Probabilmente non si attendeva altro che ascoltare le parole di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, riguardo alla situazione attuale e futura delle fabbriche italiane del Gruppo. Sicuramente dopo il 2021, con l’esperienza maturata, mai pensare che tutto sia risolto. Perché di promesse in un anno di Stellantis, ne sono sopraggiunte tante. Ma sicuramente adesso è più chiaro cosa si prevede per i vari stabilimenti del colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra PSA ed FCA dal gennaio 2021.Un futuro tra luci e ombre comunque, perché adesso si vive ancora un periodo di crisi produttiva diffusa.
Cosa sta succedendo oggi in Italia negli stabilimenti di Stellantis
Oggi la situazione è ancora piuttosto critica. Perché promesse e parole lasciano il tempo che trovano se poi alla conta dei fatti, le criticità restano sempre in atto. E così per esempio, in molte fabbriche e molti stabilimenti, i periodi di cassa integrazione o di contratti di solidarietà continuano imperterriti. È così a Melfi per esempio, come lo è a Pomigliano, Cassino, Termoli e via dicendo. E gli incentivi all’esodo continuano a pullulare, con la fresca notizia di altri 500 esodi incentivati che Stellantis ha deciso di offrire a chi voglia lasciare l’azienda dietro compenso e agevolazioni.
E poi ci sono le questioni dell’indotto, spaccato importantissimo della realtà industriale della multinazionale italo francese dell’auto. I lavoratori delle piccole realtà di cui gli stabilimenti Stellantis sono pieni, sono quelli che soffrono di più la carenza di sicurezza rispetto ai lavoratori addetti della casa madre. Lo stesso si può dire dei lavoratori provenienti dalle agenzie di lavoro interinale. I cosiddetti somministrati sono autentici precari, in servizio durante i periodi di massima attività e poi a casa durante i periodi di ferma, e senza paracadute da ammortizzatori sociali. E a molti in molte parti d’Italia, dove Stellantis ha fabbriche, il contratto da interinale non è stato rinnovato. Nonostante le richieste dei sindacati di stabilizzare questo genere di lavoratori.
Cosa ha detto Carlos Tavares in sintesi
Già nel 2021 più volte l’Amministratore Delegato di Stellantis, Carlos Tavares ha ribadito come l’Italia è importante per il Gruppo. Che marchi come Lancia e Alfa Romeo sono il fiore all’occhiello dell’azienda. Lo ha sempre ripetuto, anche quando parlava di status quo insostenibile in Italia o di costi di produzione italiani troppo elevati. Adesso ha ribadito di nuovo gli stessi concetti che portano l’azienda a fugare i dubbi su delocalizzazioni e fughe dal Bel Paese.
“L’Italia è al centro del nuovo progetto industriale del gruppo, il suo ruolo sarà di grande rilevanza” così si è espresso il CEO Tavares annunciando l’imminente varo di diversi nuovi modelli negli stabilimenti italiani del Gruppo. Ancora promesse quindi, che stridono con la situazione attuale citata in premessa. Anche perché la transizione elettrica rischia di mettere in difficoltà le aziende. Dove si facevano i motori delle auto a combustione adesso si deve passare all’elettrico. Non certo la cosa più facile da mettere a punto questa.
Da Tavares tante promesse ma anche tante critiche
Senza considerare gli annunci riguardo al più rilevante costo di produzione che un veicolo elettrico presenta rispetto ad una auto termica. E ancora, senza voler considerare il fatto che, per produrre un veicolo elettrico serve meno manodopera rispetto ad un veicolo a combustione.
In questo scenario, che lo stesso Tavares ha contribuito a creare con precedenti dichiarazioni, il dubbio è che o si passa a produzioni nettamente maggiori, o tutte le promesse di salvaguardia dei livelli occupazionali resteranno promesse.
La Gigafactory di Termoli prima fabbrica di batterie per auto elettriche di Stellantis in Italia
Le promesse ci sono e sono tante. A partire da una che sembra in procinto di essere mantenuta. Parliamo della Gigafactory di Termoli. In Molise, la fabbrica viene riconvertita alla produzione delle batterie per veicoli elettrici. Ormai è un dato certo. Sorgerà proprio a Termoli la prima fabbrica italiana di batterie per auto elettriche del Gruppo. La terza in Europa dopo Douvrin e Kaiserslautern, rispettivamente in Francia e Germania. Che poi le batterie riescano a preservare il pieno regime produttivo a Termoli è un discorso diverso. I dubbi restano. Di promessa in promessa, qualche nuovo veicolo sta per essere lanciato e prodotto in diverse fabbriche spalmate sul territorio nostrano.
