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Stellantis, Tavares: vibranti polemiche sul compenso

Phitrust, azionista di minoranza di Stellantis, contesta duramente il compenso corrisposto all’amministratore delegato Carlos Tavares.

Se per qualche istante la terra tremerà oggi potrebbe c’entrare pure Stellantis. L’assemblea generale del gruppo automobilistico italo francese avrà luogo, mercoledì 13 aprile, e stando a fonti vicine si prospetta uno scontro dialettico particolarmente acceso. Sebbene non ci sia momento peggiore per usare la “guerra” (le ragioni, beh, riteniamo sia superfluo esplicitarle) è altresì vero che i nervi saranno probabilmente tesi tra le parti coinvolte in videoconferenza. Malgrado la lontananza fisica contribuirà forse a impedire il degenerare del dialogo in uno durissimo alterco, un argomento di discussione promette scintille. Nella fattispecie, la società di gestione Phitrust, azionista di minoranza del conglomerato, contesterà il livello di remunerazione previsto per l’amministratore delegato del colosso industriale, Carlos Tavares. Il compenso del numero uno operativo desta parecchi malumori e il dibattito di oggi servirà a parlarne direttamente, vis-a-vis (ma con schermo interposto).

Stellantis, bordata a Carlos Tavares: l’insurrezione di Phitrust

Carlos Tavares

Intanto, arrivano le prime bordate da Denis Branche, capo di Phitrust, il quale ha definito scioccanti le cifre accordate. Estraendo la sua calcolatrice, ha fornito un prospetto dettagliato dell’ammontare corrisposto a Carlos Tavares. A un importo fisso di 2 milioni di euro annui si aggiunge una componente variabile, di oltre 7,5 milioni di euro. Che la quota variabile corrisponda a un multiplo di 3,8 della fissa lo ritengono uno spreco di fondi. Mentre la prima parte del corrispettivo consente al manager di superare la soglia dei 9,5 milioni di euro di reddito annuo, una seconda spinge il complessivioa valori da capogiro.

Al Chief Executive Officer è stato attribuito un piano di azioni gratuite del valore di 32 milioni di euro, che dovrebbe premiare il successo del processo di trasformazione avviato da Stellantis. Infine, un’ultima fetta riconosciuta è di lungo termine, liquidato in soldi freschi, aggiunge una dotazione di 25 milioni di euro (limitata a un tetto di 50 milioni di euro).

Per usare un eufemismo, il signor Carlos Tavares non fatica a sbarcare il lunario. Del resto, si tratta di un fior fiore di professionista, forte di una lunghissima esperienza e competenze rare, così come investito grosse responsabilità. Il primo a rispondere del successo o del fallimento di Stellantis è, anzitutto, il 63enne, e operando nel ramo privato, vigono le logiche di mercato. Ergo, tanto guadagno porti alla tua azienda, tanto saranno maggiori le cifre attribuite.

Il momento politico incide sulla valutazione

Eppure, Denis Branche ha da ridire. Sommando le differenti voci, si giunge a un importo di 66 milioni di euro. Lo reputa deplorevole, sicché un compenso del genere stronca il sistema. Carlos Tavares è “appena” un dirigente e non corre rischi di persona: non crea i veicoli, né tantomeno il valore. Il leader di Phitrust ha poi sottolineato che, malgrado le quotazioni del titolo di Stellantis siano cresciute in borsa, rimangono basse, e pure il rapporto tra prezzo del titolo e risultato netto per azioni, pari a tre, risulta tutto basso.

In definitiva, qualche progresso si è segnalato, tuttavia ciò sarebbe insufficiente per giustificare il corrispettivo riconosciuto. Se si navigasse nell’oro allora una somma del genere avrebbe forse una logica, non oggi. I traguardi da tagliare rimangono numerosi e lo sperpero di risorse economiche andrebbe a ripercuotersi su Stellantis e i portatori di interesse che vi gravitano attorno, compreso Phitrust appunto.

Rimarcando di non fare politica, Denis Branche evidenzia come il particolare periodo storico giochi contro Carlos Tavares. Il contesto attuale, tra i due turni delle elezioni presidenziali d’oltralpe, potrebbe surriscaldare gli animi. Il presidente uscente Emmanuel Macron e la sfidante Marine Le Pen se la vedranno al ballottaggio, con l’esito potenzialmente in grado di influire su Stellantis. Laddove ce ne si fosse dimenticati, il Governo francese ne detiene circa il 6 per cento delle partecipazioni, a dispetto del proposito annunciato di ridurre la quota al 3,5 per cento. A tal riguardo, l’ingresso dell’Italia nel capitale del gigante dei motori, frutto della fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot Groupe, non è mai stato affrontato. A chiarirlo lo è stato in molteplici occasioni il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

Si prospettano tagli al personale

A ogni modo, il successo del piano di trasformazione varato da Carlos Tavares potrebbe condurre alla riduzione del personale negli stabilimenti a causa della sovraoccupazione. Con i siti della nostra penisola maggiormente colpiti rispetto alle controparti francesi.

