Altra puntata della telenovela incentivi auto. Erano finiti tre mesi fa; il 1° marzo 2022, il Governo ha emanato il decreto Energia che prevede i nuovi ecobonus statali. Ma serviva la firma del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Adesso, fra le varie procedure burocratiche, occorre la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (dopo l’ok della Corte dei Conti) e poi l’aggiornamento del portale web del ministero dello Sviluppo economico. I bonus si potranno prenotare in concessionaria fra qualche giorno o a maggio 2022. C’è ancora da aspettare.
Incentivi auto: due correnti di pensiero
Va subito detto che ci sono i soddisfatti, secondo cui è stato fatto un bel passo avanti. Segnaliamo anche il commento di Gian Primo Quagliano (Centro Studi Promotor): finalmente una buona notizia per gli automobilisti e per gli operatori del settore auto che stanno lavorando in un mercato che nel primo trimestre di quest’anno è sceso ai livelli del 1967 anche per l’attesa di incentivi ripetutamente annunciati e non ancora operativi.
C’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto. Uno: meno soldi, perché non ci sono più gli sconti maxi di 10.000 euro di prima. Due: nessun obbligo di bonus da parte delle Case. Tre: platea ridotta ai soli consumatori privati senza partita IVA. Aziende solo in sharing. Quattro: obbligo di tenersi l’auto per almeno un anno. Cinque: pericolo di click day per smaltire le prenotazioni del 2021.
Le fasce dei bonus: massimo 5.000 euro per le elettriche
Il decreto prevede 650 milioni l’anno per tre anni, fino al 2024. Sono 615 milioni per le auto e il resto alle due ruote elettriche. Tutto nel Fondo automotive per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030.
Primo. Nella fascia di emissioni 0-20 g/km (elettriche), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3.000 euro. Più ulteriori 2.000 euro se è contestualmente rottamata un’auto inferiore a Euro 5 (quindi Euro 0, 1, 2, 3 o 4). Di proprietà da almeno un anno (o di un familiare convivente). Massimo 5.000 quindi.
Secondo. Per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissione 21-60 g/km (ibride plug-in), con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2.000 euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2.000 euro con rottamazione.
Terzo. Nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 61-135 g/km (endotermiche a basse emissioni), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, con obbligo di rottame: 2.000 euro. Dentro ci sono benzina, diesel, ibride classiche, a gas.
Gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in ed endotermiche sono concessi soltanto alle persone fisiche. Una piccola percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.
In favore di piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi sono inoltre previsti contributi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica.
Cosa dice il ministro degli sconti statali
Soddisfatto il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: gli incentivi sono una risposta concreta e molto attesa a un settore che attraversa una profonda sofferenza. La misura pluriennale permette alle aziende di fare programmazione industriale verso lo sviluppo. Gli incentivi non sono risolutivi ma sono uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile.
La pandemia, la carenza di materie prime e la guerra mettono a dura prova anche questo settore. È necessario aprire una riflessione sulla doverosa transizione ecologica che deve essere sostenibile, possibile e non lasciare dietro di sé morti e feriti, l’aggiunta.