All’indomani della prima Qualifica dell’anno, l’atmosfera del Sakhir in Bahrain porta con se tonalità di prevalenza Rossa. Rossa come una Ferrari che si conferma dopo gli eccellenti exploit dei test pre stagionali svoltisi a Barcellona prima e proprio in Bahrain poi. Le Qualifiche del Gran Premio del Bahrain premiano una Ferrari silenziosa, concentrata a testa bassa su un lavoro che ora pare dare i suoi frutti. D’altronde il Cavallino Rampante non conquistava la pole position al primo appuntamento stagionale dal lontano 2007: 15 anni di attesa che se rapportati col fatto che durante quell’annata Kimi Raikkonen portò a casa l’ultimo Mondiale Piloti di casa Ferrari, potrebbe voler dire molto o semplicemente qualche cosa in più.
La 231esima pole position della storia per la Ferrari coincide con l’avvio della nuova era di questa Formula 1 profondamente cambiata, utile per sparigliare le carte e regalare condizioni che non ti aspetti. Per Mattia Binotto, team principal della Scuderia di Maranello, quello di ieri è stato “un bel premio e un bel punto di partenza” perché cominciare in questo modo sicuramente male non fa.
Davanti a tutti oggi scatterà Charles Leclerc che proprio in Bahrain era già partito dalla prima casella nel 2019 per la prima volta nella sua vita, sempre a bordo della Ferrari. Alle sue spalle, distaccato di 123 millesimi, c’è Max Verstappen che a sua volta precede un ottimo Carlos Sainz con l’altra F1-75: il madrileno ha patito dal monegasco un distacco di soli 129 millesimi.
Per la Ferrari è un ritorno in pole position nel segno della pacatezza
Ciò che sicuramente ha colpito è stata la pacatezza con la quale la Ferrari ha festeggiato l’ottimo riscontro nelle Qualifiche di ieri. Una monoposto in pole position, e l’altra in seconda fila, non sono infatti il risultato “necessario” per la Ferrari che apre una nuova parentesi. I festeggiamenti di Charles Leclerc via radio sono stati misurati: la volontà ora è quella di vincere oggi (concludendo un digiuno che permane da Singapore anno 2019), pur sapendo che forse in casa Red Bull c’è qualche cosa in più da esprimere sul passo gara.
La convinzione di poter puntare più in alto possibile c’era già e lo ha ammesso lo stesso Binotto. La Ferrari sembra aver reagito al cambiamento regolamentare con la maturità che sembrava essersi persa per strada negli anni precedenti. La F1-75 è una monoposto equilibrata, nata bene, priva di soluzioni che fanno il paio con l’esasperazione quindi profondamente concreta; una concretezza che ogni volta che i regolamenti cambiano in maniera radicale rappresenta una delle caratteristiche sulle quali puntare ad occhi chiusi.
Si può sicuramente sperare a Maranello escludendo dalle probabilità fissate in classifica quel terzo posto che era rimasto l’utile obiettivo della stagione conclusasi solamente qualche mese fa. I distacchi risicati tra Ferrari e Red Bull, più ampi invece se paragonati ai tempi inanellati dalla coppia Mercedes, potrebbe far percepire che al top di questa nuova era della Formula 1 che è appena cominciata potrebbero issarsi un Cavallino Rampante e un Toro Rosso.
Una power unit cresciuta davvero
Dalle prestazioni di questa Ferrari sul giro secco in Bahrain, un tracciato di rettilinei e impetuose accelerazioni, la dice lunga sul lavoro messo in pratica a Maranello sulla nuova power unit Ferrari 066/7. La conferma arriva non solo dalle importanti prestazioni di Leclerc e Sainz, ma anche da quanto fatto vedere in casa Alfa Romeo con Valtteri Bottas che oggi partirà dalla sesta casella accanto all’ex compagno di squadra Lewis Hamilton che guida una Mercedes e dal quale lo ha separato praticamente un’inezia (300 millesimi circa) ovvero da quanto messo in pratica da Kevin Magnussen, che invece scatterà settimo proprio alle spalle del finlandese, a bordo di una monoposto di una squadra che proviene da un 2021 da ultima della classe.
Il processo di sviluppo che ha condotto a questa nuova power unit è stato lungo, ma il lavoro messo in pratica dal gruppo gestito da Enrico Gualtieri in accordo con le derivanze della AVL dice che i frutti sono pronti per essere raccolti. Il congelamento dello sviluppo sulle power unit fino al prossimo 2025 potrebbe garantire ovvi vantaggi alla compagine di Maranello che ha cominciato ad introdurre nuove prerogative sulla sua unità propulsiva già lo scorso anno.
Insomma, i cavalli sembrano venire fuori nella maniera corretta con il corretto dosaggio in termini di accelerazione e proverbiale guidabilità. Va poi considerato il nodo affidabilità che all’indirizzo della nuova Ferrari F1-75 non ha prodotto allarmi concreti certificando valori chilometrici utili a garantire l’inesistenza di problemi per un margine particolarmente elevato in termini di distanza percorsa.
I riscontri di oggi, in gara, saranno l’effettivo certificato di sana e robusta costituzione di una Ferrari ritrovata. In ogni caso pare proprio che questa Ferrari sembra essere della partita che certifica chi sta davanti e chi dietro, ora rimane solamente l’attesa che nel tardo pomeriggio fornirà i riscontri utili a definire o ridefinire quanto descritto fin qui.