Quanto conta l’autenticità? Quel nuovo sodalizio sottoscritto tra il designer del cuore e un produttore di auto di lusso non rappresenta un’alleanza per “fini culturali”, ma puntualmente c’è un interesse economico dietro. Eppure, ciò non impedisce di farsi venire l’acquolina in bocca quando un brand di streetwear viene associato alla nuova vetture best-seller o un classico intramontabile. Sul versante opposto gli appassionati delle quattro ruote sono essenzialmente dei puristi. La community è mossa da passione ed entusiasmo. Perciò perché si è messa in secondo piano l’autenticità a favore di iniziative piuttosto pacchiane? L’idea non solletica affatto i puristi dei motori. Ed è a loro che si rivolge Maserati, che, che con la sua produzione, cerca di compiacere i veri fan.
Maserati evita di guardare alle mode del momento e si discosta dalla pratica comunemente messa in atto dalle rivali
Il marchio premium di Stellantis persegue la missione di accontentare chiunque veda in una vettura ben più di un semplice mezzo di trasporto. E, al contempo, evita di lasciarsi condizionare dalle mode del momento, effimere in quanto tali. Un proposito perseguito nel rispetto delle origini, senza, tuttavia, sorvolare sul futuro. Un futuro dove il colore predominante sarà il green. No, non tanto nel senso di tinta carrozzeria, bensì di alimentazione. I sistemi elettrici e ibridi avranno un ruolo sempre maggiore.
Le direttive delle istituzioni comunitarie europee lo lasciano presupporre, sebbene, forse, il processo di transizione energetica avverrà per gradi. Come riportato in questi giorni da Automotive News Europe, il colosso automotive guidato da Carlos Tavares avrebbe deciso di essere meno radicale nelle piattaforme. Pensate per consentire la costruzione di esemplari a basso o zero impatto, ma al contempo all’altezza del compito pure nel caso di motore endotermico.
Cerchi qualcosa di ‘cool’? Meglio passare oltre. E se lo dice un ex manager di Converse…
Quanto alla Maserati, il credo è chiaro. In un’intervista Davide Grasso, ex amministratore delegato di Converse, il celebre brand delle sneakers, e ora ad del Tridente, delinea la filosofia interna. Chi vuole comprare veicoli ‘cool’, è meglio guardi altrove. Il ‘cool’ – ha osservato – è soggettivo, ma c’è anche il ‘cool’ mainstream. Ci sono exploit singoli e c’è, invece, persegue la coerenza nelle opere realizzate. Un esempio crede lo sia Nick Cave, il celebre musicista: non è adatto a chiunque, d’altro canto fa della coerenza un suo tratto distintivo.
Ecco, il principio di Nick Cave aiuta pure a comprendere l’idea di Maserati: un’azienda disinteressata al mainstream, a far felice il primo che capita (con il rischio concreto di non richiamare nessuno). Ciononostante, non si temono nemmeno delle eventuali collaborazioni atte a rompere gli schemi. Ogni situazione va ponderata in base al particolare frangente attraversato e all’opportunità che si presenta sul tavolo.
I fasti del passato
Ma per Maserati le collaborazioni risalgono a tanto tempo fa. Il marchio, che ha 108 anni, ha lavorato con Pininfarina per decenni nella prima metà del 1900, in particolare quando si trattava di creare auto da corsa. Nel mentre, partner quali l’azienda audio Sonus faber, la maison di abbigliamento Ermenegildo Zegna e il brand di orologi Bulgari virano nella stessa direzione. Maserati non ambisce ai titoli dei giornali, diversamente dalle controparti tedesche. Invece, preferisce rimanere fedele a sé stessa selezionando un elenco ristretto di partner attraverso il quale conseguire l’eccellenza.
L’etica progettuale di Maserati – alimentata dalla passione, innovativa per natura e unica per design – si presta anche ai sodalizi. E Grasso ritiene lo si sia perso di vista nel recente passato. Alla sua nomina a CEO nel 2019, l’azienda gli sembrava un vecchio cliché dell’eccellenza italiana: marmo bianco, violini e ville sul Lago di Como. Ma ci troviamo in un’altra epoca.
Oggi, con Klaus Busse come Vice President of Design di Maserati, il marchio sta trasmettendo l’estetica purista che lo ha portato al successo oltre 100 anni fa. Nel mondo dell’auto, un tale minimalismo è simile al Box Logo di Supreme, essendo anch’esso una piattaforma aperto a collaborazioni. Progettando macchine straordinariamente pure e pulite nella loro imponenza, rendendole quindi immortali, esse diventano una bellissima tela per l’espressione dell’individualità e la personalizzazione con gli alleati.
Ok decorare, senza però esagerare
Se il design fosse sovraccarico di decorazioni – aggiunge Busse -, lascerebbe pochissimo spazio per la personalizzazione e le sinergie di successo.
