Il prossimo 14 maggio, a Monte Carlo, RM Sotheby’s metterà all’asta una vettura particolare e decisamente straordinaria che potrebbe divenire un vero e proprio oggetto del desiderio per pochi: perlomeno per chi sarà disposto a spendere cifre che immaginiamo essere semplicemente impressionanti, per quanto non dichiarate fino a qui. Si tratta infatti del primissimo prototipo di quella che sarebbe diventata la Ferrari LaFerrari ovvero la hypercar ibrida del costruttore di Maranello presentata nel 2013.
Proprio in vista della presentazione globale della Ferrari LaFerrari al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra del 2013, il costruttore del Cavallino Rampante aveva avviato un corposo sviluppo per quello che riguardava la tecnologia legata al propulsore ibrido in modo da formalizzarlo per la produzione vera e propria. Nell’arco di cinque mesi, la Ferrari LaFerrari, la McLaren P1 e la Porsche 918 Spyder avevano tutte avviato le proprie attività produttive consacrando proprio il 2013 come un anno cruciale per l’evoluzione delle supercar. Dopo decenni di competizione tra i produttori per produrre la vettura più veloce in virtù del motore più potente a combustione interna, l’adozione di un elemento elettrico avrebbe cambiato per sempre le carte in gioco. Questo trio di pionieri delle supercar ibride ha segnato una nuova era dell’ingegneria legata alle elevate prestazioni.
Naturalmente, l’ingresso della Ferrari sul palco dei concorrenti significava qualcosa di effettivamente grandioso. Il solo nome del contributo del marchio italiano alla corsa agli armamenti legata alle supercar ibride ha suscitato scalpore, proprio con la Ferrari LaFerrari. Seguendo le orme delle precedenti e altrettanto iconiche Ferrari 288 GTO, F40, F50 ed Enzo, la Ferrari LaFerrari assunse il ruolo di vettura sportiva di punta del costruttore. Sarebbero quindi stati prodotti solamente 499 esemplari della versione chiusa realizzati nel giro di tre anni, seguiti dalla variante Aperta che invece includeva 210 unità prodotte durante un ciclo di produzione di due anni.
Chiaramente, la sua fase di sviluppo sarebbe stato un passaggio assolutamente cruciale. Quello che era conosciuto internamente come codice progetto “F150”, aveva previsto fasi di ricerca e test mediante una suddivisione della progressione in tre cicli.
Il primo prototipo della Ferrari LaFerrari era basato su una 458 Italia
Il primo muletto di prova, noto come “M6”, è stato però derivato dalla piattaforma Tipo F142 della Ferrari, più comunemente nota come Ferrari 458 Italia. Rispetto alla versione di produzione finale della Ferrari LaFerrari, la somiglianza di questo primo muletto di prova con la 458 Italia è chiara. Presenta i pannelli laterali lisci e ininterrotti della 458 Italia, senza le prese d’aria laterali che aspirano l’aria per raffreddare il propulsore ibrido montato a metà della Ferrari LaFerrari come la conosciamo oggi, mentre presenta anche molte delle linee fluide disegnate da Pininfarina per la sportiva “precedente”. Al contrario, la Ferrari LaFerrari completata è stato il primo esemplare del Cavallino Rampante dopo la Dino 308 GT4, disegnata da Bertone e prodotta dal 1973 al 1980, a non presentare un design gestito da Pininfarina.
Il telaio in alluminio è stato modificato per ospitare il prototipo di propulsore ibrido della Ferrari LaFerrari definitiva, ancora una volta diverso dalla monoscocca in carbonio dell’ultima vettura realizzata insieme alle monoposto di Formula 1 della Scuderia. Nel caso del muletto “M6”, era gestito da un motore V12 Tipo F140FB, mentre la hypercar di serie finale sarebbe stata equipaggiata con il Tipo F140FE Ferrari, una evoluzione di questo. Gli ingegneri hanno anche adattato gli elementi della sospensione attorno a quelli del prototipo come parte della loro ricerca sulla distribuzione del peso dell’auto. Questa prima fase del prototipo di Ferrari LaFerrari è stata utilizzata tra maggio 2011 e dicembre 2012 come modello di sviluppo per il collaudo dei componenti meccanici; focalizzato principalmente sulla ricerca nell’ambito dell’impianto frenante, sterzo, sospensioni e integrazione dei pneumatici, segnando anche la prima applicazione di un ESP (Programma di Stabilità Elettronica) nel progetto di Ferrari LaFerrari.
