Alle ore 6 di lunedì prossimo si riapre a Melfi. Lo stabilimento Stellantis di località San Nicola di Melfi riapre le attività. Tutto era chiuso dal 3 marzo per la solita carenza di microchip.
Ma le notizie buone si fermano a questo. Perché di apre a nuovi periodi di cassa integrazione che significano nuove probabili chiusure.
Stellantis Melfi riapre da lunedì
Dalla notte tra il 2 ed il 3 marzo e fino al 14 marzo, lo stabilimento Stellantis di Melfi, in Basilicata, è rimasto chiuso. I lavoratori in cassa integrazione e la produzione ferma. Il motivo sempre il solito. La carenza di semiconduttori. I celeberrimi microchip asiatici che così tanto hanno colpito il settore Automotive in questi lunghi mesi di pandemia.
La chiusura però è terminata. Dal primo turno di lunedì, cioè dalle 6 del mattino del 14 marzo, si riapre.
È stata la Uilm di Basilicata a dare l’annuncio. Con una nota, i metalmeccanici della UIL hanno riportato ai lavoratori quanto a loro volta avevano ricevuto dall’azienda. La notizia che lunedì, come già previsto originariamente, si riapre.
Ma si chiede anche una nuova cassa integrazione guadagni ordinaria
Se da un lato la notizia della riapertura è senza dubbio positiva, non è così per una richiesta che la stessa azienda ha fatto e di cui ha reso edotti i sindacati. Parliamo della richiesta, al momento solo preventiva, di un nuovo periodo di cassa integrazione.
Periodi per eventuali nuove fermate dal 15 marzo al 3 aprile.
Le notizie odierne sono successive al comunicato dei sindacati di ieri, che parlavano di difficoltà evidenti per i lavoratori dello stabilimento di Melfi.
Dopo la riunione dell’attivo di Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl, i sindacati chiedevano ammortizzatori sociali speciali per i lavoratori dello stabilimento lucano. Lavoratori che a dire dei sindacati, non riescono più ad arrivare a fine mese.
C’è però fiducia per quanto sembra farà Stellantis per Melfi. Le quattro auto elettriche che l’azienda ha deciso di andare a costruire a Melfi nel prossima futuro, è considerato dai delegati dell’attivo, come una notizia buona. Che spinge a credere che Stellantis veda in Melfi uno stabilimento centrale per il futuro delle produzioni italiane.
Certo, il fatto che saranno autovetture del segmento medium, lascia qualche perplessità, ma sicuramente l’importanza di Melfi è avvalorata da questa promessa.
Le criticità del momento non aiutano certo lo stabilimento di Melfi
La crisi dei semiconduttori, che da mesi sta colpendo l’industria automobilistica mondiale, non è finita. E le vicissitudini del conflitto ucraino non aiutano a poter sperare in un futuro migliore.
A Melfi qualche mese fa si parlava di passaggio ai 20 turni. Sembrava il preludio ad una netta ripresa.
Invece, dal direttivo di ieri, è emerso che ultimamente non si riesce a garantire nemmeno i 10 turni. E la previsione di nuove fermate sta a dimostrare che un futuro tutto roseo non è certo facile da ipotizzare.