È una pratica applicata di rado nel mercato delle supercar. La Lamborghini adorna ogni centimetro con un’ala o un condotto, la Shelby Mustang dimostra che talvolta “less is more”, mentre la nuova Supra di Toyota è carica di prese d’aria finte sovracompensanti.
Busse è dello stesso avviso. Il loro compito è di rendere l’estetica rilevante: il mercato delle supercar è saturo. Occorre capire come lasciare un impatto visivo e hanno attuato una concezione minimalista. Busse nota un’incredibile omologazione nel business e non è favorevoli. Maserati non ha bisogno di adeguarsi ai trend dettati dal periodo: avrebbero potuto estremizzare i dettami stilistici della MC20 e aggiungere un’ala, ma sono andati nel verso opposto. La morale? Non serve mettere il proverbiale coltello tra i denti, alzare l’asticella all’infinito. Il logo del Tridente è di per sé un tratto distintivo, per Busse il migliore dell’industria.
Il pacchetto Maserati
Il pacchetto Maserati – che comprende autenticità, purezza ed eccellenza ingegneristica – si unisce per le auto che si discostano dalla massa. Secondo i dirigenti addetti a occuparsene il risultato è uno di questi pochissimi marchi esistenti in grado di suscitare emozioni, di scaldare il cuore ai fan. A sua volta, ciò mette Maserati nella posizione di catturare il cuore non solo del suo pubblico attuale, ma di conquistare la curiosità delle nuove generazioni.
La collaborazione per la progettazione di Fragment ha avviato una conversazione sul modo in cui Maserati si muove verso una platea giovane. Ad avviso di Grasso l’autenticità deve influenzare il business. Ogni componente sta cooperando nei vari settori dell’industria. Poiché non hanno intenzione di lasciare, bensì hanno una prospettiva di lungo termine, è importante non cadere nel tranello. A fronte della popolarità rapidamente conquistata, si perde credibilità e ciò va innegabilmente a colpire la reputazione. Ad esempio, il nome di Hiroshi Fujiwara non è strato frutto del caso. Non lo hanno contattato per un vezzo estemporaneo. In realtà, dietro c’è stata un’accurata e approfondita fase di studio.
Ancor prima di cooperare con Maserati, Fujiwara era un accanito fan dell’auto. Non gli hanno dovuto chiedere di improvvisare, poiché sapevano di aver davanti un reale conoscitore della materia. Ha una sensibilità particolare al tema della bellezza. Ha un occhio attento, che gli permette di delineare un prodotto giusto, in linea con i canoni della clientela. A posteriori, sono decisamente soddisfatti di averlo reclutato per un’occasione speciale. L’alleanza è stata un chiaro esempio del perché ci siano voluti due anni solo per progettare la griglia. L’entusiasmo e la frenesia avrebbero rischiato di vanificare gli sforzi.
Un buon lavoro richiede il tempo necessario: il caso Fujiwara insegna
Altre Case, meno avvedute, avrebbero magari esercitato pressioni su Fujiwara e il team di tecnici cosicché la versione definitiva uscisse velocemente allo scoperto. Il merito di Maserati è stato, invece, anche quello di concedergli la massima libertà. I ritmi produttivi vengono ampiamente dopo la qualità costruttiva, portata ai massimi livelli.
In ragione di ciò, Fujiwara, spesso descritto come il padrino dello streetwear, non era solo uno stratagemma di marketing per Maserati, né un modo per entrare sotto la pelle dei millennial e della Gen-Z. Anziché la via facile, si è imboccato un sentiero impervio. Dopotutto, il look della particolare Ghibli è stato visto per la prima volta completamente in tonalità nera. E successivamente in bianco e nero, con la sua tavolozza di colori tenui che fa riferimento all’etica Maserati.
Maserati: meno appariscenza sui social, a favore di una migliore resa sul campo
Il punto di vista va ricondotto agli atteggiamenti puristi del marchio, al creare le giuste connessioni e collaborazioni, all’autenticità. Darsi appuntamento per mostrare degli esemplari che non hanno l’esigenza di sfoderare linee estremamente muscolose e vistose componenti per differenziarsi nel comparto delle supercar è preferibile.
Mentre altri brand cercano disperatamente di attirare un pubblico giovanile e la scena dello streetwear, Maserati introduce l‘MC20, il nuovissimo suv Grecale e l’imminente Gran Turismo elettrico insieme alle suddette collaborazioni, perfezionando a loro volta la sua ricetta e rendere “cool” un prodotto senza chissà quali sforzi nella fotografia. Non stanno operando con l’ambizione di presentarla Instagram, stanno progettando l’auto per avere un bell’aspetto nella vita reale, afferma Busse.