Il rilancio di Pomigliano d’Arco parte dal Suv Alfa Romeo Tonale
Per esempio, in Campania, a Pomigliano d’Arco, le linee sono già state modificate. Diverse centinaia di milioni di euro sono stati spesi per la fabbrica di Pomigliano d’Arco. Il motivo? Per consentire la produzione dell’auto che dovrebbe rilanciare le sorti della Casa del Biscione. Parliamo naturalmente dell’Alfa Romeo Tonale. Si parla di una imponente produzione del SUV della casa di Arese, con 23 veicoli ad ora per due turni interi. Si parte da maggio. Ma a Pomigliano vede i natali anche una auto di un altro marchio tra i 14 di Stellantis, parliamo della Dodge. Infatti a Pomigliano d’Arco nasce anche la gemella della Alfa Romeo Tonale, il Suv Dodge Hornet, che sarà destinato come pare, al mercato americano.
Sempre a Pomigliano, anche se si parla di uno spostamento in Serbia o in Slovacchia, al momento è confermata anche la produzione della Fiat Panda. Questo si un veicolo che da forti spinte ai regimi di produzione. È dal 2011 che a Pomigliano d’Arco si sfornano le utilitarie di casa Fiat, e sarà così, salvo cambiamenti, fino al 2026. Cambiamenti che magari porteranno a Pomigliano altri veicoli Alfa Romeo.
Da Melfi il cambio di rotta verso PSA, ecco cosa si prevede per il futuro di Stellantis
Oggi a Melfi si producono le Fiat 500 X, le Jeep Renegade e le Jeep Compass. Tutti su una unica linea di produzione con mix produttivo avviato. Ma Melfi è anche uno degli stabilimenti che ha maggiormente sofferto la carenza dei microchip asiatici. Tanto è vero che le chiusure delle attività si ripetono a ritmo costante in Basilicata. I tre veicolo oggi prodotti a Melfi sono veicoli molto venduti e molto richiesti. A tal punto che da anni Melfi rappresenta per Stellantis uno dei poli produttivi maggiori come numero di auto costruite ogni anno. Ciò che è successo nell’ultimo anno a Melfi però fa discutere. Il taglio di una linea produttiva, quella della Jeep Compass, che oggi è in completo disuso, ha inasprito il lavoro nello stabilimento, almeno nei giorni in cui si lavora. Infatti la carenza dei microchip ha portato a ripetute fermate, a periodi di cassa integrazione e alla riapertura, fino ad agosto 2022 del contratto di solidarietà.
Nel futuro però, come ribadito dal CEO portoghese che è l’alter ego di quello che una volta era il compianto Sergio Marchionne per FCA, ci sono altri veicoli tutti nuovi. Su Melfi il programma voleva 4 nuovi veicoli completamente elettrici da costruire sulla piattaforma STLA. Al momento pare che a Melfi arriveranno nuovi veicoli di Opel e di DS (almeno 2) e forse la nuova Lancia Aurelia. Tutto nel campo delle ipotesi al momento. Non certo auto paragonabili come produzione, rispetto a quelle odierne, tanto è vero che si parla di 90.000 veicoli annui rispetto ai 400.000 che sono la punta toccata dallo stabilimento di Basilicata.
Per Cassino e Mirafiori novità in arrivo
Anche se il Suv Tonale sarà fatto a Pomigliano d’Arco, come detto in precedenza, la storica fabbrica della Casa di Arese sita a Cassino, continuerà a rappresentare un polo produttivo di Alfa Romeo. Se a Melfi si utilizzerà la piattaforma STLA Medium, a Cassino si utilizzerà la piattaforma STLA Large. Oggi a Cassino Plant si costruiscono le Alfa Romeo Stelvio e le Alfa Romeo Giulia. A Cassino si pensa alla riconversione green, cioè verso le zero emissioni inquinanti. L’elettrificazione a farla da padrona quindi, perché Stellantis sul green punta tanto. A Mirafiori per esempio, nascerà il Turin Manifacturing Center, centro nevralgico dell’elettrificazione di Stellantis. A Torino, nello storico stabilimento Fiat di Mirafiori, la produzione delle Fiat 500 elettriche continuerà anche con le nuove generazioni della piccola City Car. Non poteva essere altrimenti visto che parliamo dell’auto che ha tirato su lo stabilimento in questi mesi di crisi. Ma dal momento che con la chiusura della vicina fabbrica ex Bertone di Grugliasco, a Mirafiori passano anche le auto di lusso Maserati, ecco che già quest’anno è in arrivo la Maserati Gran Turismo. Subito dopo sarà la volta della Maserati Gran Cabrio, per poi passare nel 2025 alle nuove generazioni delle Maserati Quattroporte e della Maserati Levante. E saranno auto, manco a dirlo, esclusivamente elettriche.