Le fasi successive del ciclo di prototipi che hanno fatto da base alla futura Ferrari LaFerrari erano conosciute internamente come “Seconda famiglia Mulotipo” e “Terza famiglia Preserie” o semplicemente “pre-serie” con ogni caratterizzazione più recente che assomigliava sempre più al prodotto finito che Ferrari avrebbe iniziato a consegnare ai clienti nel 2013. Data la complessità del nuovo propulsore elettrico, ingegneri e ricercatori del costruttore di Maranello hanno impegnato risorse significative nello sviluppo della Ferrari LaFerrari. La supercar è stata avvistata in più occasioni attorno al quartier generale della Ferrari a Maranello, mentre si sono susseguiti anche avvistamenti di prototipi di sviluppo durante i test sul famoso circuito tedesco del Nürburgring, anche dopo che la vettura definitiva era stata rivelata. Questa è stata una testimonianza dell’impegno della Ferrari nel perfezionare il suo design e sicuramente uno dei luoghi migliori per testare un’auto fino ai suoi limiti.
I prototipi di sviluppo vennero venduti a privati
Da sempre nota come azienda che premia i suoi clienti più affezionati, il costruttore del Cavallino Rampante iniziò a mettere in vendita i suoi muletti di sviluppo della Ferrari LaFerrari quando fu chiaro che non erano più necessari per i test. Questo esemplare proposto all’asta da RM Sotheby’s, venduto privatamente a luglio del 2016, è stato offerto con riserva di un refresh e riverniciatura da parte della Ferrari, fermo restando che l’auto non era omologata per l’utilizzo stradale quindi non poteva essere immatricolata né essere utilizzata su strada. Tuttavia, questa parte fortemente votata al collezionismo potrebbe essere utilizzata su un terreno privato con il suo propulsore perfettamente funzionante.
Ora viene quindi offerto in quest’asta in programma a maggio, con l’esterno verniciato di nero opaco perfettamente distinguibile del muletto di prova su un interno in Pelle Beige. Parti selezionate della carrozzeria sono tagliate o non rifinite, gli interni invece presentano un assortimento di colori e stili differenti col vano motore che fa a meno della convenzionale pulizia Ferrari per un assortimento di cavi scoperti, involucri dello scudo termico e tubi flessibili sporgenti. Eppure queste caratteristiche rendono questo prototipo di Ferrari LaFerrari particolarmente accattivante e non fa altro che aggiungere all’affascinante storia di questo esclusivo muletto da prova Ferrari un’aura di grande interesse. Tutto intorno a questo intrigante esemplare ci sono i resti del suo particolare passato, non limitati ai pannelli accessori tagliati a mano all’esterno, inclusi anche elementi in metallo a vista intorno all’abitacolo, annotazioni di pennarelli scritte a mano, note del tester stampate attaccate al cruscotto ed esposte ancora elementi meccanici dietro i sedili. Il prototipo viene messo in vendita con i pannelli esterni aggiuntivi che utilizzava durante i test. L’auto è ufficialmente riconosciuta dalla Ferrari ed è certificata Ferrari Classiche con Libretto Giallo di accompagnamento.
Con 3.322 chilometri percorsi sul suo contachilometri al momento della catalogazione, è notevole pensare all’entità dei test e alle ore di rigore a cui è stata sottoposta questa vettura durante lo sviluppo praticato da Ferrari. Sebbene il prototipo di quella che sarebbe diventata la Ferrari LaFerrari non possa essere immatricolato per l’utilizzo su strada, si inserirebbe facilmente nella collezione di qualsiasi appassionato di Ferrari come un pezzo incredibile della storia del marchio e della transizione nell’era delle hypercar ibride.