La Fiat X1/9 si appresta a festeggiare il suo cinquantesimo compleanno. Questa vettura, che prese il posto della Fiat 850 Spider, fece il suo debutto in società a fine 1972. Nel mese di dicembre di quell’anno i giornalisti poterono provarla nel Piccolo Circuito della Targa Florio, sulle Madonie (Sicilia), insieme alla Fiat 124 Abarth Rally. Nei mesi precedenti, il successo nella storica gara ideata da don Vincenzo Florio era andato alla Ferrari 312 PB di Arturo Merzario e Sandro Munari.
La scelta della cornice ambientale per la presentazione alla stampa aveva quindi il profumo di una raffinata operazione di marketing, per rendere più efficace la comunicazione dell’indole sportiva di questo nuovo prodotto Made in Italy, anche se le “rosse” di Maranello erano tutta un’altra cosa.
Le linee della carrozzeria della Fiat X1/9, di taglio molto geometrico, hanno lasciato il segno, non tanto per la bellezza, quanto per la dirompente personalità. Del resto, un’auto firmata da Marcello Gandini per Bertone non poteva deludere su questo fronte. Stiamo parlando dell’uomo che ha disegnato gioielli come le Lamborghini Miura e Countach o come la Lancia Stratos. Credo non occorra aggiungere altro.
Fiat X1/9: estetica ambiziosa
Uno degli elementi distintivi del look era il robusto roll bar centrale, sul quale si incastrava il tettuccio rigido asportabile che, una volta rimosso, finiva sotto il cofano anteriore. Le dimensioni particolarmente contenute del corpo vettura hanno forzato la vena creativa dell’autore, ma il prodotto è coerente e di carattere nella sua esecuzione.
Il ciclo produttivo del modello fu molto lungo ed andò avanti dal 1972 al 1989. Diverse le declinazioni offerte alla scelta della clientela, che premiò le sue doti con numeri di mercato significativi per la specifica tipologia di prodotto. Circa 174 mila gli esemplari usciti dallo stabilimento di Grugliasco, dove avveniva il suo assemblaggio.
Fra i punti di forza della Fiat X1/9 va citata la sua leggerezza, con pesi variabili da 880 a 914 chilogrammi, in base alla versione. Il motore era disposto in posizione posteriore centrale, come su auto dall’indole decisamente più racing. La Fiat X1/9 non sarebbe mai nata se Gianni Agnelli non avesse visto il prototipo targa derivato dalla concept car Runabout del 1969, che gli piacque subito, a tal punto da volerlo in listino. L’input dell’avvocato ebbe presto un seguito produttivo.
Il nome esotico dell’auto deriva dalla sigla industriale del prodotto. Fu mantenuto nel modello commerciale, contribuendo anche al suo appeal. Sembrava il codice identificativo di un’astronave. L’energia dinamica giungeva dal motore della Fiat 128 Coupé, ma la disposizione era diversa, anche in termini di trazione. Qui l’energia veniva scaricata sulle ruote posteriori. Era la stessa architettura dei prototipi che nei mesi precedenti si erano giocati il successo alla Targa Florio.
Diverse unità propulsive
La potenza non impressionava, specie tenendo conto delle aspettative indotte dal look della Fiat X1/9: c’erano soli 75 cavalli all’attivo. Questa la scuderia messa in pista dal 4 cilindri in linea da 1290 centimetri cubi di cilindrata: la stessa unità propulsiva della 128 Rally 1300. Poi giunse la versione da 1498 centimetri cubi, dotata di alimentazione a iniezione, con 85 cavalli di potenza massima.
In questa veste la velocità massima cresceva a 185 km/h, contro i 170 km/h della variante da 1.3 litri. L’accelerazione da 0 a 100 km/h veniva liquidata in 10 secondi. Un tempo di matrice più muscolare rispetto alla sorella minore. Lo chassis era imparentato con quello della già citata Lancia Stratos, con benefici sul piano dinamico.
Il primo restyling della carriera prese forma nel 1978 e giunse con la versione a cinque marce: caratteristica ben evidenziata nella sigla del modello, battezzato “Five Speed”. Purtroppo l’estetica perse dei punti, per l’aggiunta di vistosi paraurti, resi necessari dalle restrittive norme sulla sicurezza in vigore negli Stati Uniti d’America, mercato di notevole importanza per la Fiat X1/9. Dal 1982 la vettura fu venduta col marchio Bertone, orientata verso la piazza a stelle e strisce. Anche se non parliamo di una supercar, questa sportiva compatta si è ritagliata uno spazio nella mente e nel cuore di tanti appassionati.
Buone dinamiche stradali
Notevole l’agilità di marcia della X1/9: un bel contributo al piacere di guida. Apprezzabile la scelta delle sospensioni a ruote indipendenti, sia sull’asse anteriore che sul posteriore. Il compito di rallentarne la marcia era affidato a un impianto frenante a quattro dischi, che svolgeva dignitosamente il proprio compito. Sul fronte stilistico, spiccava il muso appuntito, che faceva da contraltare alla coda tronca.
Come già anticipato, nel corso degli anni giunsero alcuni allestimenti particolari. Non mancarono le versioni più specialistiche, destinate all’universo racing, come la Dallara Icsunonove del 1975, nata per il Gruppo 5, e come la variante Abarth, rinvigorita dallo Scorpione. Oggi non è raro vedere la Fiat X1/9 nelle cronoscalate, negli slalom o nei raduni di auto d’epoca. In ogni contesto, pur senza essere una supercar, suscita sempre la sua buona dose di curiosità. Prova ulteriore di un progetto nato bene e che è entrato nel cuore di molti. Quando, ai nostri giorni, si vede questa vettura, gli sguardi cadono naturalmente sulla sua carrozzeria. Bravo Gandini!