La carenza della componentistica, in primo luogo i microchip di provenienza asiatica, ma non solo, mettono a rischio gli stabilimenti Stellantis in Italia, compreso la Sevel di Atessa. Lo stabilimento di Val di Sangro, in Provincia di Chieti, in Abruzzo, vive le altalene produttive che vivono tutte le altre fabbriche italiane del colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra PSA ed FCA. Ma non tutto è negativo, anche se rimaniamo nel campo della precarietà e della temporaneità. Alla Società Europea Veicoli Leggeri di Atessa, dove Stellantis produce i furgoni come il nostro Fiat Ducato.
Prima la conferma di un altro mese per i lavoratori in somministrazione
Sarà ancora un mese di lavoro, dal 1° al 30 aprile 2022 quello che attende alcuni lavoratori in somministrazione da parte di Stellantis alla Società Europea Veicoli Leggeri di Val di Sangro. Nel più grande stabilimento dedito alla produzione di veicoli commerciali leggeri come il già citato Fiat Ducato, via libera ad un altro mese di attività per i lavoratori in somministrazione, cioè i cosiddetti lavoratori interinali. Si tratta a tutti gli effetti di precari, di lavoratori che le aziende pescano dalle Agenzie di Lavoro Interinale appunto. E sono spesso utilizzati nei periodi di grande produzione, salvo poi restare a casa, senza rischi per l’azienda, e senza ammortizzatori sociali, nei periodi di magra.
La fabbrica di Stellantis in Abruzzo ha di fatto allungato fino a fine aprile il periodo di permanenza degli operai interinali, nonostante la produzione non prosegue a pieno regime. Le altalene di produzione per le varie problematiche di approvvigionamento dei componenti, primi tra tutti i semiconduttori cinesi, coreani e di Taiwan, continuano ormai da mesi. Sono tanti e ripetuti i periodi in cui mancano le forniture di materiali e componenti. Ma un altro mese di lavoro per 130 operai è senza dubbio una buona notizia.
La notizia è ufficiale dal momento che è stata la direzione dello stabilimento a confermarla.
Ma la produzione continua a singhiozzo
Non è certo la stabilizzazione dei precari e degli interinali da molto tempo richiesta dai sindacati. Ma il fatto che per 130 lavoratori il cui contratto scadeva il 31 marzo, sono stati confermati per un altro mese, è una notizia positiva che da fiducia. Le fermate che in questi mesi sono state tante, potevano far pensare al peggio. Evidentemente, nonostante la carenza dei semiconduttori, il mercato dei furgoni, o veicoli commerciali leggeri come si chiamano questi automezzi tipo il Fiat Ducato, continua ad essere elevata.
Pensare positivo per il futuro non è esercizio azzardato quindi, anche se da Atessa e dalla Sevel come altalenante è la produttività, così lo sono le notizie che emergono. Da un lato, come detto, la conferma di un altro mese di lavoro dei lavoratori interinali. Dall’altro invece la notizia, confermata dalla RSA Uilm e dal quotidiano “Il Centro”. la novità è una nuova sospensione delle attività da oggi 1° aprile alla mattinata del 4 aprile. Stavolta la carenza che ha portato allo stop produttivo è delle centraline. Mancano le centraline ZF, che tutti i furgoni montano e che senza le quali non si può ultimare il veicolo.
Il futuro resta incerto nonostante la conferma di 130 operai interinali per un mese alla Sevel
Ma non c’è solo questo stop a far discutere, anche perché fino a conferme oggi ancora assenti, c’è il rischio che la fermata si estenda oltre il primo turno del 4 aprile prossimo. Anche il reparto lastratura stenta, dal momento che lavora a regime ridotto e solo in parte. Per i lavoratori interni di Stellantis e quindi della Sevel di Atessa, in Val di Sagro, nuova cassa integrazione quindi. Nel frattempo traspare anche la notizia che sabato e domenica prossima per gli operai del turno C, verranno effettuai i recuperi compensativi delle fermate delle settimane scorse.
Le problematiche dei lavoratori precari alla Sevel di Atessa
La conferma di un mese in più per alcuni dei tanti somministrati della Società Europea Veicoli Leggeri è una notizia positiva. Ma è esattamente l’opposto a quello che ultimamente sta succedendo alla Sevel. In provincia di Chieti i sindacati da tempo chiedevano che i lavoratori interinali e precari in genere, venissero stabilizzati. Anche perché a causa della crisi economica dovuta ai due lunghi anni di Covid, e con l’aggiunta della carenza dei componenti (peggiorata per via della crisi Ucraina e dalla guerra con la Russia), negli ultimi mesi la situazione per i precari è stata critica. Hanno già perduto il lavoro 650 dipendenti con contratto a tempo determinato.
Cosa vorrebbero i sindacati per la Sevel di Atessa
Una notizia che fu abbastanza criticata inizialmente. Critiche calate con il tempo. Soprattutto dal momento che in due tranche la prima da 100 e la seconda da 150 dipendenti, furono reintegrati molti lavoratori interinali. SI tratta di 250 lavoratori in staff leasing. Certo, per le parti sociali sarebbe importante altro. Importante che tutti i 650 dipendenti a cui è stato chiuso il contratto aperto nel 2021, ritornassero in linea di montaggio. Questo, anche perché la crisi di produttività, se non fosse per i semiconduttori, alla Sevel si sarebbe sentita di meno.