L’Alfa Romeo 155 non era molto amata da nuova ed anche sul mercato dell’usato ha suscitato per tanti anni un interesse tiepido, se non addirittura prossimo allo zero. Adesso sta recuperando terreno, anche se le cifre restano il più delle volte da cenerentola. Oggi abbiamo deciso di lanciare uno sguardo sulla situazione di mercato di questo modello, basandoci sui dati forniti da Ruoteclassiche, per misurare la “febbre” verso la vettura, prima media a trazione anteriore della casa milanese.
Sull’ultimo numero della prestigiosa rivista (quello di aprile) è stato pubblicato un rapporto, basato sulle analisi degli esperti del Comitato Prezzi, che traccia un quadro dei valori attuali del modello, costruito in poco meno di 200 mila esemplari. Pur se non amata, pare che l’Alfa Romeo 155 registri oggi un certo certo interesse, specie per le versioni Q4, diventate youngtimer abbastanza gettonate, con quotazioni nell’ordine dei 15.600 euro, che salgono a 25.000 euro per esemplari immacolati.
Bene anche la 2.5 V6, quotata 7.000 euro. Significativo l’interesse per la serie speciale Twin Spark Silverstone, sbocciata nel biennio 1994-1995, che vale mediamente 5.000 euro. Più basse le cifre per la 2.0 Twin Spark (4300 euro) e per le 1.7-1.8 Twin Spark (2700 euro). Le 155 1.6-1.8 Twin Spark restyling sono le versioni dal prezzo più popolare, nell’ordine dei 2000 euro, ma come per gli altri esemplari della famiglia, anche qui i valori sono in crescita. Cogliamo l’occasione per fare un breve ripasso del modello.
Alfa Romeo 155
Questa vettura è stata prodotta dal 1992 al 1998. In totale ha preso forma in quasi 196 mila esemplari. Il suo look, di taglio geometrico, porta la firma di Ercole Spada (I.De.A Institute) per il Centro Stile Alfa Romeo. Si tratta di una berlina a tre volumi, di segmento D, sbocciata in due serie. Molti ricordano i suoi impegni agonistici in pista e nelle cronoscalate, che hanno fatto battere il cuore degli alfisti più sportivi.
Uno dei limiti del modello stradale era rappresentato dalla scelta della trazione anteriore, che allontanava dallo spirito del “biscione“, in termini di architetture e di piacere di guida. Ad alimentarne le danze, nei modelli della prima serie, erano dei motori a 4 cilindri Twin Spark, con due valvole per cilindro, da 2 litri di cilindrata, rimpiazzati nella seconda serie con unità a quattro valvole per cilindro.
Di particolare vigore il 2.0 turbo 16v, derivato da quello della Lancia Delta HF Integrale, e il V6 da 2.5 litri di cilindrata. Quest’ultimo univa le performance ad una gradevole colonna sonora, offerta al piacere dell’udito, nel solco della nobile tradizione dello storico Busso.
Come dicevo, l’Alfa Romeo 155 si offre allo sguardo con linee molto taglienti e rigorose. Gli autori del suo design hanno cercato una presa scenica forte e di impatto. La linea è a cuneo, con frontale sottile e coda alta. Si nota lo slancio verso la strada, che l’auto sembra pronta ad aggredire. Il frontale si caratterizza per i gruppi ottici molto sottili, che comunicano una certa immagine sportiva. Gradevole lo stile degli interni, firmato da Walter de Silva, cui si devono le forme di alcune creature del marchio di epoca successiva, particolarmente riuscite sul piano stilistico.
Evoluzione soft
La prima serie di questa vettura fu prodotta fino al mese di marzo del 1995. Si tratta del modello delle origini. Quello che in pratica è stato presentato al Salone dell’Auto di Ginevra del 1992. La gamma iniziale ruotava su quattro motorizzazioni a benzina. Molto note le due unità Twin Spark da 1773 e 1995 centimetri cubi di cilindrata, in grado di erogare, rispettivamente, una potenza massima di 126 cavalli e 141 cavalli.
Poi c’erano la già citata V6 da 2492 centimetri cubi, con 163 cavalli di potenza all’attivo, e l’unità a 4 cilindri sovralimentata da 1995 centimetri cubi, derivata da quella della Lancia Delta HF Integrale, ma addolcita, con potenza massima nell’ordine dei 190 cavalli. Nel 1993 giunse la seconda serie del modello. In questa veste l’Alfa Romeo 155 subì un leggero lifting stilistico. Giunsero le versioni Twin Spark da 1.748 centimetri cubi, da 116 cavalli, e poi da 1.598 centimetri cubi a 16 valvole, da 120 cavalli. Insieme a loro, le prime due unità a gasolio del modello, entrambe sovralimentate.
Stiamo parlando della “1.9 TD” e la “2.5 TD”. La prima con il 4 cilindri da 1929 centimetri cubi e 90 cavalli di potenza, la seconda con il 2499 da 125 cavalli. La versione più prestazionale era la già citata 2.0 Turbo 16v Q4, che accelerava da 0 a 100 km/h in 7 secondi netti e raggiungeva una velocità massima di 225 km/h. Un livello di performance vigoroso per una berlina a tre volumi di segmento D, in quel periodo storico.
Anche un esemplare unico
Della 155 prese forma una versione GTA stradale, su base Q4, derivata dalle versioni da corsa, ma rimase un pezzo unico da salone, mostrato al pubblico al Motor Show di Bologna del 1994 e al GP d’Italia di F1 dello stesso anno, dove trovò impiego come safety car. La pista, comunque, non era solo un posto dove sfilare in abiti borghesi per la 155, che ebbe una vivace attività sportiva, dove si mise in luce, in modo vincente, anche nel mitico DTM. Quest’Alfa Romeo finì anche nella dotazione delle forze dell’ordine. Esemplari del modello erano disponibili nelle flotte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Fonte | Ruoteclassiche