Anche prima della fondazione di Stellantis – ha ricordato Denis Branche – captavano dei segnali poco rassicuranti. Avevano l’impressione che i vertici avrebbero creato della difficoltà, con una presidenza assicurata da John Elkann. Al timone c’è il rampollo della famiglia Agnelli, e la famiglia dell’ex CEO Sergio Marchionne, l’ex lider maximo della Fiat improvvisamente scomparso il 25 luglio 2018, ha percepito ancora diverse decine di milioni di euro nel 2021.

I compensi

Exor

Il reporter finanziario per lo scorso anno ha fornito un prospetto dettagliato sui compensi ai principali manager. Dai documenti emerge che i Marchionne hanno ottenuto 26,1 milioni di euro, inclusi i benefit di fine mandato (pari a cinque volte il suo salario base). Ergo, consiste in una specie di eredità che il board di amministrazione ha rispettato. All’interno del consiglio di amministrazione in carica il secondo meglio pagato è John Elkann, con una remunerazione di 7,8 milioni di euro negli scorsi dodici mesi. Il presidente di Exor, anch’egli azionista diretto, ha percepito un salario base di 860 mila euro; il grosso è derivato dagli incentivi di lungo termine. Il vice presidente Robert Peugeot e Andrea Agnelli, direttore, hanno raccolto le briciole (si fa per dire): rispettivamente 203 e 226 mila euro.

Il nervosismo in Phitrust è imputabile pure alle modalità del confronto. Mentre ieri Airbus ha tenuto la sua assemblea generale in presenza ad Amsterdam, la modalità virtuale di Stellantis – ma sempre nella capitale olandese – rende complicato imbastire un dialogo costruttivo. La remunerazione va votata, ma desiderano cogliere l’occasione per allertare Bercy, l’opinione pubblica, altri piccoli azionisti e i soggetti investiti di procura. In quest’ultima categoria confluiscono le agenzie di consulenza, inclusa ISS.

Il caso Axa Assicurazioni

I rappresentanti di ISS hanno da poco raccomandato Agli azionisti della compagnia di assicurazione Axa di opporsi alla proposta di incremento della remunerazione dell’amministratore delegato del gruppo assicurativo transalpino in occasione dell’assemblea generale della società, in programma per il prossimo 28 aprile. Lo stipendio fisso annuo dell’ad Thomas Buberl, il cui mandato andrà pure rinnovato fino al 2026, passerebbe da 1,45 milioni a 1,65 milioni di euro al momento dell’approvazione, con un incremento del 14 per cento. La sua retribuzione variabile da 1,45 milioni potrebbe salire a 1,75 milioni di euro.

Aggiungendo la distribuzione di azioni, che potrebbero essere pure aumentate con condizioni di performance impegnative secondo il progetto, il corrispettivo annuo complessivo del manager aumenterebbe da 5,8 a circa 6,9 milioni di euro. I motivi posti alla base non convincono e il livello di trasparenza sui criteri di performance individuali per i bonus rimane ben inferiore delle best practice di mercato, asserisce l’agenzia di consulenza. L’attuale obiettivo di compenso globale di Buberl è di circa il 25 per cento inferiore in confronto dei CEO delle tre maggiori società del Vecchio Continente concorrenti di Axa (Allianza, Generali e Zuch Insurance), asserisce la stessa compagnia in base a uno studio condotto da Willis Towers Watson.

Stellantis: i numeri del 2021 con Tavares

Malgrado la questione riguardi Axa, che esulano dalla specifica area di competenza di Stellantis, ciò va a dimostrare quanto il tema dei manager sia di estrema attualità. Carlos Tavares non è l’unica figura criticata e il fenomeno è in parte da correlarsi al clima respirato in Francia. In un contesto difficile per il settore automotive, il gruppo nato ad inizio 2021, con 14 marchi e più di 300.000 dipendenti, ha avuto un’ottima annata. In sintesi: 152 miliardi di euro di fatturato; un utile netto di 13,4 miliardi di euro (+179% rispetto al 2020) e un margine operativo del 12%.

Il piano strategico illustrato il 1° marzo, denominato Dare Forward 2030, prevede di offrire, entro la fine del decennio, veicoli elettrificati al 100% in Europa e al 50% negli Stati Uniti.

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