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Stellantis Mirafiori: perché c’è agitazione tra gli operai

Volantinaggio Fiom a Mirafiori, contro le politiche di Stellantis

Mirafiori
Sventola, oggi, la bandiera di Stellantis davanti a Mirafiori

 

A Torino sorge uno degli stabilimenti italiani più importanti di Stellantis. Parliamo di Mirafiori. Senza dubbio il più storico di casa Fiat.

Uno stabilimento dove la produzione della Fiat 500 elettrica ha aiutato i regimi produttivi. E dive adesso si produrranno pure le Maserati. Questo perché c’è il rovescio della medaglia. In Piemonte, a due passi da Mirafiori, è stato chiuso lo stabilimento di Grugliasco. E questo è il motivo di un volantinaggio davanti i cancelli di Mirafiori.

Cosa accade in Piemonte per Stellantis

Come dicevamo, a Mirafiori è stata trasferita quasi tutta l’attività di Grugliasco. La fabbrica ex Bertone che il compianto Sergio Marchionne rilevò, è stata chiusa da Stellantis. Anche gli operai da Grugliasco sono passati a Mirafiori. Nessun contraccolpo a livello occupazionale quindi. Era la promessa fatta dai vertici aziendali nel momento in cui si dette notizia della irrevocabile decisione di chiudere i cancelli dell’ex Agap di Grugliasco.

Evidentemente qualcosa però stride, perché c’è malumore tra gli operai, soprattutto tra quelli che hanno subito il trasferimento da Grugliasco a Mirafiori.

Dalla Fiom l’allarme riguarda una produzione giornaliera che non è ad un livello come quello inizialmente previsto nonostante i carichi di lavoro, che hanno problematiche evidenti di distribuzione e pesantezza.

 

Il volantinaggio fuori dai cancelli di Mirafiori

Stellantis

I media locali hanno messo in evidenza subito ciò che stava accadendo fuori dai cancelli di Mirafiori. Un volantinaggio messo in atto per dimostrare un malumore largamente diffuso tra i lavoratori della Maserati che una volta erano di sede a Grugliasco e che hanno subito la decisione monocratica di Stellantis, di spostare tutto a Mirafiori. Dietro al volantinaggio i rappresentanti della Fiom Cgil, sindacato che era forse l’unico che fin da subito aveva criticato la chiusura della fabbrica piemontese del gruppo.

Si contesta soprattutto l’assenza di qualsiasi piano strategico in riferimento allo spostamento repentino di una linea di produzione come quella delle auto di lusso della Maserati, a Mirafiori.

“Spostare una linea come quella della Maserati da uno stabilimento all’altro, se l’obiettivo fosse di farlo nel migliore di modi richiederebbe dei mesi tra studi di layout, numero di persone impiegate, turnistiche, approvvigionamenti materiale eccetera”, questo ciò che si legge sul volantino e che la dice lunga sul malessere che si vive in Piemonte nelle fabbriche di Stellantis.

Nessun piano o progetto, ed anche la turnazione è contestata

Non c’è stato un progetto, un piano o uno studio sul come fare a spostare tutto da Grugliasco a Mirafiori. Secondo la Fiom tutto si è svolto con approssimazione, tanto è vero che adesso ne risentono sia i livelli produttivi inferiori alle premesse, che i carichi di lavoro, che nell’approssimazione rischiano di diventare sempre più insostenibili per i lavoratori tutti.

Ed anche la novità del turno unico a scorrimento sui 6 giorni a settimana ha sbalordito i lavoratori, cosa che la Fiom Cgil nel volantino contesta.

“Produzione giornaliera prevista mai raggiunta nonostante carichi di lavoro eccessivi e mal distribuiti, necessità di lavorare 6 giorni su 7 con le comandate per garantire i volumi produttivi, disorganizzazione nella fornitura dei materiali e delle postazioni sia per l’ergonomia che degli strumenti di lavoro”, questa la dura reprimenda dei metalmeccanici della Fiom Cgil. E i lavoratori chiedono un cambio di passo, soprattutto il cambio di turnazione. SI deve tornare a due turni di lavoro su 5 giorni a settimana. Inoltre occorre reintegrare i lavoratori che sono fermi agli ammortizzatori sociali o andare a prevedere nuove assunzioni visto l’obbiettivo produttivo che l’azienda ha preteso.

 

 

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