del mitico ingegnere Carlo Chiti. Le due “T” affiancate nella sigla fanno riferimento alla presenza di un telaio tubolare, mentre il numero 12 mette in risalto il frazionamento del suo motore.

Si tratta di un 3 litri, a cilindri contrapposti, in grado di sviluppare una potenza massima di 500 cavalli a 11500 giri al minuto. Notevole il profilo prestazionale dell’Alfa Romeo 33 TT12, agevolata nelle sue dinamiche da un peso a secco di soli 670 chilogrammi. Questa vettura è figlia di un progetto sano, che ha saputo guadagnare momenti di gloria in gara.

La stagione sportiva del 1975 fu davvero felice per i suoi colori, con sette successi mondiali. Un abbonamento al gradino più alto del podio che consegnò il titolo iridato alla casa del “biscione”. Fra gli interpreti dell’Alfa Romeo 33 TT12 molti nomi importanti dell’automobilismo mondiale. Volete conoscerli? Eccovi serviti: Derek Bell, Henri Pescarolo, Arturo Merzario, Nino Vaccarella, Mario Andretti, Vittorio Brambilla, Jacques Laffitte, Jacky Ickx, Rolf Stommelen e Jochen Mass. Credo che basti.

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